Ed ora non fermiamo il nostro impegno per la Tanzania

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In tutto il mondo, ma in modo particolare in Africa, le donne sono il motore principale del progresso sociale e del miglioramento delle condizioni di vita di tutta la popolazione. Sono loro che lavorano nei campi, portano avanti le attività quotidiane, si fanno carico della cura e dell’educazione dei figli. Per questo è di fondamentale importanza che possano accedere all’educazione, perché le loro conoscenze hanno influenza sulla gestione di tutta la famiglia. Invece, come ovunque, sono i figli maschi quelli a cui sono riservati gli sforzi maggiori per studiare, mentre le bambine di solito vengono tenute a casa per aiutare le madri nei lavori di casa e occuparsi dei fratelli più piccoli.

Da anni l’associazione Karibuni, con il supporto dell’associazione Pace Adesso, sta dedicando i suoi sforzi per il sostegno allo studio di ragazzi (e soprattutto ragazze) di famiglie povere, che hanno la capacità e la volontà di studiare, ma non la possibilità economica.

L’esperienza dei volontari in Tanzania durante la pandemia

Patrizia Gualandi, una delle fondatrici di Karibuni, ci racconta quello che è accaduto nel Paese dove operano da tempo, la Tanzania, in questi mesi così drammatici e strani dove la vita di tutti è stata sconvolta e le abitudini sono state cambiate dalla pandemia del Covid 19.

Quando le notizie riportavano l’Italia come il Paese europeo più colpito, noi, sconvolti da quello che stavamo apprendendo, faticavamo a capire come ci dovevamo comportare. In quel momento i nostri amici in Tanzania, le ragazze che avevamo aiutato negli anni passati, tutti quelli che erano in grado di comunicare con una mail o con un messaggio ci hanno riempito di richieste preoccupate per sapere come stavamo NOI. Noi rispondevamo che al momento stavamo bene e a nostra volta mandavamo a loro i consigli e le raccomandazioni su come comportarsi e proteggersi dal contagio, dato che i loro mezzi di comunicazione non erano certo molto solerti nel farlo, anzi il loro Presidente raccomandava di recarsi in chiesa o in moschea a pregare per ottenere l’aiuto di Dio.

Non so cosa sia successo, ma risulta che il numero dei morti per Coronavirus non è stato tanto grande come si temeva. Purtroppo, è presente l’eventualità che non siano stati tenuti conteggi molto accurati.

Le scuole sono state chiuse subito a marzo, per evitare la diffusione del virus tra gli studenti, ma sono state poi riaperte in giugno, cominciando dalle ultime classi delle scuole secondarie e dalle università. Dopo un mese di risultati positivi, in luglio sono state riaperte tutte le scuole. Purtroppo, l’insegnamento a distanza è irrealizzabile, dato che quasi nessuno possiede un computer e il collegamento Internet manca in vaste aree del Paese. Non c’è stato un numero di morti elevato come si temeva, forse per la minore età media della popolazione e per il fatto che probabilmente una gran parte di persone ha avuto l’infezione quasi asintomatica. Non ci sono stati provvedimenti di chiusura delle attività economiche e sono state raccomandate norme igieniche, il lavaggio frequente delle mani con soluzioni disinfettanti e l’uso delle mascherine nei luoghi affollati.

Il futuro è nell’educazione dei giovani

Noi, dopo aver preso atto di quale era la situazione, abbiamo continuato a mandare gli aiuti per l’iscrizione alle scuole e ai corsi universitari, perché le ragazze devono continuare a frequentare le lezioni. L’istruzione è l’arma più potente per combattere il degrado, la povertà, le ingiustizie sociali e anche le reazioni violente a queste.

Dopo i mesi in cui ci siamo sentiti in balia di un nemico invisibile, inatteso, che ha sconvolto tutti i nostri programmi e le nostre certezze, ci sentiamo più deboli e vulnerabili, forse siamo meno disposti a donare qualcosa di nostro, per paura che poi verrà a mancare a noi o ai nostri cari. Ma dobbiamo invece ricordarci che la condizione di chi è veramente povero e non ha niente è tutta un’altra cosa, che difficilmente possiamo arrivare a immaginare. E in queste condizioni anche un minimo aiuto, che a noi non potrebbe cambiare nulla, può fare una grossa differenza nella vita di qualcuno che sta molto lontano da noi.

Non dimentichiamoci di questi studenti in Tanzania, di queste ragazze che stanno lavorando duramente, ma con tanta gioia e tanto entusiasmo, per costruire il loro futuro e quello delle persone che vivono attorno a loro.

Se anche tu vuoi aiutarci e sostenere i loro studi, fai una donazione a Pace Adesso (https://www.paceadesso.it/).

Anna Di Cecco: