Tra i giovani tira sempre più aria di manifestazione, a Torino per esempio quasi tutti i licei statali sono “occupati” dagli studenti, per protestare a causa delle continue morti di giovani durante le ore di alternanza scuola-lavoro. Ma cosa vuol dire per i ragazzi manifestare? Innanzitutto bisogna precisare che, contrariamente a ciò che pensano in molti, occupare per i ragazzi non vuol dire saltare giorni di scuola per piacere, ma il loro intento è quello di di manifestare per una giusta causa.
Molto spesso è stato citato un ragazzo, Lorenzo Parelli. Tutto è iniziato infatti in una fabbrica a Lanuzacco, in provincia di Udine, in cui un ragazzo di soli 18 anni ha perso la vita durante uno stage nell’ambito del programma di alternanza scuola-lavoro. Questo è stato uno dei primi episodi che ha portato gli studenti di tutta l’Italia a manifestare. Ma quali sono le loro ragioni? Gli studenti protestano perché nonostante due anni di pandemia le classi non sono ancora state organizzate per garantire un rientro sicuro, manifestano perché nonostante ci troviamo agli inizi di marzo ancora non si hanno dichiarazioni precise su come sarà la maturità, e protestano perché nonostante i continui episodi di non sicurezza durante le ore di alternanza scuola-lavoro, la loro sensazione è che nessuno si stia mobilitando per fare qualcosa per garantire la sicurezza.
Quindi le critiche degli “adulti” verso gli studenti non devono limitarsi a dire che i ragazzi preferiscono protestare invece di fare lezione: gli studenti, insomma, sentono di dover far sentire la loro voce per tutto ciò che ritengono non sia stato fatto per loro durante questi anni di pandemia, perché sentono di non sono essere stati considerati e perché ritengono di aver bisogno di far sentire la propria voce. Tra le citazioni più ascoltate in questi giorni di cortei e di proteste, una frase di Gramsci. “Istruitevi perché abbiamo bisogno di tutta la vostra intelligenza. Agitatevi perché abbiamo bisogno di tutto il nostro entusiasmo. Organizzatevi perché abbiamo bisogno di tutta la vostra forza.” Il mondo dei “grandi” dovrà ascoltare e dialogare con i ragazzi-