Crisi Globale Infanzia: emergenza a Gaza, Sudan e Ucraina

Gaza

Bambini a Gaza. Foto: Unicef

“Negli ultimi 6 mesi, a Gaza, ogni 15 minuti circa un bambino ha perso la vita” – ha dichiarato Daniela Fatarella, direttore di Save the Children Italia. Per ricordare tutti loro e come monito alla comunità internazionale affinché si adoperi per fermare queste morti, lo staff di Save the Children si è riunito in prossimità della sede di Roma dell’Organizzazione, esponendo uno striscione con il terribile dato. Inoltre, lo staff, in silenzio, ha deposto sulla scalinata in prossimità del palazzo, una serie di oggetti che rappresentano l’infanzia rubata ai bambini che vivono in zone di conflitto, a Gaza e in tante altre crisi dimenticate.

Sei mesi di guerra che hanno portato la popolazione allo stremo e sull’orlo di una crisi umanitaria senza precedenti. La distruzione di scuole e ospedali a Gaza è diventata la norma, e la maggior parte dei bambini è privo di cibo e non può ricevere nemmeno le cure più elementari. Circa 30 dei 36 ospedali sono stati bombardati e il sistema sanitario è ormai al collasso. Inoltre, da ottobre, l’escalation del conflitto ha danneggiato o distrutto quasi il 90% degli edifici scolastici e metà della popolazione sta affrontando un livello catastrofico di insicurezza alimentare, con zone come quelle del nord del Paese che sono a rischio di carestia.

Ogni 15 minuti un bimbo muore

“Pensare che circa ogni 15 minuti un bambino perda la vita, ci fa capire quanto questa guerra sia tra le più letali e distruttive della storia recente. In sei mesi di conflitto, circa 26.000 bambini sono stati uccisi o feriti, mentre coloro che sono sopravvissuti hanno perso la casa, gli affetti, la scuola, la loro vita quotidiana e oggi stentano a sopravvivere per la fame. Tutto questo è inaccettabile: il mondo deve agire ora per garantire un cessate il fuoco immediato e definitivo e un accesso umanitario senza restrizioni. Ogni oggetto che abbiamo deposto oggi vicino alla nostra sede vuole ricordare queste piccole vite spazzate via, ma al tempo stesso tutto il bello che dovrebbe popolare la vita di un bambino, in cui non dovrebbe esserci spazio per violenza e morte”, ha concluso Daniela Fatarella.

10 milioni di bambini esposti alle violenze della guerra in Sudan

Sempre Save the Children ha rivelato che più di 10 milioni di bambini in Sudan, un numero superiore a quello dei minori residenti in Italia, si sono trovati in zone di guerra attive, a meno di cinque chilometri da spari, bombardamenti e altre forme di violenza mortale dall’inizio del conflitto il 15 aprile 2023. Questo rappresenta un aumento del 60% rispetto ai 6,6 milioni di bambini inizialmente esposti alla violenza. L’organizzazione, che da oltre un secolo si impegna nella salvaguardia dei bambini a rischio, chiede ai leader riuniti a Parigi per discutere della crisi sudanese di migliorare l’accesso umanitario e proteggere i bambini dalla violenza e dalla carestia. Sottolineano l’urgenza di aumentare gli aiuti umanitari, dato che il 95% dei fondi necessari non è stato ancora raccolto.

La drammatica situazione in Sudan

L’analisi, condotta con l’Armed Conflict Location and Event Data Project (ACLED), evidenzia che i bambini hanno subito ferite devastanti, sfollamenti e danni psicologici. La maggior parte delle violenze si sono verificate nelle aree più popolate del Sudan, esponendo circa 5 milioni di bambini a traumi. Jouman, una ragazza di 16 anni fuggita in Egitto, testimonia la durezza dei combattimenti e la distruzione subita. Save the Children mette in luce la drammatica situazione dei bambini sudanesi, molti dei quali vivono in costante paura, e richiama l’attenzione sulla necessità di un intervento urgente per garantire la loro protezione e sopravvivenza. La crisi umanitaria in Sudan richiede un impegno globale per aumentare i finanziamenti e trovare soluzioni per porre fine al conflitto.

Testimonianze dei bambini sopravvissuti alle violenze

Jouman (nome di fantasia), 16 anni, è fuggita dal Sudan con la sua famiglia a novembre e ora vive al Cairo, in Egitto, dove studia in una scuola per rifugiati sudanesi che Save the Children sostiene con risorse e materiali didattici. “I combattimenti sono stati molto duri. Non avremmo mai immaginato che saremmo stati costretti a fuggire dal Sudan”, dice Jouman. Al Cairo, le piace giocare a calcio con la sua migliore amica di scuola, Hanaa (nome di fantasia), 15 anni, anche lei fuggita dal Sudan. Jouman spera di tornare nel suo Paese, dove in futuro vorrebbe diventare medico. “Era bello stare in Sudan. Andavo a scuola, poi tornavo a casa e passavo il tempo con la famiglia e [quando ero con la mia amica], ci divertivamo e studiavamo”, racconta.

“Questi dati evidenziano che tantissimi bambini sudanesi sono stati pericolosamente vicini alla morte e al rischio di essere feriti nell’ultimo anno di guerra – ha dichiarato Arif Noor, direttore di Save the Children Sudan – I bambini sudanesi hanno sofferto in modo inimmaginabile: hanno assistito a uccisioni, massacri, hanno visto strade piene di proiettili, cadaveri e case bombardate, convivendo con la paura fin troppo reale di poter essere uccisi, feriti, reclutati per combattere o sottoposti a violenza sessuale. Nonostante il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite abbia recentemente chiesto un cessate il fuoco, il conflitto continua, con milioni di bambini nel fuoco incrociato.”

In Ucraina alte vittime tra i bambini e un nuovo rifugio Spilno Child

Ancora vittime tra i bambini in Ucraina in questo inizio di aprile. Tre bambini sono stati uccisi in diversi attacchi in pochi giorni e una bambina di 4 anni è rimasta ferita. Negli ultimi giorni almeno 5 bambini sono stati colpiti dagli attacchi – fa sapere l’UNICEF – sono loro che pagano il peso più alto della guerra, mentre dovrebbero essere protetti.

Anche Save the Children grida l’allarme per la condizione dei minori in Ucraina: nei primi tre mesi del 2024, almeno 125 bambini sono stati uccisi o feriti, il 20% in più rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso. Marzo è stato il mese più letale da luglio del 2023.

Uno spazio sicuro per i bambini

Ma sempre in Ucraina arriva una relativa “buona notizia” dall’UNICEF che, in collaborazione con le Ferrovie ucraine (Ukrzaliznytsia), ha inaugurato un nuovo Spilno Child Spot nella stazione ferroviaria di Odessa, offrendo uno spazio sicuro e servizi gratuiti per il sostegno di bambini, adolescenti e le loro famiglie. Questo centro, che si estende su 145 metri quadrati, è equipaggiato con materiali educativi e di svago, come librerie, set da disegno, e aree gioco, inclusa una ‘zona Vagone ferroviario’. Pensato per le famiglie in transito, specialmente quelle sfollate a causa della guerra, lo spazio include anche servizi fondamentali quali assistenza medica, supporto psicosociale, e assistenza abitativa. Gli Spilno Child Spots, presenti in 22 regioni dell’Ucraina dal 2022 e con circa 3 milioni di visitatori, sono diventati un rifugio per le famiglie che affrontano la crisi. Nel 2024, l’UNICEF prevede di trasferire la gestione di questi spazi alle autorità locali, trasformandoli in centri multifunzionali per garantirne la sostenibilità.

Oriana Mariotti: