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Docenti di sostegno: progetto per la formazione

“Formeremo 85 mila docenti di sostegno“, ha assicurato il ministro dell’Istruzione. Giuseppe Valditara è intervenuto al forum “Perché serve una scuola di talenti” che si è svolto a Trento. “La scuola è un modello costituzionale che mette lo studente al centro. Ci sono 85 mila insegnanti di sostegno che non hanno la specializzazione per questo- afferma Valditara- Ma noi dobbiamo garantire ai giovani con disabilità un supporto di qualità e specializzazione. L’università nonostante gli sforzi, non riesce a dare una specializzazione cosi importante ai docenti. Allora si è pensato di dare a indire un ruolo in questa formazione per dare ai docenti la specializzazione che manca”. Il piano del governo prevede una revisione complessiva dei percorsi di accesso alla professione. Un docente con una formazione specifica per insegnare l’italiano ai ragazzi stranieri, in particolare quelli arrivati da poco in Italia. Nuovi percorsi di specializzazione per i docenti precari di sostegno. Risoluzione del contenzioso sui titoli esteri che riguarda circa 11 mila persone. Possibilità per le famiglie di un ragazzo disabile di chiedere la conferma del docente di sostegno precario. Un nuovo modello di valutazione per i dirigenti scolastici e totale possibilità di mobilità per loro solo per il prossimo anno scolastico.

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Sostegno in classe

Il ministro dell’istruzione Giuseppe Valditara ha ottenuto l’approvazione di un pacchetto di provvedimenti dal Consiglio dei ministri che riguarda il mondo della scuola. Innanzitutto nelle classi dove gli studenti di origini straniere, e che abbiano importanti carenze nella conoscenza della lingua, siano uguali o superiori al 20%, dal 2025 arriverà un docente adeguatamente formato che affiancherà con lezioni di potenziamento il lavoro di classe. Già da settembre, intanto, le scuole potranno organizzare corsi aggiuntivi extracurricolari di potenziamento grazie a fondi ad hoc del Pon. “Per gli stranieri il nostro obiettivo è consentire a ciascuno di avere una adeguata conoscenza della lingua italiana, primo, fondamentale passo per una reale inclusione”, ha detto il ministro, il quale ha ricordato che il tasso di dispersione scolastica per questi studenti stranieri si attesta ad oltre il 30% a fronte di una dispersione degli studenti italiani pari ad appena il 9,8%. Altre misure importanti riguardano i docenti di sostegno. In particolare una norma prevede che su richiesta della famiglia dell’alunno con disabilità, il docente precario in servizio nel precedente anno scolastico, possa essere confermato.

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Cronica carenza

Dunque per far fronte alla cronica carenza di docenti specializzati sul sostegno, viene introdotta, in aggiunta all’offerta delle università, una offerta formativa di specializzazione sul sostegno erogata da Indire, rivolta ai circa 85 mila docenti “precari” che da anni già svolgono questo ruolo, per quanto privi di specializzazione. Il ministero risolve poi il contenzioso collegato al mancato riconoscimento dei titoli di specializzazione sul sostegno conseguiti all’estero, di circa 11 mila insegnanti che potranno accedere a percorsi di specializzazione “ad hoc”, sempre erogati da Indire. Per la Flc Cgil, si tratta di provvedimenti “demagogici e dannosi che non aumentano gli organici e il tempo scuola, non migliorano gli ambienti e i servizi di supporto al diritto allo studio“. Per la Uil scuola “affidare alle famiglie, senza alcun criterio di trasparenza, la possibilità di confermare o scegliere gli insegnanti per i propri figli” è una forma di “clientelismo, senza giri di parole“. Così come sul riconoscimento dei titoli per il sostegno conseguiti all’estero, per il sindacato “è stata scelta la strada del condono anche nella scuola”. 

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Disabilità a scuola

“La scuola italiana è una comunità accogliente nella quale tutti, a prescindere dalle condizioni personali, trovano opportunità per realizzare esperienze di crescita- precisa il ministero dell’Istruzione-. Una intensa e articolata progettualità accompagna l’inclusione degli alunni con disabilità”. Il Piano educativo individualizzato (Pei) promuove l’inclusione degli studenti con disabilità e garantisce a ciascuno la partecipazione alla vita scolastica e la possibilità di realizzare il proprio potenziale. I Disturbi specifici di apprendimento (Dsa) interessano alcune specifiche abilità dell’apprendimento scolastico che risultano compromesse rispetto all’età anagrafica. Sono coinvolte in questi disturbi: l’abilità di lettura(dislessia), di scrittura (disgrafia o disortografia), di fare calcoli (discalculia).
“La scuola deve individuare le forme didattiche e le modalità di valutazione più adeguate affinché i ragazzi con Dsa possano raggiungere il successo formativo-conclude il dicastero dell’Istruzione-. Il Piano didattico personalizzato (Pdp) è il documento di programmazione che la scuola predispone nel primo trimestre dell’anno scolastico (o quando necessario) ed è obbligatorio”.

Giacomo Galeazzi

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