Sos-economia circolare per i rincari delle materie prime e dell’energia

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La scure della guerra in Ucraina e della crisi Covid sull’economia circolare. All’anno un cittadino dell’Unione Europea genera in media 4,5 tonnellate di rifiuti, di cui circa la metà viene smaltita in discarica. Allarme-sostenibilità, quindi, per i rincari delle materie prime e dell’energia. Sos del settore della gestione dei rifiuti.

Sos dall’economia circolare

Le associazioni delle imprese italiane che operano nel comparto dei servizi ambientali e dell’economia circolare hanno scritto al premier Mario Draghi. Chiedendo misure urgenti per fronteggiare i rincari che rendono “non più sostenibili” le attività di raccolta e gestione dei rifiuti. Il caro energia e i rialzi delle materie prime investono in maniera significativa anche le imprese del settore della gestione rifiuti. Queste aziende si trovano oggi in “situazioni al limite della sostenibilità economica”. Senza urgenti misure da parte del governo, diventano a rischio nelle prossime settimane alcuni servizi di raccolta e trattamento rifiuti. Un’allerta inviata al presidente del Consiglio. E ai ministri. Daniele Franco (Economia e Finanze). Roberto Cingolani (Transizione Ecologica). Giancarlo Giorgetti (Sviluppo Economico). E a Stefano Besseghini, presidente Arera. L’Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente.

Quadro internazionale

Le associazioni rappresentano le imprese che operano nel settore dei servizi ambientali e dell’economia circolare. Hanno espresso il proprio allarme. E la forte preoccupazione per l’evoluzione del quadro politico ed economico internazionale. Oltreché per gli effetti che la spirale al rialzo dei costi delle materie prime e dell’energia determinano anche sulle imprese del settore. Una situazione al limite della sostenibilità. Per imprese tenute al rispetto di precisi impegni. Quelli precedentemente assunti nei contratti pubblici e privati che regolano il settore. Con il rischio che venga compromesso il proseguimento delle attività di gestione. Non solo nella raccolta (dove il carburante può arrivare a incidere fino al 15% del costo). Ma in tutte le fasi del ciclo integrato. Le imprese del settore, quindi, auspicano un deciso intervento del Governo a tutela di un comparto fondamentale per la sostenibilità ecologia del sistema Italia.

Stop all’economia lineare

L’eccesso di rifiuti, rileva il Fasda, rientra tra gli effetti collaterali della cosiddetta “economia lineare“. Cioè dell’economia basata sulla produzione di un bene. Sul suo consumo. E sul conseguente smaltimento. L’unica alternativa sostenibile è rappresentata, invece, dal modello di economia circolare dei rifiuti. Focalizzata sul superamento del concetto di fine vita della materia. Per comprendere il concetto di economia circolare è sufficiente osservare ciò che accade in natura. Sottolinea Fasda: “In natura, in effetti, non esiste il rifiuto. Tutto ciò che viene prodotto ha uno scopo. Tutto ciò che diviene scarto si trasforma in nuova risorsa. Innescando un circuito virtuoso che si autoalimenta“. Ecco, dunque, cosa si intende per economia circolare dei rifiuti, un sistema in cui si supera il percorso produzione-consumo-smaltimento. Per sostituirlo con un modello, appunto, circolare. Dove il prodotto di scarto finale viene re-immesso in circolo come “materia prima seconda“. Le materie prime seconde (in sigla mps) consistono in scarti di produzione o di materie derivanti da processi di riciclo che possono essere immesse di nuovo nel sistema economico come nuove materie prime. Dunque, dopo il consumo e prima dell’eventuale smaltimento, è necessario attivare dei processi virtuosi. Come la riparazione, il riutilizzo, il riciclo.

Priorità europea

“Un’economia circolare mira a mantenere per un tempo ottimale il valore dei materiali e dell’energia utilizzati nei prodotti nella catena del valore. Riducendo così al minimo i rifiuti e l’uso delle risorse- sottolinea l’Unione Europea-. Impedendo che si verifichino perdite di valore nei flussi delle materie, questo tipo di economia crea opportunità economiche e vantaggi competitivi su base sostenibile”. L’economia circolare è senza sprechi. Utilizza le risorse in maniera efficiente. Preserva il capitale naturale. Favorisce la protezione, valorizzazione e il ripristino della biodiversità. Fa registrare basse emissioni di anidride carbonica (CO2). Presuppone una crescita economica sganciata dal consumo di risorse. Contribuisce a creare una società globale sicura e sostenibile. Per poter realizzare il passaggio a un’economia circolare, quindi, occorre intervenire in tutte le fasi della catena del valore.

Risorsa circolare

Insomma il modello economico lineare non è più sostenibile. Le risorse naturali sono limitate e si stanno rapidamente esaurendo. Ossia le consumiamo troppo velocemente. Cioè prima che la Terra riesca a produrne di nuove. Le sfruttiamo in maniera inefficiente, sprecandone una grande quantità. Produciamo troppi rifiuti da trattare, gestire e smaltire. Da ciò deriva l’urgenza di passare ad un modello di economia circolare. E adesso di preservalo appunto dagli effetti della crisi Covid e della guerra in Ucraina.

 

Giacomo Galeazzi: