Era il 7 novembre e quel giorno lo spoglio delle elezioni americane ha dato piano piano risultati sempre più concreti: “Biden è il 46esimo presidente eletto degli Stati Uniti d’America”. Il candidato democratico è riuscito a conquistare tutti quei territori che precedentemente erano di orientamento repubblicano. Con Biden, inoltre, tra le fila del nuovo governo arriva la prima donna. Kamala Harris, infatti, sarà la prima vice presidente donna degli Stati Uniti. Un passaggio storico che ha fatto ben sperare le democrazie di tutto il mondo che da tempo si battono per una parità dei sessi. “Sono la prima donna, ma non sono sicuramente l’ultima” ha dichiarato la neo vice presidente.
“Questo è un auspicio che vogliamo immaginare anche oltre oceano. Le donne hanno raggiunto vette di riconoscenza e professionalità sempre più alte. Quello che manca nel nostro Paese, però, è un riconoscimento anche dal punto di vista della leadership – ha dichiarato ad Interris.it Liliana Ocmin responsabile del Coordinamento Nazionale Donne e del Settore Emigrazione – Immigrazione per la Cisl – INAS -. Per esprimere al meglio l’intelligenza maschile e femminile serva più complementarietà nel nostro paese. Abbiamo bisogno di segnali importanti come quelli arrivati dall’Università “La Sapienza” di Roma, dove Antonella Polimenti è stata eletta come rettrice dell’Ateneo, la prima donna in 700 anni di storia. Altro evento positivo delle ultime settimane anche l’elezione di Maria Luisa Pellizzari come Vicario capo della Polizia di Stato. Questo fa aprire qualche speranza per le donne italiane anche nei confronti della prossima elezione alla presidenza della Repubblica del 2022 che potrebbe essere al femminile per la prima volta”.
Ancora tanti pregiudizi da scardinare?
“Le donne oggi nonostante il talento, la preparazione e le capacità non hanno le stesse chance degli uomini. Penso che se oggi vogliamo costruire una società all’insegna delle pari opportunità dobbiamo dare la possibilità alle bambine e soprattutto a queste donne di scegliere partendo dalla maternità. In Italia purtroppo viviamo una situazione drammaticamente penalizzante per le donne madri, per tutte coloro che decidono di mettere al mondo un figlio. Questo non penalizza solo le donne, penalizza una società che viene compromessa e non è democratica”.
Come stravolgere questa filosofia di pensiero?
“Noi dobbiamo modificare la struttura culturale del pensiero secondo cui le donne non avrebbero le potenzialità. Noi vogliamo che si investa parte dei soldi europei, non solo del Recovery found, o di Generation Europe, ma anche tutti i fondi che siano destinati alle infrastrutture. Tra queste sono compresi asili nido, parchi e centri di assistenza agli anziani. Oggi il virus ha fatto emergere altre emergenze tra il cui il welfare di prossimità che è fallimentare. Questo è completamente scaricato sulle spalle delle donne, compromettendone la piena realizzazione. Si deve ripensare questo modello e in questo tempo credo che le donne debbano mettersi in prima linea per ricostruire il Paese creando quelle condizioni di pari opportunità che daranno maggiore speranza alle bambine di oggi per poter veder realizzare il proprio sogno domani. Kamala ha detto “Dovete continuare ad osare e a sognare in grande perché bisogna immaginare che si può realizzare qualsiasi cosa”. Io a mia figlia dico sempre “Ti piacciono le sfere? Un giorno potresti essere un’astronauta!”. Bisogna alimentare le loro speranze e non bloccarle”.
Quanto è importante il lavoro della donna per l’economia della società?
“Il lavoro di una donna è un volano produttivo. Questo, infatti, crea cinque lavori. Le donne rappresentano Pil e non sfruttare questa risorsa è un peccato mortale per il nostro Paese, soprattutto nell’ottica della ripresa post Covid. Inoltre la donna che lavora fa figli, quella che non lavora evita per paura. Se vogliamo davvero un salto demografico rispetto a quello che abbiamo dobbiamo preoccuparci che la donna possa permettersi di mantenere il posto di lavoro anche con i figli. Questi devono diventare un bene pubblico, il bene del Paese che altrimenti è condannato al baratro. Occuparci oggi delle pari opportunità, quindi, è un’occasione per l’Italia tutta”.
Cosa può fare ogni singola donna per far valere i propri diritti?
“La donna nel mondo dovrebbe cercare intanto di far si che l’ambiente in cui è inserita sia completamente avulso delle discriminazioni e delle violenze. Noi, come coordinamento Cisl, ci stiamo lavorando moltissimo, però non possono esserci solo le organizzazioni sindacali. Ci devono essere in campo anche tutti gli strumenti per la rimozione degli aspetti legati ai pregiudizi e questi devono essere affidate alle donne in prima linea. Bisogna puntare poi in particolare all’istruzione e quindi alla scuola. É in quelle aule che c’è necessità di continuare ad incentivare quel sentimento di coraggio e determinazione perché i bambini possano avere una diversa prospettiva di futuro”.