Il “delay discounting” (traduzione letterale “sconto ritardato”) è l’attuale, e diffusa, definizione dell’antico paradigma del “poco ma subito”, valido per ottenere una ricompensa minore ma immediata e certa, anziché una maggiore ma distribuita in tempi lunghi.
È chiamato anche “temporal discounting” (“attualizzazione temporale” o “sconto temporale”). In psicologia, è definito anche come “bias temporale”, intendendo per “bias” un pregiudizio non fondato né reale.
Cos’è il delay discounting
Si tratta, in sostanza, dell’annoso dilemma di scelta fra l’uovo oggi e la gallina domani, considerato anche sotto la prospettiva genetica, culturale, psicologica, sociologica e spirituale.
La tendenza investe l’aspetto materiale ed economico ma si realizza anche nelle relazioni sociali e sentimentali, in un dare/avere sempre molto sbilanciato e mutevole. Il principio diviene: a un dare deve corrispondere sempre un avere e viceversa.
Nell’era dell’amore a tempo determinato, l’obiettivo è sempre mirato al presente, senza alcuna speranza di continuità e/o progettualità futura.
Chi ne è soggetto, denota impazienza e impulsività, incapacità di rispettare regole, tempi e di saper aspettare. Vige il potere dell’immediato: pragmatismo e fulmineo soddisfacimento dei propri bisogni.
L’individuo preferisce gli effetti immediati, indipendentemente da quello che avverrà successivamente: se avrà da pentirsi oppure no.
Chi ne viene colpito
Ne sono coinvolti aspetti vari come, a esempio, il dimagrire in fretta o il diventare esperto di una materia in poco tempo e pretendere di padroneggiare la realtà, quella presente.
In un post del 16 febbraio 2021, alla pagina ufficiale @Pontifex_it, Papa Francesco scrisse “Se ci affanniamo per il subito, dimentichiamo quel che rimane per sempre: inseguiamo le nuvole che passano e perdiamo di vista il cielo”.
Durante l’Udienza Generale del 27 marzo scorso, il Pontefice ha ricordato “Anziché attendere che maturino le situazioni, si spremono le persone, pretendendo che cambino all’istante. Non dimentichiamo che la fretta e l’impazienza sono nemiche della vita spirituale. Perché? Dio è amore, e chi ama non si stanca, non è irascibile, non dà ultimatum, Dio è paziente, Dio sa attendere”.
Il professor Salvatore Prinzi è l’autore del testo “Sul buon uso dell’impazienza” (sottotitolo “Crisi, movimenti, organizzazione”), pubblicato nel 2012 da “Liguori Editore”. L’estratto, sempre attuale, recita “L’impazienza sembra essere la cifra della nostra contemporaneità. Attraversa tutte le sfere della nostra esistenza: è il prestissimo della produzione, del consumo, della circolazione e della comunicazione. È un tempo che subiamo, ma anche un tempo a cui non possiamo rinunciare. C’è possibilità di farne buon uso? Discutendo le più importanti teorie critiche degli ultimi anni, questo libro prova a mettere in questione i rapporti fra modo di produzione, forme della comunicazione, decisioni politiche, per capire come si trasforma nella contemporaneità l’esperienza soggettiva. E come quest’esperienza possa essere sottratta all’impazienza che quotidianamente ci assale, per diventare ‘altra pazienza’, progetto”.
Unibo Magazine ha riportato, il 28 agosto 2022, al link https://magazine.unibo.it/archivio/2022/08/29/un-uovo-oggi-o-una-gallina-domani-inflazione-e-disuguaglianze-influenzano-le-nostre-capacita-di-scelta, i risultati di uno studio articolato, i cui concetti fondamentali possono essere riassunti “Quando ci sono condizioni di instabilità economica, dovute a esempio a un’elevata inflazione e a forti disuguaglianze, le persone tendono a preferire più spesso un guadagno immediato a scapito di una ricompensa maggiore in futuro. […] La ricerca ha coinvolto 13.629 partecipanti di 61 Paesi in tutto il mondo. […] Contribuiscono a orientare questo comportamento anche altri elementi di sistema come le disuguaglianze economiche e l’inflazione. Dallo studio è emerso che le differenze tra i livelli di temporal discounting sono maggiori tra gli individui all’interno dei singoli Paesi che tra le medie dei 61 Paesi esaminati”.
Gli effetti
Gli studi confermano che un comportamento di attesa dimostra capacità di autocontrollo, di resistenza alle tentazioni e una maggiore maturità intellettiva che si evidenzia anche nel non cedere ai desideri. Al contrario, chi preferisce l’appagamento immediato, è debole, non ha la consapevolezza e la forza di saper aspettare.
Una persona lungimirante, che sa attendere, possiede, consapevolmente, capacità di rimediare a un eventuale ricompensa successiva che fosse al di sotto delle attese, saprebbe quali strategie di rimedio applicare. Chi, invece, si accontenta, subito, di ciò che trova, in genere sa di non poter puntare su risorse e competenze rassicuranti, per cui agguanta il presente.
Come si pone il delay discounting
Occorre anche considerare l’ottica con la quale si intende ottimizzare e approfittare del presente, di ciò che è in un dato momento.
L’espressione latina “carpe diem”, del “cogli l’attimo”, per esempio, nasce con l’intento, nobile, di non voler determinare il futuro a tutti i costi, pensando di padroneggiarlo ma di essere, invece, responsabili del momento che si vive, gratificandolo e onorandolo, apprezzando ciò che si ha.
Col tempo, tale espressione ha subito una caratterizzazione più materialista e gaudente: approfittare di tutto quello che passa nell’immediato, senza lasciarsi sfuggire le occasioni, privi di particolari limiti e scrupoli. Visto che, come affermerà, poi, Lorenzo il Magnifico “Di doman non c’è certezza” e “perché ‘l tempo fugge e inganna”.
L’invito a vivere l’unico tempo possibile, il presente, in un ampio orizzonte che oscilla, in un crescendo dal poetico al prosaico, tra la meditazione, la valorizzazione, l’ottimizzazione, la capitalizzazione e l’appagamento individuale, si ritrova anche nell’altra locuzione latina dell’“hic et nunc” (qui e ora) che conosce solo la realizzazione immediata, senza rinvii.
Gli studi hanno anche dimostrato una maggiore tendenza al delay discounting nelle fasce dei bambini e dei ragazzi per poi calare con la maturità, quando si è più consapevoli di valutare la scelta fra la soddisfazione immediata/anticipata e quella procrastinata/definitiva.
Meno si è dipendenti da un piacere o una sostanza, più si è in grado di aspettare; gli studi si concentrano anche su questo aspetto.
Il piacere e la ricompensa sono collegati al neurotrasmettitore dopamina; le gratificazioni aumentano il rilascio di questa sostanza a livello neuronale.
Alcuni motivatori personali, presunti artefici di crescite individuali miracolose, invitano, senza esitazioni, a sfruttare il più possibile il momento, senza alcuna prospettiva futura.
La crescita personale è, piuttosto, un’operazione continua e non pianificata, di idee e progetti futuri, di proposte, sogni e alternative possibili, in cui adottare le strategie più funzionali ad accompagnarsi al futuro.
Il dilemma è nel paradigma del “sapersi accontentare” e della sua collocazione, negativa o positiva: visto come rinuncia o, al contrario, come temperanza.
L’euristica (la scorciatoia), nel delay discounting, si sviluppa come segue: si punta ossessivamente al “tutto e subito”, in ogni ambito della vita (consumi, diete, cultura, ecc) ma, in condizioni di oggettiva impossibilità, si “ripiega” su “tutto quello che è possibile subito”, arraffando e acchiappando quello che si può.
Il contributo dell’oggi
La società contemporanea, superficiale, intenzionalmente proiettata verso un acceso relativismo, strizza l’occhio al soddisfacimento continuo, veloce e immediato, al consumo sfrenato, presentandolo come intelligente, dipingendo l’attesa come un retaggio antico e anacronistico.
Si consuma anche in funzione difensiva ed egoistica, per non rischiare di essere buggerato o di perdere il bene. Si tratta di un antivalore, focalizzato sull’edonismo, spalleggiato anche dai messaggi pubblicitari, che punta al godimento personale senza curarsi del mondo circostante e di chi, tale soddisfazione, non può ottenerla, né oggi né domani.
Il delay discounting non permette di avere una prospettiva lungimirante, di speranza, di auspicio che ciò che arriverà dopo sarà in grado di sublimare il presente e consisterà in una “ricompensa” ancor più importante di quella ottenuta subito senza fede.