Allarme culle vuote in Italia. Silvia Vaccari è la neo presidente della Fnopo. La Federazione nazionale degli Ordini della professione di ostetrica. Sono “drammatici” i dati dell’Istat sul calo delle nascite nel 2020. “Commentarli sembra diventato quasi anacronistico ormai– spiega Silvia Vaccari-. Ciò che l’Istat fotografa non rientra più nel novero dell’emergenza. Bensì è un tratto strutturale del nostro Paese. Sono anni, ormai, che il trend negativo dei nuovi nati non si arresta. E anzi continua la propria vorticosa avanzata”. Ad aggravare la riduzione dei nuovi nati è la pandemia.
Farsi carico delle criticità
Di questo fenomeno sono ben consce le ostetriche. Quotidianamente vivono in prima persona la diminuzione del numero delle gestanti. E di conseguenza delle nascite. “Si tratta di un problema complesso. Le cause sono multifattoriali- evidenzia Silvia Vaccari-Servono soluzioni che coinvolgono più responsabili. Quali ad esempio il Welfare, l’economia. Di certo, però, il primo soggetto che deve farsi carico di tale criticità è il ministero della Salute. Al quale rivolgiamo un appello affinché vi sia un rinnovato impegno. Attraverso l’impiego di maggiori risorse che finanzino investimenti sul personale. Sui nuovi modelli organizzativi. Per mettere al centro la donna. Supportata dall’ostetrica. Nel rispetto e con l’attenzione dovuta alla sua fisiologia“.
Impoverimento
“Il Recovery fund – avverte la presidente delle ostetriche – è l’occasione imperdibile e privilegiata. Per realizzare obiettivi attesi da anni. E cioè adeguate strutture di prossimità pubbliche e ad accesso gratuito. Che siano un punto di riferimento per le donne. Puntando su modelli quali l’ostetrica del territorio, di comunità e di quartiere. Vanno poi rafforzati i consultori familiari. Potenziandoli in numero sufficiente. E dotandoli di personale ostetrico e di supporto adeguatamente formato. Per garantire prevenzione. Presa in carico. Sicurezza. Appropriatezza delle cure. Senza adeguati investimenti sulla salute femminile non vi può essere una sana progettualità di maternità e paternità. Con la conseguenza di avere un Paese sempre più vecchio e povero”.
Sos culle vuote
Sos culle vuote in Italia, quindi. Dagli Stati generali sulla natalità all’appello delle associazioni non profit. Il Recovery plan come “colpo d’ala che l’Italia aspetta”. A impoverire il paese è la riduzione delle nascite. Secondo l’Istat negli ultimi 12 anni si è passati da un picco relativo di 577 mila nati agli attuali 404 mila. Il 30% in meno. La pandemia ha contratto ulteriormente l’andamento. Con pesanti ripercussioni sull’equilibrio delle generazioni e sul welfare italiano. Un grido d’allarme raccolto da papa Francesco e dal premier Mario Draghi. Oggi apriranno in presenza la prima edizione degli Stati generali della natalità. Al Foyer dell’Auditorium della Conciliazione a Roma. In diretta streaming a partire dalle 9.30. Sul sito www.statigeneralidellanatalità.it. E sulla pagina facebook degli Stati generali della natalità @SGDNAT. Presenti anche la ministra per la Famiglia, Elena Bonetti. Il ministro dell’Istruzione, Patrizio Bianchi. Il presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti. E la sindaca di Roma Virginia Raggi. A organizzare l’evento è il Forum delle associazioni familiari.
Priorità
Un mese fa 70 associazioni non profit avevano proposto pubblicamente un proprio contributo al governo. In vista delle scelte per il Recovery plan. Chiedendo che fra gli obiettivi prioritari si scegliesse con decisione la “rinascita demografica”. Ora le stesse sigle del terzo settore sostengono con entusiasmo gli odierni Stati Generali della natalità. Le associazioni “attendono con trepidazione le parole di Papa Francesco“. La cui stessa presenza “è già segno della radicale posta in gioco per quella ‘next generation‘ cui è intitolato il Recovery plan. Ma che rischia di non esserci affatto fra trent’anni“.
Forum
“Auguriamo, pertanto, la migliore riuscita dell’evento promosso dal Forum delle Associazioni Familiari“, rimarcano le associazioni. Si rivolgono “al premier Mario Draghi. E agli autorevoli esponenti del governo che parteciperanno”. Chiedono di “assumere un impegno di alto profilo e definitivo. Contro l’inverno demografico”. Un’assunzione di responsabilità che sia all’altezza della gravità e dell’emergenza della situazione. “Sia attraverso interventi direttamente a favore della natalità. In parte già previsti dallo stesso Pnrr. Sia decidendo che la genitorialità e la famiglia devono essere il perno e lo scopo delle annunciate riforme strutturali. Soprattutto nei campi della fiscalità. Della promozione del lavoro. E del Welfare”.
Sfide generali
Concludono le associazioni non profit: “Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) è stato approvato dalle Camere. E dal Consiglio dei ministri. Sono state ascoltate tante voci della società italiana quali le nostre. E’ palese la necessità di considerare l’attuale contesto demografico. L’Italia è uno dei paesi con la più bassa fecondità in Europa. 1,29 figli per donna contro l’1,56 della media dell’Unione Europea a venti paesi. Da qui l’urgenza di affrontare sfide generali come quelle legate alle tendenze demografiche“.