Inclusione digitale: la sfida del “new normal”

Nell'ambito di "Welfare Italia forum 2024" un laboratorio per le nuove politiche sociali. L'urgenza di ridurre il digital divide

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Il welfare verso il “benessere digitale”. Il significato di “new normal” è una nuova normalità. Cioè una condizione in cui la società si stabilizza dopo un periodo di crisi introducendo una serie di differenze rispetto al passato. Il presidente di Formez, Giovanni Anastasi è intervenuto al panel “Le professioni e le competenze per costruire il welfare del futuro”. Nell’ambito di “Welfare Italia forum 2024″. Un laboratorio per le nuove politiche sociali. “Le organizzazioni pubbliche svolgono un ruolo fondamentale nell’ambito dell’ecosistema del welfare – afferma Anastasi-. È fondamentale che siano debitamente formate e in grado di vivere la trasformazione in corso per poter essere attori efficaci all’interno del ‘new normal’ che si verrà a creare”. Prosegue Anastasi: “Il tema dell’inclusione digitale è, di conseguenza, al centro di questo processo. Non è un’opportunità ma una necessità“. L’inclusione digitale, aggiunge il presidente di Formez, “è un processo finalizzato non solo a utilizzare al meglio le opportunità legate all’innovazione. Ma anche a migliorare l’incontro tra domanda e offerta di lavoro e, di conseguenza, alla riduzione dell’alienazione professionale delle nostre risorse”. 

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Opportunità digitale

Sulla “questione digitale” si interroga anche la Regione Toscana. Lassessora regionale per l’università e la ricerca Alessandra Nardini è intervenuta all’Internet festival. Insieme al presidente del Corecom Marco Meacci. A Leonardo Ferroni, vicepresidente del Comitato regionale consumatori e utenti. E a Riccardo Trallori, capo segreteria dell’assessore alle infrastrutture digitali Stefano Ciuoffo. Nardini ha ringraziato Corecom Toscana, Comitato regionale consumatori e utenti e “tutti i soggetti che con cui abbiamo collaborato per portare avanti questi due progetti“. E si augura che “possano proseguire e consolidarsi ancora di più nei territori toscani. Questo è sicuramente l’impegno di Regione Toscana“. Prosegue Nardini: “Questa edizione di Internet festival ha come tema ‘generazione’. E allora, come assessorato, abbiamo deciso di declinarla raccontando i progetti che mettiamo in campo per due generazioni diverse”. Cioè le studentesse e gli studenti, e le persone diversamente giovani, over 65, con un’attenzione particolare a quelle più fragili. Il patentino digitale ha l’obiettivo di “educare le studentesse e gli studenti all’uso corretto e consapevole della rete. Per conoscere le grandi opportunità che essa offre”. Ma anche per riconoscere, evitare e prevenire i rischi in cui si può incorrere. Con DigitalMentis invece, l’obiettivo è quello di consentire a tutte le persone, a partire da quelle meno giovani e più fragili, di accedere ai tanti servizi che la rete e le nuove tecnologie offrono. “Vogliamo ridurre il digital divide. E far sì che non si producano nuove disuguaglianze nell’accesso ai servizi. Ma anzi, fa sì che grazie anche a questi nuovi strumenti nessuna e nessuno sia lasciato indietro”, precisa Nardini.

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Divario digitale

Al G7 Industria che si è svolto a Roma hanno partecipato anche organizzazioni internazionali come UNDP (Programma delle Nazioni Unite per lo Sviluppo). E ITU (International Telecommunication Union). Insieme alle startup africane selezionate per l’AI Hub per lo Sviluppo Sostenibile, tra cui IrWise, Kytabu, InstaDeep e Birrama Digital Commerce PLC. Presenti anche importanti aziende nazionali e multinazionali (Amazon Web Services, Engineering e Sony) che hanno presentato proposte progettuali da integrare nell’HubLe infrastrutture digitali e condivise sono il volano per lo sviluppo del 5G e per la riduzione del digital divide: è questo il senso dell’intervento di Diego Galli. Il direttore generale di Inwit ha partecipato al panel “Le Telecomunicazioni tra Reti e Servizi” di ComoLake 2024-The Great Challenge. La conferenza internazionale è stata organizzata a Villa Erba a Cernobbio. E rappresenta il punto di incontro tra istituzioni, imprese e università coinvolte e interessate ai nuovi paradigmi della crescita economica dell’Italia e dell’area Euro Mediterranea. Spiega Galli: “Le nostre oltre 24mila torri e i nostri oltre 500 apparati per coperture dedicate multi-operatore DAS per location indoor sono oggi infrastrutture digitali condivise. Ossia in grado di servire contemporaneamente più operatori e più tecnologie. Il modello della sharing economy porta efficienza industriale, finanziaria ed ambientale nella catena del valore. Maggiore efficienza economica ed industriale per i nostri clienti, cioè gli operatori di telecomunicazioni. Poi maggiore efficienza ambientale. Con minore utilizzo di risorse, minor utilizzo del terreno, minore produzione di anidride carbonica. Per questo definiamo il nostro modello di business intrinsecamente sostenibile”.

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Investimenti

 “Stiamo crescendo e questo è possibile perché investiamo – ricorda Galli -. Abbiamo un piano di investimenti da 800 milioni al 2026 concentrato su infrastrutture digitali e condivise che abilitano lo sviluppo del 5G. Con la realizzazione di nuove torri (oltre 900 solo nel 2023) e di infrastrutture per location indoor DAS (Distributed Antenna Systems). Abbiamo già abilitato la connettività multi-operatore anche in 5G in oltre 100 ospedali e 10 campus universitari. Diversi musei (tra cui Maxxi e Museo Nazionale Etrusco). Centri commerciali. Edifici storici come la Corte di cassazione e luoghi iconici come Borgo Egnazia, sede del G7. Le infrastrutture digitali e condivise di Inwit coprono oltre 40 chilometri di metropolitane. Tra cui la linea blu M4 appena completata a Milano, la prima completamente in 5G in Italia. E circa 1.000 chilometri di tunnel stradali e autostradali in tutto il Paese“. Prosegue: “Le tecnologie come 5G, IoT e intelligenza artificiale contribuiranno a trasformare il nostro paese che è destinato a diventare sempre più ‘smart’. Intelligente significa sostenibile, efficiente e innovativo – aggiunge Galli -. È questa logica che ci porta a investire nei progetti di smart city come Roma 5G e i 551mila mq dei campus di Fiera Milano. E a realizzare progetti per promuovere lo sviluppo dello smart rural che rendono le aree interne del nostro Paese più digitali e sostenibili, con impatti concreti a tutela della biodiversità come, ad esempio, i progetti di monitoraggio incendi e della qualità dell’aria sviluppati assieme a Legambiente e Wwf che prevedono l’equipaggiamento delle nostre torri con videocamere e gateway dotati di intelligenza artificiale“. Inoltre “coerentemente con il nostro ruolo di abilitatore della digitalizzazione, il nostro piano industriale e di sostenibilità di Inwit include l’obiettivo di contribuire alla riduzione del digital divide. Favorendo lo sviluppo economico e l’inclusione sociale attraverso la realizzazione del Piano Italia 5G del Pnrr che mira a portare la connettività in 1.385 aree bianche, oggi a fallimento di mercato“, riferisce Galli.