Corsa contro la Fame: a scuola di solidarietà

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Corsa contro la Fame: a scuola di solidarietà

Nessun forma di sensibilizzazione va presa con leggerezza. E lo stesso deve avvenire per l’utilizzo stesso del termine, specie quando riferito a progetti e iniziative che vedono nelle giovani generazioni il loro target prediletto. A maggior ragione se il tema fosse attuale, pressante e di complessa comprensione come l’emergenza alimentare nel mondo. Un concetto (ma di fatto uno stato di cose) solo apparentemente di immediato impatto. Perché conoscere a fondo un fenomeno impone livelli di apprendimento che, a un pubblico estremamente giovane, potrebbero risultare ancora troppo elevati. Questo non toglie che, nelle forme giuste, possa essere fattibile fornire anche agli interlocutori meno maturi gli strumenti per essere dalla parte giusta della Storia. In questo senso, le iniziative per dimostrare come la fame nel mondo non sia solo un luogo comune possono essere decisive, chiaramente se declinate nel modo giusto.

Crisi ed emergenza

La Corsa contro la Fame, progetto cardine dell’associazione a tema Azione contro la Fame, fa parte di questa categoria. Gratuito, rivolto principalmente alle scuole di ogni ordine e grado e, soprattutto, abile nel combinare l’attività ludica con quella educativa. Perché è vero che lo sport, di per sé, è fonte di educazione se svolto secondo le giuste prospettive, ma non bisogna dimenticarne le finalità didattiche. Il percorso di apprendimento attraverso lo sport viene filtrato dal divertimento, che porta ad affrontare più volentieri le nozioni impartite frontalmente. Del resto, come spiegato dal presidente di Azione contro la Fame, Simone Garroni, nel momento in cui si parla “le gravissime crisi umanitarie in atto a causa di conflitti non si contano sulle dita di due mani. I numeri sono enormi. Ma, come sempre, dietro ogni numero ci sono delle storie, storie di persone come noi. Pochi giorni fa è stata la Giornata Mondiale del Rifugiato e il mio pensiero va ai moltissimi bambini che in tutto il mondo ogni giorno devono lottare per continuare a scrivere la propria”.

Di corsa contro la fame

Bambini come quelli che costituiscono il principale pubblico di riferimento dell’iniziativa, volta a “legare sport e solidarietà con l’obiettivo di responsabilizzare gli studenti e arricchire le loro competenze legate all’educazione civica”. La Corsa contro la Fame, giunta alla sua undicesima edizione, si articola piuttosto come un percorso, volto a stimolare conoscenza e solidarietà, da snodare lungo un anno scolastico, mentre l’attività sportiva vera e propria coprirà un periodo decisamente più breve: “Anche se si svolge in digitale, il suo impatto è reale: durante le 4 settimane in cui è attiva infatti ci si prende cura del proprio benessere psico-fisico, si segue uno stile di vita più sostenibile e si rafforza il legame con i propri colleghi. Tutto questo mentre si supporta concretamente la lotta alla fame”.

Bisogni diversi

La modalità di contrasto è piuttosto semplice: saranno gli stessi istituti scolastici a organizzare i vari corsi, basandosi sul materiale didattico fornito da AcF. Tra questi, assieme a un manuale informativo, si otterrà il cosiddetto passaporto solidale, destinato a ogni studente iscritto al progetto. Uno strumento che permetterà una raccolta fondi basata su un gioco sportivo (ad esempio una corsa) pensato per coinvolgere anche le famiglie. “Ogni anno trattiamo nelle classi il tema della fame e delle sue cause attraverso l’approfondimento di una nazione del mondo in cui lavoriamo“. Non va dimenticato, infatti, che se l’emergenza alimentare è associata perlopiù a una carenza di cibo, esistono numerosi fattori correlati alla sua genesi, che differiscono di caso in caso. Dai cambiamenti climatici ai conflitti etnici, fino alle siccità e le crisi ambientali e geopolitiche: “In casi come questi – spiega Garroni – i bisogni umanitari sono enormi. I nostri team di emergenza valutano i bisogni della popolazione colpita per capire quali interventi siano più urgenti: nutrizione, acqua, servizi igienici e sanitari”. Una corsa reale. Contro la scarsa risonanza e anche contro il tempo.

Damiano Mattana: