Record di cyberbulli. Secondo il Movimento italiano genitori (Moige) tanti bulli virtuali che agiscono servendosi della rete telematica. Cyberbulli possono essere persone che la vittima ha conosciuto a scuola, nei gruppi sportivi o tra coetanei. Ma il bullo digitale può anche essere qualcuno conosciuto in Rete. Attraverso social network o giochi online. E potrebbe anche nascondersi dietro profili falsi (fake) o anonimi. I bulli sono generalmente compagni di classe o ragazzi che frequentano la stessa scuola della vittima. I cyberbulli, invece, sono ragazzi o adulti che agiscono potenzialmente da qualunque parte del mondo. Il bullismo tradizionale che si verifica nella vita reale, il cyberbullismo si realizza su internet. Entrambe le forme di bullismo (reale e virtuale) possono causare danni violenti alle vittime.
Record di cyberbulli
La Campagna Nazionale va sotto il Claim “Il Nodo Blu contro il bullismo”. E tutti gli studenti e le scuole che hanno aderito alla campagna sono stati chiamati ad indossare, appendere o mostrare un braccialetto con un Nodo Blu. Simbolo della lotta nazionale delle scuole italiane contro il bullismo. La vittima dei cyberbulli è un soggetto debole, caratterialmente ansiosoe insicuro. Ha una spiccata sensibilità ma una bassa autostima. E’ predisposto all’isolamento. E ritiene di non essere in grado di difendersi. Le cause del record di cyberbullismo non vanno rintracciate solo nelle caratteristiche di chi abusa. Secondo gli esperti, infatti, possono riguardare anche aspetti di natura ambientale. E cioè la percezione di anonimato legata all’uso di strumenti digitali. E un clima scolastico che potrebbe favorire comportamenti aggressivi. Perciò a Como si è svolta una intera giornata-evento contro bullismo e cyberbullismo. Si chiama “Giovani Ambasciatori per la cittadinanza digitale contro cyberbullismo e cyber risk”. Ed è la campagna del Moige, sostenuta da Enel Cuore Onlus. In collaborazione con Polizia di Stato, Anci, associazione nazionale comuni italiani, Un nodo blu del ministero dell’Istruzione, Coni e Fondazione Cariplo. Per rendere gli studenti più consapevoli dei rischi di internet, responsabilizzare, e stimolare docenti e genitori ad avere un ruolo di guida e controllo più attivo. In questa settima edizione sono coinvolte 300 scuole, circa 75.000 alunni, oltre 2000 docenti e 150.000 genitori sul territorio nazionale.
Innovazione
Stop, quindi, ai pericoli della rete che
minacciano i minori ogni giorno. All’Istituto Comprensivo Como Rebbio, il Movimento Italiano Genitori ha portato il suo
centro mobile. Per incontrare gli studenti, i docenti e i genitori. Ad aprire la giornata sono stati i
saluti istituzionali di Daniela De Fazio, dirigente scolastica IC Como Rebbio. Quindi è intervenuto Alessio Butti, sottosegretario Innovazione alla presidenza del Consiglio. Poi
Stefano Locatelli, vicepresidente Anci. Associazione nazionale dei comuni italiani. Laura Aria, commissario
Agcom. Autorità per le garanzie nelle comunicazioni. Riccardo Bettiga,
garante per l’Infanzia e adolescenza della Lombardia. E Antonio Affinita, direttore generale Moige. Alla domanda su come si comportano i compagni quando a
ssistono a prepotenze, solo il 34% risponde “aiutano la vittima”. Un dato che nel 2020 era il 44%. Comportamenti incauti, ma anche forti responsabilità dei social. Che portano a
valutare in modo superficiale i rischi. E che mettono in pericolo i nostri figli.
Task force
Tre sessioni formative sono state rivolte ai ragazzi e ai docenti. Durante le quali hanno interagito con le scolaresche le psicologhe della task force anti bullismo del Moige. Giorgia Salvino e Jasmine Giovannoli hanno fornito alcuni dati generali sul fenomeno. E hanno parlato di bulli e vittime, delle cause. E delle conseguenze del fenomeno, online e offline. Ma anche dei rischi correlati ad un uso improprio del web. Tra truffe, fake news e adescamenti. Sono stati forniti, inoltre, consigli utili e pratici. C’è stato , inoltre, l’intervento diretto ai genitori, che spesso, purtroppo, non si accorgono dei campanelli di allarme dei propri ragazzi. O tendono a sottovalutarli. Giustificando eventuali cambiamenti di umore e comportamento. Nell’errata convinzione che sia solo la fase di ribellione o trasformazione dell’adolescenza. A loro sono state date dal Moige indicazioni su come comportarsi. E sui modi migliori per intervenire e proteggere i propri figli.
Prepotenze sul web
L’ultimo studio è stato condotto dal Movimento Italiano Genitori in collaborazione con l’Istituto Piepoli. Più della metà dei minori in Italia (54%) ha subito prepotenze sul web o di persona. Si tratta di un dato cresciuto di ben il 10% in soli 2 anni. Il 10% dei minori (+3%) ha preso parte ad episodi di prepotenza. Il 6% ha usato foto o video per offendere altre persone. E il 53% (+15% rispetto al 2020) prende abitualmente in giro uno o più amici. Dicendo che, però, lui/loro sanno che “lo fa per scherzare”.