Don Vittorione, una vita dedicata ai poveri in Uganda

Nel trentennale della scomparsa di don Vittorio Pastore, fondatore di "Africa Mission", operante in Uganda. Interris.it ha intervistato il dott. Carlo Ruspantini, direttore della Fondazione

Don Vittorio Pastori (@ Africa Mission)

L’Uganda è un Paese dell’Africa orientale senza sbocchi sul mare e si trova all’Equatore. Attualmente, la situazione economica e sociale del Paese, soprattutto nell’area nord – est, è contrassegnata da una grande povertà economica e sociale, nei confronti della quale, diverse Ong, cercano di agire. Una di queste è “Africa Mission”, fondata da don Vittorio Pastori, da tutti conosciuto come don Vittorione il quale, grazie al suo carisma e alla sua instancabile opera di prossimità agli ultimi, ha contribuito ad aiutare e dare un’opportunità alle persone in difficoltà nelle aree più rurali dell’Uganda. Interris.it, in occasione del trentesimo anniversario della scomparsa di don Vittorione, ha intervistato il dott. Carlo Ruspantini, direttore generale di Africa Mission.

La formazione dei giovani ugandesi di “Africa Mission” (© Africa Mission)

L’intervista

Dott. Ruspantini, quali sono le attività che Africa Mission sta mettendo in campo per supportare la popolazione ugandese?

“Siamo presenti in Uganda da cinquant’anni e svolgiamo un’azione integrata, ovvero che abbraccia diversi settori. In particolare, la nostra opera, svolge quella che si può definire ‘cooperazione di sviluppo’ e intende essere una risposta organizzata ed efficace ai bisogni quotidiani delle persone che incontriamo in situazione di difficoltà, attraverso proposte formative ed esperienziali, oltre che di intervento diretto e collaborativo. In particolare, il tema dei diritti umani rimane una costante dei nostri progetti in Uganda, i quali sono spesso focalizzati sui minori e i giovani, che costituiscono la fascia più debole della popolazione. Le nostre attività si innestano sui criteri di priorità definiti dalle Nazioni Unite, sulla base degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibili dell’Agenda 2030, e sono impostati secondo un approccio integrato e partecipativo per una completa promozione umana.”

In che settori operate?

“Gli interventi che mettiamo in campo vengono realizzati mediante una presenza stabile e continuativa sul territorio, con quattro sedi operative: a Kampala, Moroto – regione del Karamoja, Alito – regione Lango, Adjumani – confine Sud Sudan, al fine di camminare insieme alla comunità locale per far fronte alle situazioni di bisogno e cercando insieme i mezzi necessari per garantire una crescita che sia il più possibile a misura d’uomo. In particolare, i nostri settori di intervento, sono quello idrico, realizzato attraverso la perforazione e riabilitazione e la formazione professionale di personale locale, come meccanici di pompa, l’educazione e sensibilizzazione della popolazione sui temi di igiene e sanità in Karamoja. C’è poi il versante socioeducativo esplicato mediante le attività educative svolte nel Centro Giovani don Vittorione, il sostegno alla scolarizzazione, la formazione professionale e la sensibilizzazione ai diritti dei minori e delle donne. Operiamo nel settore agricolo e zootecnico mediante la realizzazione di progetti diretti a migliorare le tecniche di coltivazione e il mantenimento di bestiame in salute nelle regioni del Karamoja e Lango, anche con la gestione di un laboratorio veterinario a Moroto. Inoltre, forniamo supporto alle realtà locali già presenti nel territorio, attraverso la donazione di cibo nonchè materiale utile e sostegno ai dispensari di Loputuk e Tapac. Infine, svolgiamo la nostra opera nell’ambito delle emergenze, attraverso la realizzazione di interventi diretti ad alleviare le difficoltà create alla popolazione da situazioni straordinarie di crisi, come ad esempio le gravi difficoltà alimentari e l’accoglienza dei rifugiati.”

Senghor
Foto © Africa Mission

In questi giorni ricorre il trentennale della scomparsa del fondatore di Africa Mission, don Vittorione Pastori. Che ricordo serba di lui? Qual è l’insegnamento più grande che le ha lasciato?

“Ho conosciuto don Vittorione negli anni ‘80, mentre facevo l’obiettore di coscienza e, all’epoca, mi hanno colpito la sua determinazione e la capacità di affrontare i problemi, nonostante le sue difficoltà di movimento. Due volte all’anno si recava in Africa e ha sempre messo a disposizione tutto sé stesso per aiutare i più poveri e dedicandosi alla sua chiamata. Il suo impegno era supportato dalla Provvidenza, a cui si affidava. L’Uganda, a quel tempo, ha vissuto quattro colpi di Stato ed era un Paese piuttosto instabile e pericoloso ma, nonostante ciò, don Vittorione, non si è mai fermato ed è sempre stato al fianco di coloro che erano in difficoltà, senza mai arrendersi e affidandosi completamente a Dio. Egli, inoltre, quando tornava in Italia, esortava i giovani ad essere più attenti alle cose importanti e a non perdersi dietro alle proposte che li volevano esclusivamente come consumatori, ma faceva loro la proposta di vivere con dei valori e di essere creatori di opportunità, mettendo a frutto i talenti che, il Signore, aveva messo loro a disposizione. Oggi, a trent’anni dalla sua scomparsa, il fatto che l’organizzazione da lui fondata vada avanti, è un grande segno della sua presenza. Egli continua a guidarci dal cielo e ci aiuta nel quotidiano. Ad oggi, per far fronte ai cambiamenti che, con le guerre e le crisi si stanno verificando, unite al mutamento del concetto di volontariato con le maggiori difficoltà correlate, facciamo affidamento all’esempio di don Vittorione.”

Quali sono i suoi auspici per lo sviluppo delle attività di Africa Mission nel solco tracciato da don Vittorione?

“Guardando al futuro auspichiamo di poter avere sempre la capacità di essere testimoni di speranza sull’esempio di don Vittorione. Questo è il bisogno più grande, sia della società adulta che del mondo giovanile, ovvero la speranza fondata sull’impegno. La realizzazione di sé stessi implica di mettere al centro dei valori e, il primo di questi, deve essere la fraternità. Questo ci permetterà di affrontare ogni difficoltà.”

In che modo, chi lo desidera, può supportare la vostra azione di prossimità in Uganda?

“Chi lo desidera, può contattarci, informarsi in merito alle attività che svolgiamo e creare delle occasioni di incontro sul territorio italiano per ragionare insieme sui valori che ci ispirano nonchè sui progetti di sviluppo messi in campo. È possibile aiutarci attraverso la divulgazione e delle donazioni per le quali, sul nostro sito, sono riportate tutte le possibili modalità di supporto. Inoltre, chi ne ha le possibilità, potrebbe svolgere delle attività di volontariato in Uganda e iniziare un percorso di formazione in merito.”