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Croce Rossa Italiana, una storia di prossimità lunga 160 anni

In occasione dei 160 anni di attività della Croce Rossa Italiana Interris.it ha intervistato il presidente nazionale dott. Rosario Valastro

Prevenire, alleviare la sofferenza, proteggere la vita e garantire il rispetto dell’essere umano è fondamentale per rispondere nella maniera migliore alle molteplici fragilità che, in misura sempre maggiore, stanno lambendo la nostra società e le persone che la vivono.

L’azione della Croce Rossa

Il soccorso ai malati, ai feriti e a coloro che si trovano in condizioni di bisogno è una delle esemplificazioni più belle dell’essere prossimi. La Croce Rossa Italiana, da 160 anni, svolge questo compito con grande dedizione. Interris.it, in occasione dell’anniversario di fondazione di quest’ultima, ha intervistato il dott. Rosario Valastro, presidente della stessa.

Croce Rossa Ucraina
Foto di Kevin Paes su Unsplash

L’intervista

Presidente Valastro, oggi si celebra l’anniversario di fondazione della Croce Rossa Italiana nata il 15 giugno 1864 a Milano. Quali sono stati e quali sono i valori costanti della vostra attività umanitaria?

“Da quando Henry Dunant ebbe l’idea di Croce Rossa ad oggi, a spingere Volontarie e Volontari nelle attività quotidiane al fianco dei più vulnerabili è un desiderio comune: essere ovunque per chiunque, senza alcuna distinzione. Questo è il tratto distintivo della nostra Umanità diffusa, fatta di piccoli gesti d’amore verso il prossimo: nei porti di tutto il Paese, dove ci occupiamo delle attività di accoglienza delle persone migranti, davanti ad emergenze come le alluvioni in Emilia Romagna e in Toscana, a supporto delle comunità colpite dal terremoto a L’Aquila e in occasione del sisma del Centro Italia, nelle crisi internazionali, dall’Ucraina a Gaza, così come nell’assistenza ai senza fissa dimora e nelle iniziative a supporto delle persone in difficoltà. Siamo davvero una bella storia da raccontare”.

In che modo, la Croce Rossa Italiana, declina i valori di quello che si può definire “umanitarismo moderno” nei confronti delle persone in condizione di fragilità?

“I bisogni di tutti, anche quelli delle persone vulnerabili o con fragilità, non sono sempre gli stessi. La Croce Rossa Italiana, nella sua evoluzione, ha saputo leggere il mutare di queste necessità e adattare il proprio operato ad esse. Non sempre è facile…ad esempio, subito dopo la pandemia abbiamo dovuto individuare le nuove povertà e cercare il modo di intervenire per fronteggiarle, quando c’erano persone, famiglie intere, che dovevano decidere se mangiare o pagare le bollette. Lo abbiamo fatto. Non è stato semplice ma ci siamo riusciti. Credo che l’umanitarismo e, più in generale, il Volontariato tutto debbano saper leggere questi cambiamenti e adattare le proprie azioni ad essi”.

I volontari, da sempre, rappresentano il fulcro della vostra azione. Che messaggio vuole lanciare a coloro che, quotidianamente, onorando la vostra uniforme, si impegnano per aiutare gli altri?

“Sono orgoglioso di loro e li ringrazio per quanto fatto e fanno ancora oggi, per le rinunce che ogni giorno compiono per essere sul campo con addosso il nostro Emblema, pronti ad aiutare il prossimo, impiegando il proprio tempo per gli altri, in alcuni casi togliendolo a mogli, figli, famiglia, amici, lavoro. Rinunce importanti che mi commuovono tanto quanto il loro impegno verso comunità intere di donne, uomini e bambini che li ringraziano per ciò che fanno, per ciò che danno. La fiducia che i beneficiari, così come le Istituzioni e i donatori, hanno verso la Croce Rossa Italiana è merito loro, di ciascuna di quelle 150.000 anime, Volontarie e Volontari instancabili che sono testimoni giornalmente dei nostri Princìpi e della nostra voglia di fare sempre di più per aiutare chi ci circonda”.

Quali sono i vostri auspici per lo sviluppo della vostra opera? In che modo, chi lo desidera, può aiutare la vostra azione?

“Oggi, oltre alle attività sanitarie, ci occupiamo di emergenze internazionali, supporto durante catastrofi, sensibilizzazione e formazione della popolazione, accoglienza e tanto altro. Credo che il percorso dell’Associazione e dei suoi Volontari sia in continua evoluzione, come dicevo prima, per adattarsi alle nuove necessità delle persone, delle comunità, per cercare di interpretare le sfide che ci aspettano, magari leggendole in anticipo così da poter elaborare risposte concrete. Penso alla telemedicina, all’intelligenza artificiale, a problematiche sociali derivanti dall’utilizzo non controllato di dispositivi elettronici o a nuove forme di solitudini, al climate change e alle siccità. Dobbiamo continuare ad investire risorse e tempo sulla formazione di Volontari e Dipendenti, sulla preparazione delle comunità ai disastri, per aumentare la loro resilienza. Come aiutare la nostra opera? Diventate Volontarie e Volontari della Croce Rossa Italiana. Insieme possiamo fare la differenza”.

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