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Diritto alla salute in Ucraina: la testimonianza del presidente di Soleterre

L'intervista di Interris.it al presidente della Fondazione Soleterre Onlus, Damiano Rizzi

Damiano Rizzi ĆØ il presidente della fondazione Soleterre Onlus, associazione che lavora per il riconoscimento e lā€™applicazione delĀ Diritto alla SaluteĀ nel suo significato piĆ¹ ampio, infatti si impegna a fornire cure e assistenza medica,Ā per la salvaguardia del benessere psico-fisico per tutte e tutti, sia a livello individuale che collettivo, ad ogni etĆ  e in ogni parte del mondo. Di conseguenza sulla grave crisi in Ucraina Interris.it ha intervistato il presidente della Fondazione Soleterre Onlus per chiedergli qual ĆØ la situazione e in che modo lā€™associazione si sta impegnando per continuare a dare cure e sostentamento alle persone malate.

Innanzitutto puĆ² spiegare e raccontare ai nostri lettori di che cosa si occupa la vostra fondazione Soleterre?Ā 

ā€œDa 20 anni ci occupiamo di garantire il Diritto alla Salute a pazienti oncologici pediatrici. Nello specifico, attraverso il programma globale Grande contro il cancro offriamo le migliori cure mediche, accoglienza, sostegno economico e psicologico a circa 3mila bambini e adolescenti malati di cancro e loro famiglie ogni anno. Il programma ĆØ attivo in 6 paesi: Ucraina, Italia (San Matteo di Pavia e SS. Annunziata di Taranto), Uganda, Marocco, Costa dā€™Avorio e Burkina Fasoā€.

Soleterre ha vissuto questo conflitto sin dai primi giorni, poichĆ© come Onlus giĆ  eravate operativi in Ucraina: come ĆØ stato assistere allo scoppio del conflitto?Ā 

ā€œGiĆ  qualche settimana prima dello scoppio della guerra eravamo preoccupati. Il 40% delle famiglie che aiutavamo a Kyiv provenivano dalle zone dellā€™est del paese, dalle regioni di Luhansk e Donetsk dove giĆ  nel 2014 e 2015 i bombardamenti avevano distrutto gli ospedali, costringendo queste famiglie a cercare aiuto nella capitale. Le famiglie che dovevano spostarsi da Kyiv erano molto preoccupate allā€™idea di dover tornare nelle loro case e lā€™ansia nei piccoli pazienti ā€“ hanno rilevato i nostri psicologi – era raddoppiata, i genitori chiedevano conforto ai nostri psicologi, cosa che prima di quel momento era abbastanza insolita, probabilmente per una questione culturale. Le loro paure non erano piĆ¹ solo legate alla malattia dei figli, ma anche alla guerra. Il 24 febbraio per noi ĆØ stato un giorno triste e difficile. In un attimo tutto quello che avevamo costruito in 20 anni di lavoro rischiava di venire distrutto, ma non ci siamo persi dā€™animo e ci siamo subito organizzati per mettere in sicurezza i nostri piccoli pazienti e le loro famiglie, oltre a tutto il nostro staff di progetto operante nei reparti e nella nostra Casa dā€™Accoglienzaā€.

Come avete reagito e come avete fatto per continuare a prestare il vostro servizio?Ā 

ā€œNei primi giorni la nostra Casa dā€™Accoglienza a Kyiv, lā€™unica in tutto il paese destinata a pazienti oncologici, ha continuato a ospitare i bambini malati di cancro e le loro famiglie trasformando i sotterranei in rifugi improvvisati. Ma non era abbastanza sicuro. Abbiamo sostenuto i reparti in cui operavamo a procurarsi i medicinali per far proseguire ai bambini le cure salva vita: lā€™Istituto del Cancro e lā€™Istituto di Neurochirurgia di Kyiv e lā€™Ospedale Regionale di Lviv. Quando il conflitto ha iniziato ad allargarsi abbiamo dovuto far evacuare tutti i pazienti dai centri Ospedalieri di Kyiv: alcuni bambini e adolescenti sono stati trasferiti prima allā€™Ospedale pediatrico di Lviv, che ha iniziato a sperimentare una pressione eccessiva a causa dellā€™arrivo di moltissimi pazienti da tutto il resto del paese, quasi il triplo dei pazienti rispetto a prima dello scoppio della guerra, poi hanno raggiunto il confine con la Polonia e poi sono stati portati in Italia grazie a dei voli aerei coordinati da Soleterre, Regione Lombardia e Areu. Ora la gestione dei voli ĆØ astata affidata alla Protezione Civile. Noi ci occupiamo di fare uscire i pazienti dallā€™Ucraina in guerra e di assisterli durante il viaggio sino agli ospedali italiani. Ad oggi sono circa 70 i minori malati di cancro accompagnati dalle loro mamme che sono stati evacuati e portati in ospedali italianiā€.

Quali sono i progetti di Soleterre in Ucraina? Quali notizie arrivano da lƬ?Ā 

ā€œIn questo momento il nostro impegno ĆØ quello di evacuare dallā€™Ucraina i pazienti gravi che non possono rischiare di rimanere anche un solo giorno senza cure. Per noi ĆØ anche fondamentale assicurarci che i reparti rimasti funzionanti abbiano tutti i farmaci necessari per fra proseguire le cure ai bambini perchĆ© alcuni di loro sono in condizioni troppo delicate per poter essere trasferiti. Infatti, ad oggi abbiamo fatto arrivare diverse tonnellate di medicinali: antibiotici, farmaci chemioterapici, antidolorifici, analgesici e quanto necessario dallā€™Italia. Abbiamo anche rafforzato i team di psicologi operativi nei reparti e anche nei centri di accoglienza polacchi di Przemysl e Mylny, la loro presenza sul posto ĆØ fondamentale vista la drammaticitĆ  della situazione che i profughi stanno vivendo. Oltre ad accogliere i pazienti oncologici in transito verso lā€™Italia e a intercettare quelli sfuggiti ai canali ufficiali, i nostri psicologi offrono un primo sostegno psicologico a donne, minori e persone anziane che presentano segni evidenti di disturbi da stress post traumatico. Le persone assistite non sanno cosa riserva loro il futuro, non sanno se e quando potranno tornare nelle loro case, soffrono per la separazione dal resto della famiglia rimasta in Ucraina e molti dei bambini non parlano, non interagiscono agli stimoli del contesto esterno, sono assenti oppure sono molto agitati, alcuni di loro giocano o disegnano ma possiamo dire che 1/3 di loro ha problemi di grave traumaā€.

Qual ĆØ la situazione degli ospedali a Kiev?Ā 

ā€œTutti i pazienti pediatrici in cura presso lā€™Istituto del cancro di Kyiv, grazie a unā€™operazione lampo di evacuazione medicalmente assistita coordinata da Soleterre, sono giĆ  stati evacuati e oggi possono proseguire le cure in totale sicurezza in Italia. Restano circa 20 pazienti ricoverati presso lā€™Istituto di Neurochirurgia di Kyiv che non possono essere trasferiti perchĆ© troppo fragili: si tratta di pazienti operati al cervello o al sistema nervoso centrale. Per loro continuiamo a essere utili inviando farmaci essenziali ai reparti e garantendo supporto psicologico che in questa fase delicata ĆØ cruciale per trovare un minimo di serenitĆ  e tranquillitĆ ā€.

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