L’affermazione dei diritti di cittadinanza, ad ogni latitudine, costituisce una condizione imprescindibile per la realizzazione di una vita dignitosa, soprattutto per coloro che sono costretti a fuggire dalla povertà e dai conflitti nei loro Paesi d’origine.
L’esperienza di Milano
Nel capoluogo lombardo, presso la Casa della Carità, una realtà fondata dal cardinale Carlo Maria Martini per stare vicino a quelli che egli definiva “gli ultimi degli ultimi”, prima attraverso l’opera fondamentale prima di don Virginio Colmegna e, successivamente, di don Paolo Selmi, è stato promosso lo sportello di tutela legale, con l’intento di favorire la fruizione dei diritti da parte delle persone più fragili. Interris.it, in merito alle finalità e alle azioni di prossimità svolte da “La Casa della Carità” di Milano, ha intervistato l’avv. Peppe Monetti, responsabile dello sportello di tutela legale.
L’intervista
Avvocato, come nasce e che obiettivi ha lo sportello legale de “La Casa della Carità” di Milano?
“Lo sportello legale de ‘La Casa della Carita’ nasce quando ci siamo resi conto che, la tutela delle persone passa anche dall’aiuto nel far valere i loro diritti e, quindi, anche nel loro accompagnamento giuridico, il quale è diventato una parte fondamentale. Quindi, con il passare degli anni, abbiamo deciso di creare un settore dedicato a questo per le persone che abitano la casa ma, sempre di più, anche per le persone italiane e straniere che afferiscono a noi e hanno bisogno di conoscere quali sono i loro diritti nonché di essere orientati nella burocrazia al fine di poterne usufruire. Qui le persone si sentono ascoltate e trovano uno spazio.”
Quali sono le azioni principali che avete svolto in questi anni?
“La maggior parte delle pratiche che svolgiamo afferiscono al diritto all’immigrazione per i cittadini stranieri, al rilascio del permesso di soggiorno, al suo rinnovo e alle problematiche conseguenti. Il secondo grande tema riguarda il diritto alla casa e, di conseguenza, l’accompagnamento delle persone nelle difficili pratiche per l’assegnazione delle stesse o per gli eventuali ricorsi, a seguito del rigetto delle domande per gli alloggi di edilizia residenziale pubblica. Ci occupiamo poi dei ricongiungimenti familiari per le persone che, dopo essersi stabilite in Italia, hanno raggiunto il sogno di poter portare qui i loro familiari. Abbiamo poi molte interlocuzioni per quanto riguarda l’inserimento dei bambini negli istituti scolastici e diversi accompagnamenti nelle richieste di permesso di soggiorno in base all’articolo 31, ovvero per coloro che hanno figli qui in Italia ma non sono regolari sul territorio nazionale. Le situazioni di disagio familiare di cui ci occupiamo sono molte, noi cerchiamo di accompagnare le persone nella ricerca di una soluzione.”
Quali sono i vostri auspici per lo sviluppo dello sportello legale? In che modo, chi lo desidera, può aiutare la vostra azione di inclusione?
“È fondamentale aiutare l’inclusione delle persone nella società. In particolare, ad esempio, coloro che affittano una casa ma non lasciano prendere la residenza agli inquilini o non registrano il contratto, devono pensare che, le persone che hanno in locazione l’immobile, non sono solamente portatrici di reddito, ma anche e soprattutto di diritti. Serve l’aiuto di tutti affinché ognuno possa esigere i loro, senza se e senza ma. Abbiamo riscontrato che c’è sempre più bisogno dei servizi del nostro sportello legale e della mediazione che poniamo in essere. Se tutto funzionasse in modo più lineare, potremmo approfondire situazioni di maggior complessità che hanno bisogno di una risposta.”