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Covid-like: ecco il nuovo pericolo e l’importanza dell’anti-droplet

Ancora tanti contagi dovuti al coronavirus. Molti di questi sono casi Covid- like, così sono stati definiti dal dottor Mario Balzanelli, presidente del SIS 118. Interris.it lo ha intervistato per capire il fenomeno

Pazienti negativi al tampone e con sintomi sfumati, che poi dopo una Tac rivelano polmoniti interstiziali del tutto analoghe a quelle dei pazienti Covid. “Ecco perché parlo di casi di Covid-like: sono del tutto simili a Covid ma senza che il virus emerga dal tampone, talvolta lo scoviamo solo nel liquido del lavaggio bronco-alveolare”.
A parlare ad Interris.it di questo fenomeno “ormai preoccupante anche nei numeri”, è Mario Balzanelli, presidente nazionale della Sis (Società Italiana Sistema) 118. 

Come si presenta il soggetto Covid-like

“Per questa tipologia di pazienti è fondamentale che si preveda una gestione separata. Questi presentano un quadro di tipo emo gas analitico, l’emo gas analisi, e l’insufficienza respiratoria acuta normo ipo capnica con alcalosi respiratoria del tutto identico ai pazienti covid. Presentano, infatti – sottolinea Balzanelli – dei bassi livelli di linfocidi, altissimi livelli di fibrinogeno, e livelli assenti o ridottissimi di vitamina D3, nonché un quadro clinico identico a quello della polmonite interstiziale.
Questi dovranno essere indagati e trattati come pazienti covid fino ad esclusione del fatto che si presenti il covid. Bisogna sottoporli ad una broncoscopia per vedere se il virus è scivolato in basso per le vie aeree profonde come noi abbiamo dimostrato a Taranto in due casi su due. Qui su due broncoscopie, abbiamo trovato che due di quelli testati erano covid. Tutto ciò serve ad evitare che questi casi siano confusi con normali polmoniti interstiziali ed essere dimessi in modo tempestivo”.

Potrebbe esserci il rischio di un nuovo lockdown?
“Il rischio di un nuovo lockdown non è altamente improbabile considerato che i focolai tendono a moltiplicarsi e gli asintomatici continuano ad essere contagiosi.
Esiste un periodo di circa 72 ore in cui il soggetto è completamente asintomatico e tende ad essere infetto, e trovandosi quindi in una situazione pre sintomatica contagia gli altri.
Per evitare che tutto questo accada occorre utilizzare le visiere para goccioline anti-droplet perché ritengo che siano l’unica misura efficace considerando che il distanziamento fisico sia ormai saltato in molte circostanze. Ritengo che queste visiere siano molto più comode ed estremamente efficaci perché coprono anche gli occhi e si possono utilizzare come presidio di difesa che ci consentirebbe di vivere la vita di tutti i giorni in modo più tranquillo soprattutto in vista del prossimo inverno”.

C’è paura per una seconda ondata di contagi, come prepararsi?
“I sistemi dell’organizzazione devono considerare la necessità di apprendere le durissime lezioni che il covid ha inflitto. La prima è che il covid non deve entrare negli ospedali.
É necessario dedicare al covid ospedali chiusi o riconvertiti o quantomeno predisponendo ospedali da campo su tendo strutture o su containers come hanno brillantemente dimostrato i nostri colleghi di Wuhan.
Non ci sono alternative, se il covid entra negli ospedali normali tende, in virtù del fatto che ha un indice di contagiosità nosocomiale altissima, del 41% almeno, a diffondersi e a colpire i pazienti non infetti. Questo è un errore da evitare.
Inoltre vanno predisposte in tempo di pace, e quindi adesso, le scorte dei dispositivi di protezione individuale. Bisogna utilizzare questo tempo per rifornire le centrali operative del 118 di scorte intangibili di dispositivi di protezione individuale che abbiano i migliori dispositivi a riguardo. Mi riferisco alle tute con certificazione europa EN14126 e alle maschere FFP3 ed FFP2 al massimo e non al di sotto del livello di protezione. Mi riferisco anche alle visiere anti-droplet e ai guanti in lattice che in un certo momento rischiavano di essere introvabili anche qui”.

Serve un rafforzamento del sistema?
“Per quanto riguarda sempre il 118 è necessario predisporre un dispositivo di rinforzo, semmai fosse necessario, delle ambulanze istituendo le cosiddette ambulanze covid dedicate, prevedendo l’immissione in servizio di mezzi aggiuntivi che facciano solo trasporto dei casi sospetti o dei casi conclamati covid”.

Il rientro a scuola…come sarà?
Separare gli alunni con banchi singoli non è la giusta soluzione perché nel caso di colpo di tosse questo produce una colonna di aria respirata che va a 400 km all’ora e quindi non c’è distanza che tenga. L’unica soluzione razionale possibile pur distanziando un minimo i banchi (non è solo il metro di distanza che fa la differenza) sono le visiere anti-droplet che permettono di respirare agevolmente proteggendo anche occhi, naso e bocca. In questo modo sarà garantita una maggiore sicurezza per tutti”.

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