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“Cuori Ribelli”, il progetto che cura le cardiopatie infantili in Africa

L'intervista di Interris.it a Enzo Palumbo, presidente della Onlus "Una Voce per Padre Pio"

Le malattie cardiovascolari sono la prima causa di morte nel mondo, circa il 37% del totale, e il 65% di quei decessi avviene nei paesi a basso e medio reddito, complici malnutrizione, scarsità di prevenzione, mancanza di centri medici specializzati e costo esorbitante delle cure. Più di 300mila nuovi nati muoiono ogni anno nel mondo per malattie congenite e la metà dei morti per questi motivi sotto i cinque anni d’età si registra nell’Africa Subsahariana. In particolare, l’International Cooperation in World Cardiology ha calcolato tale disparità nelle regioni del mondo: in Europa ne esiste uno ogni milione di abitanti, in Asia ogni 16 milioni, in Africa ogni 50 milioni. Più in generale, nella regione africana solo due abitanti su dieci hanno accesso alla sanità di base, il dato più basso al mondo.

L’opera di “Una Voce per Padre Pio”

Una “Voce per Padre Pio Onlus” è un’organizzazione umanitaria internazionale laica, apolitica, multiconfessionale, senza scopo di lucro. Attiva dal 2008, promuove progetti a favore di chi vive nell’emarginazione sociale, economica e sanitaria. Opera in Italia, nelle periferie più svantaggiate del Centro e del Sud, e in Africa, in particolare in Costa D’Avorio, dove gestisce strutture per minori in Camerun, in Senegal e in Benin. Interris.it, in merito alle azioni di aiuto sanitario messe in atto da questa Onlus, ha intervistato il presidente della stessa Enzo Palumbo.

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Foto di Tim Marshall su Unsplash

L’intervista

Qual è stata, in questi anni, l’opera della missione medica “Una Voce per Padre Pio”? In che cosa consiste il progetto “Cuori Ribelli”?

“’Una Voce per Padre Pio’ nasce principalmente come una Ong che si occupa della tutela dei minori. Tra le tante problematiche riscontrate nella presa in carico dei bambini nel Terzo Mondo c’era un problema sanitario. Ciò succede perché, in quei paesi, i bambini non hanno accesso facile alle cure in quanto la sanità è a pagamento. A tal punto, insieme a una serie di partner italiani, abbiamo cercato di fornire dei servizi medici che sono nati gradualmente. In questo cammino abbiamo avuto la fortuna di incontrare il professor Guido Oppido che, attualmente, è il nostro vicepresidente delle sede italiana nonché presidente dell’associazione cardiochirurghi pediatrici italiani. Grazie alle sue competenze, siamo venuti a conoscenza del fatto che, in quei paesi, una grande mortalità derivava dalle cardiopatie congenite. A tal punto, nel 2017, abbiamo iniziato a fare qualche attività in tal senso e, nel 2019, è nato il progetto ‘Cuori Ribelli’ che tende a fare screening delle cardiopatie congenite e successivamente cercare una soluzione medica e chirurgica. L’arrivo del Covid – 19 ci ha rallentato un po’ per ovvi motivi. Nel 2022 siamo ripartiti con il progetto facendo sia screening che interventi. Abbiamo posizionato 82 bambini, di cui 70 già operati, di questi 11 dal professor Oppido e dalla sua equipe in Burkina Faso dopo un trasferimento dalla Costa d’Avorio. ‘Cuori Ribelli’ è un progetto salvavita, in quanto si ha la certezza di salvare una vita umana intervenendo con la chirurgia correttiva. Gradualmente ci stiamo estendendo in altri paesi, come il Camerun e il Senegal e, quest’anno, ci apriremo anche alla Repubblica Centrafricana e al Gabon”.

Quali sono i vostri auspici per il futuro il merito allo sviluppo del progetto “Cuori Ribelli”? In che modo, chi lo desidera, può sostenervi attraverso la campagna “Padre Pio social aide”?

“Il nostro auspicio per il futuro è un sogno quasi realizzato, grazie a un benefattore italo canadese, ovvero avere un’unità di cardiochirurgia in Costa d’Avorio dove stiamo costruendo un ospedale chiamato ‘Il Paradiso di Padre Pio’. Quello che speriamo e di poter operare i bambini in Africa e non trasferirli più in Italia, se non per i casi più gravi e complessi. Operandoli in loco, grazie alle collaborazioni che abbiamo con alcuni dei principali ospedali italiani come il ‘Gaslini’, il ‘Bambin Gesù’, l’ospedale universitario di Padova, l’’Ospedale del Cuore’ di Massa Carrara, potremo trasferire ogni mese in Africa un’equipe e operare almeno 10 – 12 bambini e ciò significherebbe poter fare molto. L’elemento più bello per coloro che ci sostengono e ci sosterranno con la campagna ‘Padre Pio social aide’, attraverso il numero solidale 45531, sarà la possibilità di aiutare il progetto salvavita ‘Cuori Ribelli’. Oltre a ciò, si sostengono i progetti in favore dei minori in Italia, nelle periferie di Napoli, attraverso ‘Fratello studio, sorella scuola’ che verte ad intervenire con azioni di sostegno nell’età scolare dei bambini dagli 8 ai 14 anni d’età, cercando di essere di supporto alle famiglie, evitando così la dispersione scolastica e strappando questi giovani alla criminalità organizzata che, in questi territori, è molto radicata e organizzata”.

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