Il 14 gennaio c’è stata una grande manifestazione a livello nazionale da parte di tutti gli studenti, il motivo? Il rientro in classe “non sicuro” dopo le vacanze natalizie. Nonostante infatti le notizie che ci arrivano siano sempre più allarmanti, indicando un accrescimento del contagio della nuova variante Omicron, il ministro dell’istruzione Bianchi ha confermato lo stesso la presenza nelle scuole.
Con il passare del tempo però la situazione non è migliorata ma anzi, secondo il sindacato Gilda, nelle scuole di Torino la media che si conta per ogni classe è di 3 studenti in quarantena, 6 assenti e 4 o 5 in didattica a distanza. Insomma dati che non fanno sperare di certo ad una apertura duratura delle scuole. La manifestazione del 14 gennaio ha avuto luogo proprio per questo motivo ed è stata “capitanata” dai ragazzi dell’Unione degli studenti, i quali hanno messo in evidenza le difficoltà di molte persone nel riuscire a raggiungere la scuola, poiché vivono lontani o soprattutto a causa dei mezzi di trasporto. Le mascherine Ffp2 non sono garantite da tutte le scuole e per questo non garantiscono neanche la riduzione del contagio, l’areazione delle aule avviene solo tramite le finestre aperte, non facilitato però dal clima rigido di questo ultimo periodo.
Insomma sono tanti i motivi per il quale gli studenti, e non solo, richiedono di riutilizzare la didattica a distanza. Per fare un esempio concreto io vivo a Torino e nella mia classe ci sono 6 positivi in DAD e due professori a casa malati, questo non garantisce la continuità delle lezioni scolastiche mettendo in crisi il programma annuale e soprattutto tutti gli studenti che, come me, si ritrovano all’ultimo anno e quindi soggetti alla maturità finale.