“Non si tratta solo di far funzionare meglio le cose migliorando i sistemi e le regole già in vigore. Niente affatto. L’enciclica ‘Fratelli tutti’ vuol essere una risposta organica e profonda alla crisi del nostro tempo. Un riferimento per la riflessione su dove sta andando il mondo. E se siamo contenti di come vadano le cose. Abbiamo fra le mani un ‘fil rouge’. Grazie al quale riconfigurare un mondo che sembra andare a pezzi“, spiega a Interris.it padre Gaetano Saracino, missionario scalabriniano. Parroco nelle borgate romane. In prima linea nell’accoglienza dei migranti e nella pastorale carceraria.
Nessun colpo di spugna
Analizza padre Saracino: “Con l’enciclica ‘Fratelli tutti’ Francesco non vuole affatto risolvere i problemi del mondo con un colpo di spugna. Nemmeno ritirandosi nell’ascesi dei discorsi alti. Né combattere contro i mulini a vento. Ma, a partire da convinzioni cristiane, pone una riflessione. Aperta al dialogo con tutte le persone di buona volontà. Si tratta di un’enciclica che vuole escludere dallo sguardo del cristiano ogni desiderio di ‘dominio’ sugli altri. E intende promuovere, invece, l’umiltà. In un mondo afflitto da torri di guardia e mura. ‘Voglia il Cielo che alla fine non ci siano più ‘gli altri’, ma solo un ‘noi””, scrive Jorge Mario Bergoglio (numero 35)”.
L’urgenza di sentirsi fratelli
“Spero di sbagliarmi- aggiunge a Interris.it il religioso della Congregazione dei Missionari di San Carlo-. Ma l’impressione è che riguardo all’enciclica del Papa, l’enciclica sociale Fratelli Tutti, si avverte già una fretta ad archiviarla. In tanti ambienti. Cattolici e non. È vero che si tratta di un testo la cui portata, persino utopistica per il bene dell’umanità, si potrà comprendere solo sul lungo periodo. Ma privarsene è venire meno ad un appello ineludibile per il tempo che stiamo vivendo. E per quello che ci attende”. Interris.it prova ad approfondire i motivi di questo tentativo di “rimozione”.Cosa rappresenta l’enciclica “Fratelli tutti” per il mondo messo a durissima prova dalla pandemia sanitaria, sociale ed economica?
“Rappresenta il punto di confluenza del Magistero di papa Francesco. Ed è un messaggio dal forte valore politico. Perché capovolge una logica integralista oggi imperante. Partiamo dai contenuti dell’ampio testo del documento che il Pontefice ha deciso di pubblicare nel giorno della Festa di san Francesco, il 4 ottobre 2020. Nell’ottavo anno del suo pontificato. L’enciclica è composta da 287 paragrafi. Suddivisi in otto capitoli”.Qual è lo “stile” della fraternità universale?
“Francesco è ben conscio di come i richiami ai grandi Trattati, alle Dichiarazioni universali, ai principi etici, e finanche religiosi, sono spesso retorici e sterili. In quanto, evidenzia il Pontefice, ‘si accendono conflitti anacronistici che si ritenevano superati. Risorgono nazionalismi chiusi, esasperati, risentiti e aggressivi’ (numero 11). Ed è proprio dinanzi a questo stato di cose che l’enciclica solleva un forte invito”.Cioè?
“L’esortazione a ‘recuperare la passione condivisa per una comunità di appartenenza e di solidarietà. Alla quale destinare tempo, impegno e beni’ (numero 36). Il documento corre su due binari”.
Quali?
“Commentare e confermare il documento firmato con il Grande Imam Ahmad Al-Tayyeb ad Abu Dhabi il 4 febbraio 2019. Ossia il ‘Documento sulla fratellanza umana per la pace mondiale e la convivenza comune’. E raccogliere alcune preoccupazioni su questo mondo non solo nell’attuale crisi della pandemia. Ma anche apportando alcune considerazioni che egli stesso ha fatto in questi anni. E il tema è la fratellanza. Così come la insegna Francesco d’Assisi. Che ‘invita a un amore che va al di là delle barriere della geografia e dello spazio’ (numero 1)”.Ciò cosa comporta?
“Proprio la fratellanza approfondita come un valore laico e, al tempo stesso, cristiano è senz’altro uno dei meriti più grandi dell’enciclica ‘Fratelli tutti’. È un papa che parla in punta di piedi. Gentilmente. Sa che il sentimento di fratellanza ha diverse origini culturali e storiche. Ma anche una variegata ricchezza di contenuti. Antropologici. Etici. Culturali. Sociali. Storici. Religiosi (numero 50)”.E’ un appello all’ecumenismo?
“L’apertura e il dialogo con chi la pensa diversamente non mortificano l’approfondimento delle radici cristiane della fratellanza. Il Vescovo di Roma sceglie di commentare il brano evangelico del ‘Buon Samaritano’ (numero 56). Non può sfuggire come l’annunzio evangelico sia sempre e strettamente legato a due richieste”.Ossia?
“Al chiedere onestà ai cristiani nel confrontarsi con questo tema. E coraggio nell’abbandonare teorie sociali e politiche anticristiane. Cambiando mentalità. A mio avviso è il punto centrale dell’enciclica”.Perché?
“Francesco evidenzia che ‘la fede con l’umanesimo che ispira, deve mantenere vivo un senso critico davanti a queste tendenze. E aiutare a reagire rapidamente quando cominciano a insinuarsi’ (numero 86). Si tratta di contrastare quelle logiche integraliste che pensano di essere nel giusto. Perché .ritengono che il mondo sia un idolo da distruggere al più presto. Per decretarne la fine. Sono esse la causa di un conflitto permanente e continuo. Addirittura giustificato. Dinanzi al quale non ci sono più fratelli. Ma solo apostati o martiri in corsa contro il tempo”.
Cosa propone il Papa per scongiurare questa deriva?
“Un ‘no’ secco echeggia in tutta l’enciclica. Ma è affidato alla nostra responsabilità. Non esistono militanti o apostati. Ma fratelli tutti. La fratellanza non brucia il tempo. Né acceca gli occhi e gli animi. Invece occupa il tempo. Richiede il tempo. Quello del litigio. E quello della riconciliazione. Il conflitto permanente brucia il tempo. L’odio è pura eccitazione. La fratellanza è ciò che consente agli eguali di essere persone diverse. L’odio elimina il diverso. La fratellanza salva il tempo della politica. Della mediazione. Dell’incontro. Della costruzione della società civile. Della cura. Il fondamentalismo annulla il tempo (numero 86)”. Notevole, inoltre, è un fatto”.IQuale?
“L’incontro. Il faccia a faccia. Il tu per tu. Lo scambio tra differenze (capitolo 7). Ciò avviene nello stile della concretezza propria di Francesco. Per non rendere la fraternità un argomento astratto. E infatti il Pontefice mette in guardia da una astratta virtualità delle relazioni umane. Richiamando la carne. Ma non ci sono solo richiami ‘ad intra’“.A cosa si riferisce?
“Nell’enciclica ‘Fratelli tutti” ci sono anche tentativi di riportare un dialogo su temi concreti. Che favoriscono e fanno crescere la fratellanza. E cioè l’economia che crea scarti e ingiustizie (numero 18). La funzione sociale della proprietà (numero 120) Globalismo e localismo autentici ed equilibrati (numero 149). Il lavoro (numero 162). Una migliore politica (numero 178). Senza dimenticare altri temi fondamentali. Come il dialogo e l’amicizia sociale. L’impegno per la pace. Il ruolo delle religioni. L’uso corretto e costruttivo dei mezzi di comunicazione sociale”.