L’estate è ormai alle porte e nelle località marittime, al fine di prevenire il contagio da Covid-19, l’Istituto Superiore di Sanità ha stilato una serie di regole a cui gestori di stabilimenti balneari si dovranno adeguare ed attenere. Queste regole rivestono una grande importanza per la tutela della salute pubblica e per far sì che il diritto alle vacanze delle famiglie italiane non venga meno, però, allo stato attuale, nonostante questo, le persone con disabilità in questo ambito non godono della doverosa attenzione necessaria e, di conseguenza il loro diritto alle vacanze e all’accessibilità non è adeguatamente tutelato e riconosciuto, a titolo esemplificativo si pensi che meno del 10% della totalità degli stabilimenti balneari italiani è accessibile in sedia a rotelle.
Compiuta questa doverosa premessa è fondamentale ricordare che all’interno della Convenzione ONU sui diritti delle persone con disabilità il concetto di accessibilità riveste una grande importanza, tanto che è presente sia nel preambolo della stessa che all’articolo 1 tra gli scopi ed in particolare l’articolo 9 è dedicato totalmente a questo tema e con lungimiranza in esso si sottolinea che: “Gli Stati Parti devono prendere misure appropriate per assicurare alle persone con disabilità, su base di uguaglianza con gli altri, l’accesso all’ambiente fisico”..” queste misure includono l’identificazione e l’eliminazione di ostacoli e barriere all’accessibilità”.
Fatto questo breve excursus normativo è importante ricordare, che in un periodo difficile come quello che stiamo vivendo, connotato dalla grande emergenza sanitaria dovuta al virus denominato Covid-19, è doveroso sottolineare che il diritto alla vacanza deve essere un diritto universale e, oltre agli improcrastinabili investimenti per rendere sicuri gli stabilimenti balneari ed evitare il contagio da Covid-19 è necessario ed imperativo rendere accessibili le spiagge alle persone con disabilità, in quanto le stesse devono essere in grado di spostarsi in totale autonomia e poter arrivare in spiaggia senza difficoltà e senza doversi sentire un peso; in particolare è essenziale che le stesse abbiano il diritto di trascorrere delle vacanze serene in stabilimenti balneari adeguatamente attrezzati per la fruizione attraverso l’utilizzo di specifici ausili quali ad esempio la cosiddetta carrozzina da mare che, mediante delle speciali ruote permette di accedere agevolmente a spiaggia e mare, a tal proposito è utile ricordare che l’accessibilità non riguarda solo le persone con disabilità ma anche bambini, mamme con passeggino e persone convalescenti, quindi, rendere una spiaggia accessibile è un valore universale che va a beneficio di tutta la comunità.
In ultima istanza, è doveroso rivolgere un accorato appello alle istituzioni preposte e ai gestori degli stabilimenti balneari i quali in questo periodo difficile devono effettuare un notevole sforzo per adeguare le strutture preesistenti all’emergenza Covid 19: questa è l’occasione giusta per dare maggiore e concreta attuazione al concetto di turismo accessibile il quale è sinonimo del progresso umano di una società in quanto permettere a tutti di poter fruire del diritto alla vacanza e conferisce un significato più pregnante ai termini empatia e occuparsi dell’altro, in quanto solo attraverso la piena inclusione sociale in ogni ambito della vita delle persone con disabilità e fragilità potremo lasciarci alle spalle questa emergenza e diventare un Paese migliore.