“Dalla regolazione alla promozione”: il futuro che attende il mondo del volontariato

Il Presidente di Terzjius Luigi Bobba (© Luigi Bobba)

In Italia, secondo i dati dell’ultimo censimento delle istituzioni non profit (INP), ci sono 4.661.270 volontari, ovvero persone che decidono di dedicare il proprio tempo gratuitamente al prossimo in difficoltà. Questi volontari sono impegnati negli ETS che rappresentano uno dei pilastri portanti del nostro paese, in quanto sono generatori di uno sviluppo economico e sociale duraturo che, nonostante le difficoltà, mettono sempre la persona e l’incremento del benessere generale della cittadinanza al centro della propria azione quotidiana. Interris.it, in merito allo stato di salute del mondo del volontariato in Italia sulla base del report Terzjus 2023, ha intervistato il dott. Luigi Bobba, animatore del Terzo Settore e protagonista della sua crescita in Italia e in Europa, già sottosegretario al Ministero del Lavoro. Attualmente è presidente di Terzjus – Osservatorio di diritto del Terzo settore, della filantropia e dell’impresa sociale e membro del Consiglio nazionale del Terzo settore.

(© geralt da Pixabay)

L’intervista

Presidente, quale quadro del mondo del volontariato emerge da report Terzjus 2023?

“Emerge un quadro in chiaroscuro, connotato da luci e ombre. Innanzitutto, si è riscontrata una crescita importante dei soggetti che hanno deciso di iscriversi al Runts. La gran parte degli attuali iscritti è trasmigrata – circa 70.000- dai precedenti registri regionali al nuovo registro. Abbiamo però ventiduemila nuovi iscritti che hanno deciso di fare un salto di qualità, collocandosi stabilmente nel RUNTS a partire dal la fine del 2021, momento di avvio del Registro. Voglio poi evidenziare che, anche sul lato delle imprese sociali, oltre a quelle esistenti, già precedentemente registrate presso le Camere di Commercio, abbiamo avuto un incremento di cinquemila nuovi iscritti. Ciò sta ad indicare che, anche questa, nel mondo del Terzo Settore, è una componente generativa che sta crescendo in modo significativo”.

Alla luce di questi dati, secondo lei, cosa serve al mondo del volontariato per permettere di aiutare nella maniera migliore chi ha bisogno?

“A mio parere servono essenzialmente tre elementi. La prima è costituita dalla semplificazione. Occorre rendere più agili le procedure di iscrizione e trasmissione dei documenti che vanno depositati nel Runts. Attualmente, il Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali e il Consiglio nazionale del Terzo Settore, stanno preparando la bozza di un decreto “Semplificazioni” che dovrebbe essere prima di fine anno, che contiene alcune delle auspicabili semplificazioni, sollecitate anche dalla Fondazione Terzjus. Il secondo elemento: portare finalmente a conclusione, da parte del Governo, della interlocuzione con la Commissione europea al fine dell’ottenimento della autorizzazione comunitaria circa alcune norme fiscali. Ciò per rendere il più possibile chiaro il quadro fiscale entro cui operano gli ETS. Inoltre, come terzo punto, abbiamo presentato delle proposte che non richiedono particolari interventi normativi, ma semplicemente un’azione di carattere promozionale nel mondo del volontariato. Non a caso, il titolo del Terzjus report 2023 è significativamente ‘Dalla regolazione alla promozione’ e, in esso, portiamo degli esempi concreti: quello del 5×1000, che sta diventando una misura di sostegno importante per gli ETS ed ha fondo dedicato del valore di 525 milioni. I dati del Ministero delle Finanze però, ci dicono che, sul totale dei contribuenti che presentano la dichiarazione dei redditi, solo il 56% utilizza questa facoltà. Proponiamo quindi una campagna promozionale per far conoscere ai cittadini contribuenti, la possibilità di destinare, senza alcun aggravio, il 5×1000 delle tasse dovute a un ente di Terzo Settore, un’associazione di volontariato, una cooperativa sociale o a una fondazione. Questa iniziativa, nonostante la legge abbia ormai 17 anni, non è mai stata presa. Il principio del 5×1000 è quello della sussidiarietà fiscale, ovvero lo Stato rinuncia al monopolio della gestione degli introiti delle tasse e delega il cittadino a destinarne una piccola quota all’organizzazione che ritiene più meritevole”.

Il Consiglio Europeo, a breve, approverà la Raccomandazione sull’economia sociale? In che modo potrà agire il governo per rafforzare il principio dell’economia e dell’inclusione sociale?

“Questa Raccomandazione, il cui testo è già stato adottato in maniera informale sul piano politico, deve ora passare attraverso un’approvazione formale da parte del Consiglio dei capi di Governo dei 27 paesi dell’UE. Ciò presumibilmente accadrà prima della fine del 2023 e contiene una norma programmatica importante: ciascun governo nazionale, dovrà adottare un proprio piano di rafforzamento e sviluppo dei soggetti dell’economia sociale. L’ultima delle proposte formulate nel Rapporto dice esattamente questo, ovvero che il Governo non perda tempo e, nel prossimo 2024, coinvolgendo i ministeri interessati, ma soprattutto il Consiglio nazionale del Terzo Settore, e proceda speditamente nella costruzione di questo piano, con l’obiettivo di avvalersi nella maniera migliore alle risorse che la Commissione Europea ha già disposto a partire dal dicembre 2021.Così facendo, potremo utilizzare al meglio le risorse comunitarie che, per la prima volta, sono state messe a disposizione specificatamente per i soggetti dell’economia sociale. Vista la recente Riforma del Terzo settore, abbiamo tutte le carte in regola, non solo per cogliere bene le risorse europee, ma anche per influenzare il quadro normativo comunitario verso la direzione intrapresa in Italia”.

Christian Cabello: