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L’ecografia multiparametrica e l’AI si alleano contro il tumore al seno

Il professor Francesco Pignataro ha spiegato ad Interris.it quali sono i benefici di poter usare l'ecografia parametrica e l'intelligenza artificiale nella diagnosi del tumore al seno

Quando si parla di diagnostica è fondamentale stare al passo. I tempi cambiano, la ricerca avanza e ad oggi la vera rivoluzione è data dalla combinazione vincente tra l’ecografia multiparametrica e l’intelligenza artificiale. Questo esame si avvale di una tecnologia diagnostica avanzata che risulta cruciale nella diagnosi e nel monitoraggio di diverse condizioni, tra cui la nodularità della tiroide e del seno, la steatosi epatica, la fibrosi e le infiammazioni del fegato. A rendere ancora più eccellente la diagnosi è la combinazione perfetta tra questo apparecchio con l’intelligenza artificiale. 

La filosofia di Artemisia Lab

Uno dei punti saldi di Artemisia Lab è l’innovazione e anche per questo motivo da qualche mese in due dei centri, al centro Analisys (Marconi) e al centro Panigea è stato introdotto uno strumento per l’ecografia multiparamentrica supportata dall’intelligenza artificiale.

L’intervista

Uno dei campi in cui questo strumento risulta molto efficace è quello della prevenzione del tumore del senoInterris.it ne ha parlato con il prof. Francesco Pignataro, specialista in medicina interna e responsabile della diagnostica ecografica del gruppo Artemisia Lab.

Prof. Pignataro, che differenza c’è tra questa ecografia e la classica?

“La multiparametrica è un’evoluzione dell’ecografia tradizionale e per essere eseguita e avere la resa massima necessita di apparecchiature di alta fascia. Per ottenere tutto ciò questo strumento utilizza delle sonde ad alta frequenza che all’occorrenza arrivano a 22 MHz, mentre le ecografie tradizionali raggiungono un massimo di 12 MHz. Questa tecnologia di altissimo livello ha il privilegio e la capacità di riuscire a discriminare anche eventuali noduli estremamente piccoli, intorno a 1 millimetro e si avvale di tecniche che permettono di visualizzare la presenza di sangue nel nodulo e la durezza del nodulo stesso”. 

Quanto è fondamentale riuscire a discriminare i noduli anche se piccoli?

“Se a un nodulo arriva sangue ha una maggiore capacità di crescere perché ha una logistica migliore. Inoltre il nodulo tumorale o dubbio produce esso stesso dei vasi per suo scopo e questi lo nutrono e gli permettono a loro volta di ingrandirsi. Questo significa che avere a disposizione una apparecchiatura capace di conoscere la vascolarizzazione del nodulo permette anche di essere più efficaci nel comprendere quali noduli devono essere sottoposti ad un eventuale approfondimento”.

Che cosa significa che lo studio multiparametrico riesce a valutare l’elasticità del nodulo?

“É una nuova metodica che permette di conoscere l’eventuale indurimento del nodulo, ovvero il rapporto tra la durezza del nodulo e il tessuto circostante. Questo confronto è di estrema importanza perchè in presenza di un tumore maligno si è visto essere più frequente una minore elasticità del nodulo stesso. In questo modo risulta ancora più semplice capire quali noduli hanno bisogno di essere approfonditi”.

Per chi è indicato questo esame?

“La paziente che si accinge a fare un’ecografia non conosce a priori se ha o meno dei noduli, motivo per il quale ad ogni donna deve essere data l’opportunità di scegliere lo strumento migliore per effettuare l’esame. L’invito è dunque di renderlo un esame di primo livello per tutti, ma qualora non fosse possibile o se negli esami di routine classici fosse già stato riscontrato un nodulo, allora questa ecografia viene eseguita come esame di secondo livello sempre con apparecchiature di altissima fascia ed operatori molto esperti”.

In questo contesto che ruolo ha l’intelligenza artificiale?

“L’incorporazione dell’intelligenza artificiale in questa tecnologia offre una nuova frontiera nel campo della diagnostica. La IA può comparare le immagini ottenute dai medici con un database globale, ottimizzando ulteriormente l’immagine e la capacità diagnostica, favorendo una diagnosi precoce e precisa. Questi due aspetti non sono banali visto che quando si parla di tumori la cosa principale è prevenire ed intervenire presto”.

Quanto un’attenta prevenzione può attenuare la mortalità?

“É fondamentale e rimane l’arma più vincente che tutte le donne hanno. Il tumore al seno se riscontrato in tempo si risolve completamente, talvolta anche solo con la sua rimozione. Per questo invito innanzitutto all’abitudine dell’autopalpazione che permette di sentire la presenza o meno di noduli. Inoltre, se c’è familiarità con il tumore al seno è bene sottoporsi ad un controllo ecografico già prima dei 30 anni. Ripeto l’ecografia multiparametrica è l’eccellenza, ma in caso non si abbiano centri vicini che la forniscono, è importante sottoporsi almeno un’ecografia di I livello. Compiuti i 40 anni invece l’ecografia va associata alla rx mammografica”.

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