Da quando è iniziata l’emergenza sanitaria causata dal propagarsi del virus Covid-19, sembra che le nostre vite siano state messe in pausa. Congelate le relazioni sociali, gli interessi, gli hobby, le uscite con le amiche e le partite a calcetto con gli amici, chi può lavora da casa. In questo strano momento, molte coppie si sono trovate a vivere una situazione a cui, forse, non erano più abituate. Il tran tran della vita quotidiana, interrotto da una condizione che non abbiamo scelto e che fa crescere dentro di noi uno stress notevole. Sia ben chiaro, il distanziamento sociale e l’isolamento forzato, al momento, sono l’unica arma che abbiamo per combattere questo virus micidiale e invisibile. Ma per alcuni, la convivenza 24 ore su 24, sotto lo stesso tetto, può essere dura da affrontare. Interris.it ha contattato Marco Scarmagnani, consulente di coppia e membro della Comunità Papa Giovanni XXIII, per capire come “salvare” la coppia in questa situazione di quarantena.
In questo periodo di quarantena forzata, come vivono le coppie?
“Stiamo vivendo questa emergenza in diretta, quindi è difficile fotografare una situazione delle coppie e come stanno vivendo. Dal mio osservatorio ci sono due tendenze polarizzate: da un lato ci sono le famiglie che per la prima volta stanno insieme e stanno bene, sperimentano un’esperienza che da sempre hanno voluto, c’è questo effetto vantaggio, soprattutto in queste ultime settimane perché le prime sono state di assestamento. Dall’altra parte c’è chi sta soffrendo molto – per quanto bene ci si voglia, per quanto ci sia una relazione stabile – il fatto che questa convivenza sia forzata. Per alcuni è un aspetto molto difficile da gestire perché c’è bisogno di tarare bene spazi personali e di coppia”.
Quali sono le problematiche maggiori?
“Le persone che mi stanno chiamando in questo momento, vivono un’impennata della conflittualità. Mentre prima c’erano discussioni più di fino – non andiamo d’accordo, bisticci con i suoceri, con le famiglie di origine, gestione del denaro – in questo momento la richiesta è molto lineare su un innalzamento della soglia di conflittualità che viene percepita su un livello superiore a quello che le persone sono disposte a tollerare. Se non ha la possibilità di sganciarsi, di avere del tempo ricreativo, chi ha una tendenza a litigare, lo fa più a lungo e diventa logorante. Chi non si è allenato prima ad utilizzare quelle strategie di contenimento del conflitto – di cui parlo nel mio libro ‘Tre regole per non litigare e altri consigli per una coppia felice’ (edizioni Sempre) – fa fatica. L’altro problema riguarda le famiglie che hanno nella coppia qualcuno che fa parte del mondo della sanità: medici, infermieri, operatori di teleassistenza. C’è la paura che queste persone, per lavoro esposte quotidianamente al rischio del contagio da coronavirus, possano essere infette. Questo crea tutta una serie di ricadute dalla gestione degli spazi familiari, fino a generare un senso di diffidenza”.
Quali consigli dare alle coppie per affrontare bene questa convivenza forzata?
“Se poco fa abbiamo rilevato che l’inasprirsi dei livelli di conflitto è dovuto alla mancanza di spazi individuali, uno se li deve creare in modalità condivise, questo aumenta il dialogo e l’intimità. Trasformare la rabbia in richieste e azioni”.
Come consulente di coppia, prima dell’epidemia incontrava le persone nel suo studio. Ora come riesce a seguirle?
“Per me è stata una grande sofferenza personale non vedere i miei clienti. Con loro ho un rapporto molto affettuoso. Naturalmente, alcuni si sono spostati su diverse piattaforme con cui li vedo a video, altri no, ma perché ci sono dei problemi che in questo particolare momento passano in secondo piano. Con chi ha voluto mi sono spostato online e si sono aggiunti dei nuovi clienti, sempre online – per me non è una novità visto che ho una pagina dedicata ai laboratori online – per i problemi che stanno insorgendo in questo momento; i principali sono quelli di comunicazione e conflitto. Sono vicino loro con questa modalità, poi a me piace molto tenere i contatti tramite social. Inoltre, da circa un mese faccio degli interventi di tipo diverso: tutti i lunedì sono in diretta Facebook con una fiaba letta secondo la chiave della relazione di coppia e faccio dei laboratori per coppie”.
Qual è la difficoltà più grande nel seguire le coppie online?
“In Italia siamo particolarmente refrattari rispetto alla relazione di aiuto online. In altri Paesi, tipo gli Stati Uniti, è assolutamente normale che una persona faccia interi percorsi di terapia online. Sono andato a ‘pescare’ un po’ sulle riflessioni d’oltreoceano per vedere degli spunti che potevano andare bene per me in questo momento eccezionale. Sicuramente, si perde un po’ l’aspetto del calore umano, la creazione di una relazione empatica è molto più lenta. Inoltre, noto che gli spazi io do di ascolto e di silenzio non possono essere attuati allo stesso modo online perché non hanno molto senso. Le sedute sono più operative e come tempistiche, sono un po’ più contenute”.
Tre consigli perché la coppia sopravviva alla quarantena?
“Concordare degli spazi personali perché sono vitali; impegnarsi in maniera deliberata nel contenere temporalmente il conflitto, in particolare in questo momento in cui siamo confinati in uno spazio ristretto; trovare dei modi e dei tempi per stare insieme senza i bambini”.