Il diritto all’abitare gioca un ruolo fondamentale nella definizione delle disuguaglianze sociali. Chi, infatti, è sprovvisto di un luogo con adeguate condizioni ambientali e comfort in cui vivere o addirittura è sprovvisto del luogo stesso, sarà più svantaggiato nell’approccio al mondo esterno, sia esso di natura sociale, formativa o lavorativa.
La situazione a Mantova
In Italia, a causa dell’aumento dell’inflazione e dell’erosione del potere d’acquisto, oltre il 9 % dei nuclei famigliari, ovvero due milioni e mezzo di persone, è costretta a spendere oltre il 40% del reddito percepito per le varie spese correlate alla casa. A Mantova, per cercare di venire incontro a questa fragilità sempre più manifesta, Fondazione Cariplo in sinergia con la Fondazione Comunità Mantovana ed insieme ad una rete di soggetti del territorio, stanno attuando diverse azioni concrete di prossimità. Interris.it, in merito a tutto ciò, ha intervistato la dott.ssa Elisa Venco, della Fondazione Comunità Mantovana.
L’intervista
Venco, la povertà abitativa è una delle fragilità emergenti della nostra epoca. Come sta agendo la Fondazione Comunità Mantovana per lenire questa sofferenza?
“La Fondazione interviene sul tema della povertà abitativa perché riscontra delle difficoltà. Molti, anche in provincia di Mantova, hanno difficoltà a trovare una casa. Non ci sono però dati ufficiali né enti che stiano valutando il bisogno sul nostro territorio. Alla luce di questo, abbiamo deciso di partecipare al progetto ‘Verso Casa’, sia per lenire questa problematica che per raccogliere dei dati in merito. Se non si sa quante persone hanno necessità di un alloggio e il numero degli stessi effettivamente disponibili, è molto difficile far incontrare la domanda e l’offerta”.
La prossimità è uno dei valori alla base delle fondazioni di comunità. Che azioni sta mettendo in campo la vostra rete di partner sul versante dell’abitare?
“I nostri partner, da tempo, si occupano di venire incontro alle diverse fragilità emergenti sul territorio. Tra loro, ‘Agape’, opera da anni nell’ambito del microcredito e, negli ultimi dieci anni, i prestiti non restituiti, sono stati un numero bassissimo, grazie al criterio certosino con cui valutano le diverse domande di finanziamento. Quindi, contiamo sulle loro competenze per valutare i casi che ci vengono presentati e, anche coloro che hanno difficoltà abitative, sia per quanto riguarda il mantenimento di un alloggio che sul versante dell’accesso allo stesso. Siamo certi che, l’azione messa in campo, funzioni perché, coloro che supportiamo, non saranno a carico del progetto indefinitamente, ma hanno bisogno di un sostegno temporaneo per poi tornare a cavarsela da soli. Questo è il nostro modo di essere prossimi, ovvero non sovrapponendoci ai servizi sociali, ma stando vicini alle persone che hanno una difficoltà transitoria”.
L’educazione finanziaria è fondamentale per contrastare la crescente fragilità abitativa. Quali sono i vostri auspici su questo versante?
“L’educazione finanziaria è importante per tutti i cittadini in generale. Nel nostro caso, riguarda soprattutto delle donne di origine straniera le quali, molto spesso, non sono abituate a gestire il budget familiare. Il nostro auspicio è che, tutti, comincino a pensare in riguardo all’utilizzo che fanno del denaro e al fatto di prevedere la destinazione di parte delle risorse ad un bene primario come la casa. Invece, molte volte, specialmente coloro che arrivano a fatica a fine mese, sono assorbiti dai bisogni del momento, senza avere una pianificazione strategica. Tutto ciò si può ripercuotere nell’eventualità di diventare ‘cattivo pagatore’, con le conseguenze del caso. Vorremmo prevenire tale problematica aiutando le persone ad allocare le risorse nella modalità più efficiente possibile”.