La maggior parte delle persone conosce la Repubblica Dominicana come una fantastica isola dell’America Centrale, famosa in tutto il mondo per le sue spiagge bellissime, l’incredibile musica, e la sua somiglianza a una sorta di paradiso, un luogo dove tutto sembra possibile, come se fosse sconnesso dal resto del mondo.
Un’esperienza nuova nel cuore dell’America
Lasciate che vi dica qualcosa in più sulla Repubblica Dominicana; io mi chiamo Arianna, ho 24 anni e alcuni anni fa sono partita dall’Italia per andare in un centro di rieducazione infantile a Boya, nella provincia di Monte Plata, proprio al centro dell’isola. Ero volontaria presso il “Progetto Esperanza”, un’associazione il cui obbiettivo è quello di garantire e salvaguardare i diritti dei bambini; il progetto infatti, accoglie e fornisce aiuto a bambini che non hanno cibo, medicine, una casa o addirittura una famiglia che possa prendersi cura di loro.
Prima della partenza, mi chiedevo cosa sarei stata in grado di dare a quella nuova vita che mi stava aspettando, a quei bambini che non avevano nulla, e alla fine io ho ricevuto molto di più di quello che io avrei mai potuto donare agli altri. All’inizio della mia esperienza mi sentivo sola e spaventata perché ero così distante da casa, dalla mia famiglia, dalla mia quotidianità; avevo lasciato ogni mia certezza per l’ignoto, in uno dei paesi più pericolosi del pianeta. Pochi giorni dopo essere arrivata, mi sono resa conto che la Repubblica Dominicana è il posto in cui potresti non avere nulla e comunque essere la persona più felice del mondo, è il luogo in cui bambini che non ti conoscono sono felici perché sanno che tu sei lì per loro, cercando di donare un sorriso.
Il Progetto Esperanza e le sue attività
Il Progetto Esperanza accoglie bambini di tutte le età e la maggior parte di essi ha famiglia, che purtroppo non può prendersene cura, così i genitori lasciano il proprio figlio/a al centro e ogni tanto lo vanno a trovare per trascorrere un po’ di tempo insieme. Durante il giorno i bambini, a parte quando sono a scuola (dal lunedì al venerdì fino alle 16.00), vivono tutti insieme, affinché imparino a condividere, a volersi bene, ad aiutarsi l’un l’altro; alla notte invece dormono divisi in base all’età e al sesso. Durante il fine settimana i ragazzi vengono divisi in gruppi e, a settimane alterne, vengono portati al mare o in piscina. Inoltre, qualche volta al pomeriggio sono invitati a partecipare a vari laboratori tenuti da alcuni esperti, al fine di imparare a giocare tutti insieme.
Sfortunatamente, prima di arrivare al centro, molti bambini vivono in condizioni di grande disagio, motivo per cui il progetto riceve una psicologa due volte alla settimana, che aiuta i ragazzi a cercare di capire cosa vuol dire vivere lontano dalla propria casa e dalla propria famiglia. Durante la loro permanenza al centro i volontari si occupano di varie cose durante il giorno; io per esempio lavoravo nell’ufficio dell’associazione mentre i bambini erano a scuola, e al pomeriggio giocavo con i loro, che non vedono l’ora di tornare a casa perché sanno che tu sarai lì ad aspettarli, ed è sorprendente vedere come nel giro di poco tempo tu possa diventare così importante per loro.
In Repubblica Dominicana ci sono molte problematiche che riguardano i diritti dei bambini, il diritto di famiglia, i diritti umani, la violenza nei confronti di donne e bambini; ecco perché il progetto cerca di coinvolgere altre aree (esso infatti collabora con alcune scuole del Paese, con il tribunale se si ha a che fare con qualche caso concernente bambini ospitati dall’associazione, con il carcere minorile, per provare a reintegrare i minori all’interno della società), con l’obbiettivo di migliorare alcuni aspetti e aiutare anche altre realtà.
Cosa significa essere un volontario?
Il Progetto Esperanza è l’occasione giusta per scoprire il vero significato della gratuità, per condurre una vita diversa, anche se per un tempo limitato, per aiutare qualcun altro, per renderci conto di quanto grati dovremmo essere per essere nati nella parte fortunata del mondo, e per imparare il potere di un sorriso. Essere un volontario è l’esperienza che tutti dovremmo fare almeno una volta nella vita; le persone pensano che un volontario dia il suo tempo, le sue energie, il suo lavoro gratis, senza nulla in cambio, ma la verità è che a un volontario viene donato, in maniera del tutto gratuita, un patrimonio culturale ed emotivo che non conosce rivali.
Arianna Aliberti è una tirocinante della Cooperativa sociale Volunteer in the world