Preoccupa sempre di più il diffondersi delle polmoniti da micoplasma (Mycoplasma pneumoniae) un batterio che causa frequentemente nell’uomo infezioni del tratto respiratorio, in particolare durante l’infanzia. I casi sono in aumento in Cina, Francia e Olanda, generando la paura che si tratti di una mutazione batterica e allarme tra le famiglie.
L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) si sta interessando del problema: “Stiamo monitorando la situazione in Cina e abbiamo riscontrato un aumento complessivo delle infezioni respiratorie acute dovuto a una serie di diversi agenti patogeni, inclusa l’influenza, che è in aumento. La polmonite da Mycoplasma è aumentata negli ultimi due mesi e ora sembra essere leggermente in declino”, ha annunciato l’OMS.
Interris.it ha intervistato il dottor Sebastian Cristaldi, responsabile del DEA II livello dell’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù (OPBG) di Roma sulle possibili cause dell’aumento dei casi di polmonite in età pediatrica nel mondo, sulla pericolosità del batterio micoplasma e sull’attuale situazione in Italia.
L’intervista al dott. Sebastian Cristaldi (OPBG)
C’è paura per la nuova polmonite pediatrica in arrivo dalla Cina e già trovata in Francia e Olanda. C’è da preoccuparsi?
“Non deve esserci allarmismo per la ‘nuova’ polmonite dalla Cina. Innanzitutto, perché non è nuova: il germe responsabile, il micoplasma, non è sconosciuto; è un batterio che causa abitualmente una patologia respiratoria e che ciclicamente può avere una diffusione maggiore in determinati periodi dell’anno, come accade anche per le infezioni respiratorie. Quindi, l’idea non è di un nuovo quadro respiratorio”.
Esiste una cura per il micoplasma?
“Sì. Il micoplasma è un germe che noi conosciamo bene e per il quale esistono validi strumenti per combatterlo. E’ infatti un batterio che risponde bene agli antibiotici che abbiamo disponibili, come i macrolidi”.
Perché c’è allarme in alcune Nazioni?
“C’è allarme in Cina e Francia perché in questo momento hanno registrato un numero maggiore di casi con conseguente aumento del carico di lavoro per le strutture. In Francia, ad esempio, le autorità hanno riscontrato un aumento dei casi, ma non un aumento della pericolosità del germe o della gravità delle malattia: non si segnala una maggior occupazione delle terapie intensive o un maggiore numero di decessi dovuti a quelle specifiche situazioni respiratorie”.
Da cosa potrebbe essere causato l’aumento dei casi?
“La fine delle misure restrittive potrebbe aver facilitato l’insorgenza della diffusione di questi batteri che nel periodo Covid e nel periodo dell’isolamento erano sopiti ma non scomparsi. A questo, si deve aggiungere il cambio di stagione e che quest’anno l’arrivo del freddo è un po’ in ritardo. Infine, la ripresa della ‘fase invernale’ della vita di comunità: si comincia adesso a stare di più al chiuso a causa del maltempo e delle basse temperature”.
L’aumento dei casi potrebbe essere causato da un batterio mutato?
“Direi di no. Al momento, infatti, non ci sono indicazioni che facciano pensare a un batterio con caratteristiche diverse da quelle già conosciute. E quindi curabile nei modi classici”.
Qual è la situazione attuale nell’ospedale della Santa sede?
“Al pronto soccorso dell’ospedale pediatrico Bambino Gesù, così come nel resto d’Italia, non abbiamo numeri che destino allarme. Ovviamente, la situazione va monitorata costantemente, anche in funzione delle informazioni che arrivano dall’estero. Ma comunque noi qui siamo pronti: qualora dovesse presentarsi un aumento dei casi, o esserci una variazione del batterio, saremo pronti a gestirla. Al momento, stiamo cominciando a vedere la patologia respiratoria in alcuni bambini come atteso; ma non abbiamo elementi di preoccupazione o di allarme per il micoplasma. Per ora, nessun allarmismo dunque”.