L’effetto della pandemia sull’industria
“Operativamente l’emergenza sanitaria impone alle imprese di presidiare con rigore le misure di prevenzione”, puntualizza l’uomo d’industria modenese. Esperto di “human resources” con formazione giuridica si è occupato di gestione del personale in Piemonte, Emilia Romagna, Lombardia, Umbria e Marche. Lo smart working “richiede un’efficace organizzazione aziendale. Da casa il lavoro diventa strategia“, sostiene Famiglietti.
Riorganizzazione interna
Evidenzia il manager emiliano: “Il lavoro domestico, se efficacemente organizzato, non danneggia né l’azienda né il lavoratore”. Sugli effetti della crisi Covid nella riorganizzazione interna delle imprese, Interris.it ha intervistato Andrea Famiglietti, autore di documentati e apprezzati libri sulla vita d’impresa. Come “Correndo con il diavolo. Anime in saldo al mercato del lavoro” (Aldenia). “Per le aziende lo smartworking è più una risorsa che un costo”, sottolinea Andrea Famiglietti alla luce di una lunga esperienza lavorativa in multinazionali dell’industria.In che modo il protrarsi della crisi Covid incide in Italia sulla gestione delle risorse umane?
“Costringe le imprese a ripensarsi, ad adattarsi ad uno stato di necessità che va cronicizzandosi. Operativamente questo significa presidiare con rigore le misure di prevenzione. Garantendo, ad esempio, distanziamenti sufficienti nelle mense. Dispenser di gel igienizzante in ogni punto nevralgico dei plant. E all’ingresso-uscita di ogni ufficio. Aumentando il ruolo attivo degli enti preposti alla sicurezza del lavoro e dei medici competenti”.Perché?
“Per ottenere informazioni dettagliate e quotidiane da trasferire poi ai dipendenti e ai sindacati. Inoltre vanno organizzate per tempo le giornate spendibili con smart working. Unica vera e concreta risorsa ad oggi disponibile per diminuire le occasioni di assembramento. Senza compromettere la produttività”.Quali sono le difficoltà principali che un’impresa si trova ad affrontare nell’ amministrare la riduzione della presenza di personale in sede?
“La riduzione della presenza di personale a volte è stressante per i lavoratori stessi. Costretti a casa, perdono il contatto diretto con i colleghi e le situazioni vissute quotidianamente in azienda. Però lo sviluppo tecnologico oggi è tale da sopperire a queste situazioni di maggiore scomodità. E consente alle aziende di rimanere competitive. Nei limiti del possibile”.Lo smart working può essere utilizzato solo in determinati segmenti del mondo del lavoro?
“Si. E’ di difficile attuazione nei contesti produttivi dove la forza lavoro principale è costituita da operai e impiegati tecnici. La cui presenza è essenziale. Per tutti gli altri settori diventa sicuramente più agevole applicare questa modalità di lavoro. In particolare per il settore dei servizi. E per tutti gli altri enti a supporto della produzione. Come l’ambito commerciale piuttosto che quello legale. O degli acquisti”.
Si può trarre una lezione in termini di risorse del lavoro dalle innovazioni organizzative richieste dalla pandemia?
“Più di una. Possiamo ricavare da questa situazione la possibilità di superare il tabù della regolare e rigida presenza fisica sul luogo di lavoro. Scoprendo che in diversi casi la qualità del lavoro risulta aumentata. Con un riduzione dei costi fissi per l’azienda. E un miglioramento del rapporto fra vita privata e vita professionale”. A cosa si riferisce?
“Eventi così impattanti a livello globale sono sempre forieri di nuove riflessioni e decisioni. Costituendo una base per velocizzare il processo di passaggio. Da un lavoro pagato ad ore e legato al parametro della presenza in termini di ore sul luogo di lavoro. Ad un rapporto di lavoro centrato sulla qualità dello stesso. Ovvero su obiettivi di performance svincolati dai classici parametri che ho prima richiamato”.Con quali conseguenze?
“Nel futuro è probabile che diventi più importante l’obiettivo in sé che il modo in cui viene raggiunto. Tradizionalmente legato al controllo della presenza sul luogo di lavoro. Questo vale ovviamente e soprattutto per impiegati, quadri e dirigenti”.