Generosità e solidarietà: la cultura del dono

Logo Interris - Le imprese premiano 7 progetti no profit

Logo INTERRIS in sostituzione per l'articolo: Le imprese premiano 7 progetti no profit

La cultura del dono al centro del Welfare. Il sociologo Gian Maria Fara è il presidente dell’Eurispes e lo testimonia a Note di Pastorale Giovanile  “Lo spreco e la dissipazione pubblici vengono immediatamente mutuati e applicati dai singoli soggetti– sottolinea Fara-. L’incuria e l’indifferenza diventano il tratto distintivo di ogni comportamento, l’egoismo ed il possesso i segnalatori dello status di chi può fare a meno degli altri. L’identità si afferma non più attraverso l’umanità, la cultura, la capacità di ascolto e di farsi carico dei problemi e delle difficoltà del vicino più fragile, ma attraverso l’esercizio di un potere dato dal ruolo o dal possesso”. Aggiunge Fara: “L’unica residua manifestazione di generosità è affidata alla carità, alla beneficenza amministrata. Con la quale si vorrebbero rattoppare le ferite visibili della società”. Il filosofo tedesco Theodor Adorno scriveva che “gli uomini disapprendono l’arte del dono. Nel suo esercizio organizzato l’impulso umano non ha più il minimo posto. Anzi la donazione è necessariamente congiunta all’umiliazione. Attraverso la distribuzione, il calcolo esatto dei bisogni, in cui il beneficiato viene trattato come oggetto”.

Dimensione del dono

“Ma anche il dono privato è diventato routine. Una sorta di impegno sociale da assolvere nel quadro del mantenimento di ‘buoni rapporti’. Al quale si destinano una quota del proprio bilancio e il minimo tempo e fatica possibili– sostiene il sociologo Fara-. Un tempo, quando tutti eravamo più poveri, e donare significava privarsi di qualcosa a favore di un altro, si era felici nell’immaginare la felicità del destinatario del dono. Occorreva impiegare tempo per scegliere il dono. Pensare all’altro come persona. Agli eventuali desideri, magari espressi sottovoce mesi prima. Era un modo di partecipare alla vita dell’altro. Di condividere i gusti, i successi, le attese. Era un modo per comunicare. Per lanciare un messaggio di stima, di affetto o di attenzione. Il dono restava. Veniva, anche gelosamente, conservato. Poiché rappresentava la memoria. Il ricordo dell’occasione e del donatore“. Prosegue Fara: “Tutto questo si è perso. Si è smarrito nella grande massa degli articoli da regalo. Pronti all’uso e all’occasione. Tutti uguali a se stessi. Vetrina del dono di massa. Senza personalità. E senza pretese se non quella dell’esercizio di un ‘dovere’. Poteva essere quel dono o un altro. E sarebbe stata la stessa cosa. Quella del dono, dell’arte del dono perduta, come diceva Adorno, è la metafora del nostro mondo. Nel quale i rapporti umani si limitano alla semplice conoscenza superficiale. Che non impegna, non coinvolge”.

Fiducia

“E’ un mondo in cui si intessono relazioni e rapporti funzionali al conseguimento di un risultato. Che si esauriscono così come si consuma il rapporto tra venditore ed acquirente al momento dell’acquisto. Le relazioni come merce da vendere. O nel migliore dei casi da scambiare- evidenzia Fara-. Un altro indicatore della caduta della cultura del dono è costituito dalla diffidenza ovvero dalla mancanza di fiducia. Nessuno si fida più di nessuno. Ognuno si rinserra nel suo piccolo mondo. Nel proprio privato. E finisce col disinteressarsi di ciò che lo circonda. Di ciò che non interagisce direttamente con i suoi interessi e i suoi bisogni. E allora le grandi questioni, i grandi problemi che affliggono l’umanità, la fame, la povertà, il dolore, la sofferenza diventano brevi e lontane rappresentazioni televisive. Tra uno spot e una sfilata di moda nei nostri telegiornali. E ci sentiamo rassicurati dalla distanza. L’utilitarismo e l’edonismo tendono a sostituire le tradizionali etiche politiche e religiose. Aprendo tra i giovani nuovi fronti di disagio. Con la faticosa ricerca di una nuova identità personale e sociale“.

Dagli Usa

Risale a 11 anni fa a New York il più grande evento internazionale orientato a diffondere la nobile attitudine ad essere altruisti. L’obiettivo è favorire una vera e propria controcultura solidale al consumismo massivo dei nostri tempi. Quello incarnato dal Black Friday e dal Cyber Monday. Da qui l’invito a donare e ad attivarsi per la cura del prossimo e dell’ambiente. Tutto ciò è diventato un movimento globale di solidarietà che incoraggia la cooperazione tra le persone e la pratica del dono. Coinvolgendo oltre 90 paesi nel mondo e milioni di cittadini. In Italia il GivingTuesady è organizzato e promosso, dal 2017, da una fondazione. Si chiama Aifr. E fin dall’inizio ha voluto mettere in luce l’impegno del Terzo settore. Invitando inoltre le persone a sostenere l’impatto che ogni singola azione può generare sulla comunità. L’iniziativa ha il patrocinio dell’Associazione nazionale comuni italiani (Anci). Di Assifero. Di Associazione Italiana Fundraiser (Assif). E di CSVNet. “GivingTuesday è un movimento di sensibilizzazione sulla solidarietà. E vuole diffondere la cultura del dono come gesto quotidiano- spiega Marco Cecchini, presidente della fondazione Aifr–. Il mondo della solidarietà sta cambiando. C’è una presa di coscienza del donatore che vuole essere promotore di cambiamento e di sviluppo. In questo contesto è importante informare e sensibilizzare sull’importanza del dono come cultura. Una solidarietà che si esprima tutto l’anno. E non solo in occasione di eventi di alta emotività. Così da poter essere davvero cambiamento e avere un impatto per tutta la società”.

Obiettivi

La fondazione Aifr opera con un duplice obiettivo. Da un lato vuole fare emergere l’importante ruolo del Terzo settore. E dall’altro intende incentivare e spronare le persone ad attivarsi. Contribuendo così alla costruzione di una cultura del dono più partecipativa e meglio riconosciuta. Lo fa attraverso numerose iniziative in programma per la settima edizione del GivingTuesday Italia. Con un’attenzione particolare rivolta anche alle giovani generazioni. Si rinnova, inoltre, l’appuntamento con “A scuola di generosità”. Il progetto rivolto agli studenti delle scuole secondarie di primo e secondo grado. Ideato e messo gratuitamente a disposizione dalla fondazione Aifr. Per informarli e sensibilizzarli a una cittadinanza attiva a partecipativa. Esperti e organizzazioni non profit hanno realizzato 10 schede didattiche che gli insegnanti possono scegliere. In base alle tematiche di interesse. Tra i temi trattati c’è la tutela dell’ambiente. Oltre alla difesa dei diritti umani. Al contrasto all’odio in rete. Per poi strutturare l’intervento in classe. Fondazione Aifr è un ente filantropico di diritto privato. Costituito con lo scopo di sviluppare la filantropia e di sostenere. Formare e promuovere il Terzo settore italiano. In particolare, la fondazione promuove e incentiva la cultura del dono nel nostro paese. Attraverso l’organizzazione di eventi e campagne mirate. E opera per rendere più efficaci le organizzazioni non profit. Ideando momenti di formazione su tematiche d’interesse. Con l’obiettivo di incentivare la professionalizzazione del settore.

Giacomo Galeazzi: