Sono stati accolti alla Piccola Casa della Divina Provvidenza di Torino i profughi ucraini con disabilità. Sono tra i rifugiati che la Croce Rossa Italiana ha fatto evacuare da Leopoli. E ha accompagnato in Italia. In Piemonte sono arrivati al Centro Operativo Emergenze di Settimo Torinese. E sono poi stati immediatamente trasferiti. Grazie alla collaborazione della Protezione Civile. Ora si trovano in strutture idonee del territorio. Fra cui appunto il Cottolengo.
Per i disabili ucraini
La Piccola Casa della Divina Provvidenza si è subito attivata per offrire ospitalità. Fornendo una delle Rsa (residenza sanitaria assistenziale) del Cottolengo di Torino. E cioè la famiglia Santi Innocenti. Dove vi sono a disposizione i posti necessari all’iniziativa caritativa. Inoltre l’accoglienza è stata possibile anche grazie alla cooperativa “Crescere 1979“. Che ha fornito il personale necessario. L’Ospedale Cottolengo ha immediatamente offerto disponibilità. Per eventuali necessità medico-sanitarie delle persone accolte. Allo stesso tempo è stato attivato il Social Housing «CiVivo15» della Piccola Casa (via Cottolengo 17). Che opera in sinergia con l’Ufficio per la Pastorale Migranti della diocesi di Torino. Mettendo le proprie strutture a disposizione. Per accogliere le famiglie ucraine arrivate in Piemonte. In attesa di una sistemazione stabile.
Scuole d’emergenza
Da parte loro le Scuole Cottolengo di Italia hanno offerto la propria disponibilità. Per inserire bambini e ragazzi ucraini nelle proprie classi. La Piccola Casa segue, dunque, la propria “mission” anche in questa emergenza umanitaria. E continua a destinare all’accoglienza le proprie opere per soccorrere le persone più fragili. Intanto in Ucraina delle persone disabili si stanno perdendo le tracce“. Riferisce al settimanale della diocesi di Padova la rappresentante italiana dell’European Disability Forum (Edf), Luisella Bosisio Fazzi: “È impossibile sapere cosa ne è di loro. Soprattutto di quelli che vivevano negli istituti. Molto diffusi all’interno del Paese. Come in tutta l’area dell’ex Unione Sovietica”. Prima della guerra in Ucraina si contavano 2 milioni e 700 mila persone con disabilità. A riuscire a varcare il confine sono per lo più persone inserite in contesti familiari più coesi. L’Edf in queste settimane sta cercando di raccogliere informazioni sulla situazione delle persone con disabilità ucraine. Di creare un raccordo con le organizzazioni locali. E di fare pressione sugli organismi europei e internazionali. Affinché venga messa in atto ogni possibile azione per tutelare le vite dei più fragili.
Terzo settore in azione
E’ in azione il coordinamento del Consiglio nazionale del Terzo Settore. Istituito per affrontare l’emergenza Ucraina. Finora sono arrivate in Italia 400 persone con disabilità. Da sole o in piccoli gruppi familiari. 95 delle quali sono state accolte a Cavallino, in provincia di Lecce. Ma di queste persone ancora non si conoscono né le caratteristiche né i bisogni specifici. E per il momento si riesce a provvedere solo alle esigenze più basilari. Anche grazie al contributo delle reti territoriali. L’urgenza è superare quanto prima la fase di accoglienza pura e semplice. Per riuscire a garantire loro sopravvivenza e dignità di vita”.
In soccorso dei bambini ucraini
La priorità del volontariato italiano è cercare di aiutare le persone disabili ucraine. E le organizzazioni che stanno cercando di prestare loro aiuto. Edf, sottolinea la Difesa del popolo, ha creato una pagina web dedicata. Dove è possibile reperire informazioni in lingua inglese e ucraina. Sui supporti e sostegni che la popolazione disabile in fuga può trovare nei vari Paesi di destinazione. L’Edf, inoltre, ha accettato al proprio interno come membro osservatore l’Assemblea nazionale delle persone con disabilità dell’Ucraina. “Tra le altre cose- precisa Luisella Bosisio Fazzi– l’Edf sta lavorando sull’Unione Europea. Per chiedere che il sostegno umanitario deliberato contenga l’obbligo di farsi carico anche delle necessità delle persone con disabilità. E sta tenendo il collegamento con il personale politico della Commissione per gli aiuti umanitari e la Protezione civile (Dg Echo). E con la Commissione per la migrazione e l’asilo (Dg Home)”. Altre azioni sono state poi portate avanti con l’Onu. Per tenere alta l’attenzione sulla condizione delle persone con disabilità. In particolare i bambini che vivono negli istituti. Sono mobilitati anche i rappresentanti al confine, cioè Lettonia, Polonia, Romania, Slovacchia e Ungheria. In modo da sostenere i paesi in prima linea nelle necessità di soccorso e di accoglienza.