“Lo studio non sia un privilegio”. Allarme per un diritto in pericolo

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Sos diritto allo studio. Potersi formare è una necessità resa ancora più stringente dalla crisi Covid. “Il patto per la ‘Scuola al centro del Paese’, siglato sei mesi fa, rilancia il ruolo dell’istruzione che va rafforzato. Sfruttando l’occasione del Pnrr– spiega l’avvocato Laura Biarella-. Sul Paese è addossata la responsabilità di superare l’emergenza sanitaria. Tramite una visione strategica. In grado di affrontare le molteplici sfide per la ripresa. Con la consapevolezza che il futuro dell’Italia sarà nelle mani dei giovani che oggi studiano. Le risorse europee, a partire dal Next Generation Eu, consentono di rilanciare la centralità della scuola. Attraverso l’ottimizzazione dell’offerta formativa. Il reclutamento del personale. Il miglioramento della sicurezza degli ambienti scolastici. E cioè efficientamento energetico e sismici. Interventi di riqualificazione del patrimonio edilizio scolastico. Tutto ciò è possibile nell’ambito delle iniziative indicate nel Piano nazionale di ripresa e resilienza“.

Diritto da tutelare

Il professor Patrizio Bianchi è il ministro dell’Istruzione. Ordinario di economia applicata all’Università di Ferrara. Titolare della Cattedra Unesco “Educazione, Crescita ed Eguaglianza”. È stato Rettore dell’Università di Ferrara. E presidente della Fondazione della Conferenza dei Rettori delle Università italiane. “Dalla via del dialogo scaturiscono le soluzioni per il Paese. Il patto siglato a maggio è la base degli sviluppi successivi. E il punto di partenza per rimettere la scuola al centro”. Tra gli altri il contrasto agli abbandoni e alla dispersione scolastica. L’aumento dell’inclusività. L’implementazione della formazione continua. Nel rispetto della libertà di insegnamento.

Centralità degli studenti

“Lo studio non deve più essere un privilegio per pochi. Ma un diritto di tutti. Si parla del nostro futuro. Ma si continua a farlo senza di noi“. La rappresentante degli studenti Rosalia Selvaggi è intervenuta alla cerimonia d’inaugurazione del 781° anno accademico dell’Università di Siena. Alla presenza del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella. “Siamo i giovani coinvolti nel dramma della ‘fuga da un paese che non valorizza il merito (ma merito di cosa?)’- aggiunge Selvaggi-. Siamo i giovani che devono fare gavetta. I self-made men (e mai women). A cui viene ripetuto costantemente lo slogan ‘se ti impegni, ce la fai‘”. Studenti e studentesse ai quali “da un anno a questa parte, è stato detto che andava tutto bene. Che l’università sarebbe ripartita. E che era normale continuare a pagare migliaia di euro. Tra tasse universitarie. Affitti degli alloggi. Libri”.

Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella con il Rettore, Francesco Frati, in occasione della cerimonia di inaugurazione dell’anno accademico 2021-2022 dell’Università degli Studi di Siena. (Fonte: Quirnale)

Futuro precario

Prosegue Rosalia Selvaggi: “Siamo costretti ad abbandonare gli studi”. Perché “l’istruzione nel nostro paese è un lusso. E mai un diritto“. Un appello alle pari opportunità sui banchi. “Abbiamo vissuto una pandemia- evidenzia la rappresentante degli studenti-. Abbiamo visto il nostro futuro diventare sempre più precario. Con l’unica certezza. Quella di vivere in un Paese dove il merito viene utilizzato per giustificare ingiustizie e classismo. E allora ci chiediamo cosa abbia intenzione di fare per noi questo governo? Per contrastare davvero diseguaglianze. Povertà. Precarietà. Abbandono scolastico e universitario“. Quindi, conclude, “che nessuno si aspetti dei ringraziamenti. Né di trovarci in silenzio. Forse è arrivato il momento di ascoltarci“.

Giacomo Galeazzi: