La lezione universale della storia militare, civile e sociale è la guerra è sempre irrazionale. Inviati dal fronte, autori di saggi, scrittori dagli scenari bellici testimoniano la necessità della pace. Dalla seconda guerra mondiale ai conflitti in Iraq e Afghanistan. El Alamein, 4 settembre 1942. Una mina uccide il più giovane soldato italiano dell’armata corazzata in Nord Africa. Si chiamava Sergio Bresciani, diciotto anni, semplice artigliere del 3° Reggimento Artiglieria Celere. Ne aveva soltanto quindici quando nel 1940 era fuggito da casa per combattere in Libia. Era Sergio Bresciani e un libro, con testimonianze e lettere del giovane soldato eroe, ne ripercorre la storia. “Il bambino di El Alamein. Sergio Bresciani Medaglia d’Oro“, di Antonio Besana, edizioni Ares. Profondamente cristiano, nelle lettere dal fronte alla famiglia parlava del campo di battaglia ma anche delle sue preghiere: “Carissimo papà oggi, giorno di Pasqua – scriveva il 5 aprile del 1942 – non ho fatto altro che pensare a te, alla mamma e ai fratelli; per star bene ho dovuto piangere per un’ora. Questa mattina, facendo la comunione, ho pregato il Signore perché mantenga tutti i miei cari in buona salute“.
Campo di battaglia
Partecipa a distanza della gioia per la festa della prima comunione della sorella Liliana, ricostruisce l’Ansa. L’immaginetta che la famiglia gli aveva spedito, insieme a quella della Madonna, fu ritrovata nel suo portafogli consegnato al padre insieme ad altri effetti personali. Quando il giovane soldato morì sul campo di battaglia. E’ proprio la sorella a trasferire all’autore del libro i ricordi di questo giovane: “Nei nostri incontri Liliana ha più volte ripetuto – scrive Besana – che gli ideali di Sergio erano Dio, Patria e Famiglia“. “Valori non radicati alla sudditanza di una propaganda di regime. Ma maturati e vissuti in una famiglia profondamente religiosa e unita”. Il 2 luglio 1941 Sergio Bresciani aveva compiuto sul campo i 17 anni. Età nella quale era stato possibile appuntargli le stellette e arruolarlo ufficialmente nel Regio Esercito. Il più giovane soldato d’Italia impegnato nella Seconda guerra mondiale. Sul fronte nord-africano ha vissuto tutte le vicende delle Divisioni “Pavia”, “Sabratha” e “Littorio”. Sempre entusiasta, pronto a sacrificarsi per i compagni. Decorato personalmente dal generale Erwin Rommel con la Croce di Ferro tedesca di seconda classe. Gli verranno in seguito assegnate la Medaglia d’Oro al Valor Militare e la Croce di Ferro tedesca di I Classe. A lui è stata intitolata la Pista Rossa di El Alamein.
La storia insegna
Storia maestra di vita, quindi. A Bologna si è svolta la Festa internazionale della Storia. Dedicata al tema “La storia ci appartiene”. La manifestazione quest’anno è giunta alla ventesima edizione. Ed è stata organizzata dal Centro internazionale di didattica della storia e del patrimonio (Dipast). Un’iniziativa del Dipartimento di Scienze dell’educazione “Giovanni Maria Bertin”. Assieme al Laboratorio multidisciplinare di ricerca storica (Lmrs). In concorso con l’Alma Mater. E con la collaborazione di associazioni, scuole e istituzioni. A presentare il palinsesto di iniziative in rettorato a Bologna è stata la professoressa Giuliana Benvenuti. Delegata al patrimonio culturale per l’Università di Bologna. Maurizio Fabbri, direttore del Dipartimento di Scienze dell’educazione dell’Alma Mater. L’assessore alla Scuola del comune di Bologna, Daniele Ara. Insieme con Beatrice Borghi, direttrice della manifestazione e docente di Storia medievale. “La Festa della Storia è stata l’occasione per sviluppare un tessuto di riflessioni molto importanti. Sia perché la manifestazione compie 20 anni. Sia perché purtroppo la storia contemporanea ci interpella in maniera molto forte in questo momento”, afferma la professoressa Benvenuti.
Cittadinanza
Parole a cui ha fatto eco l’assessore Ara. Per il quale il ruolo del Comune è quello di rendere testimonianza alla cittadinanza a partire dalle giovani generazioni. Con la consapevolezza che “siamo all’interno del flusso della storia. E che conoscerla significa lavorare meglio per la coesione sociale di oggi”. Tra gli appuntamenti più importanti, c’è stata l’iniziativa “Passamano per San Luca” dal Meloncello. Che è arrivata fino alla Basilica sul Colle della Guardia. Alla Biblioteca dell’Archiginnasio si è tenuto un ricordo di Andrea Purgatori con Daria Bonfietti, i giornalisti Gianni Barbacetto e Giovanni Bianconi e il figlio Edoardo. Nell’aula magna di Santa Lucia si è tenuto un panel con lo storico Alessandro Barbero. E un focus sulla guerra in Ucraina è previsto sempre all’interno dell’Archiginnasio. Vi hanno partecipato i giornalisti Fausto Biloslavo, Carmen Lasorella. E in collegamento, Francesca Mannocchi, che ha ricevuto il premio “Novi cives: costruttori di cittadinanza“.
Strage di Nassiriyah
Iraq, città di Nassiriyah, 12 novembre 2003, 10.40 del mattino, un camion cisterna lanciato a tutta velocità esplode davanti all’ingresso della base militare Maestrale, sede della MSU italiana dei Carabinieri. L’attentato, rinominato subito dai mass media “Strage di Nassiriyah” provoca 28 morti, 19 italiani e 9 iracheni: l’esplosione è così violenta da distruggere completamente la base Maestrale riducendola a un rudere di cemento. Anche il complesso Libeccio, distante qualche centinaio di metri, viene investito. A vent’anni dalla tragedia, il generale Carmelo Burgio racconta la sua verità sull’attentato. Proprio in quei giorni fatali l’autore assumeva il comando della missione al posto del suo predecessore che terminava il mandato. “Nassiriyah” ricostruisce l’attacco terroristico del 12 novembre, i mesi immediatamente successivi dedicati alla ricostruzione del reparto e la lunga vicenda giudiziaria. Volta a individuare le responsabilità penali e civili dei comandanti sul terreno.
Testimonianza diretta
Una testimonianza diretta e personale di un evento drammatico che ha segnato la storia dell’Italia e dell’Arma dei Carabinieri. Carmelo Burgio, Generale di Corpo d’Armata (ris) nei Carabinieri, ha prestato servizio soprattutto nell’Arma Territoriale – in Sardegna, Sicilia e Campania – e in reparti paracadutisti. Ha all’attivo oltre 700 lanci, e ha concluso la carriera reggendo, in successione, le Scuole dell’Arma e i comandi Interregionali Culqualber (Calabria e Sicilia) e Podgora (Lazio, Marche, Sardegna, Toscana e Umbria). Ha partecipato alle missioni in Libano, Bosnia-Erzegovina, Albania, Iraq e Afghanistan. Ed è decorato – fra l’altro – di Croce di Cavaliere dell’Ordine Militare d’Italia, Medaglia di Bronzo al Valore dell’Arma, Croce d’Oro al Merito dell’Arma, due Croci di Bronzo al Merito dell’Esercito e Legion of Merit USA. Conferenziere, scrive per varie riviste di storia militare. Ha al suo attivo alcune opere a carattere storico e GIS – La vera storia del Gruppo d’Intervento Speciale, I ragazzi del Tuscania. 1980-2010, le missioni in Libano – Bosnia – Albania – Iraq – Afghanistan nei ricordi di un carabiniere paracadutista e I Carabinieri in Afghanistan.