Cooperazione Italia-Africa: migliorare la giustizia per far progredire la società

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Al centro della cooperazione ci sono cinque Paesi che costituiscono un’area chiave negli equilibri geopolitici tra l’Europa e l’Africa. L’intento è quello di colmare il gap qualitativo di competenze e strumenti giudiziari tra nord e sud del mondo. Il direttore del corso è il professor Andrea de Guttry. Il progetto è finanziato dal Maeci. Ossia dal ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale. Ed è coordinato dalla Scuola Sant’Anna. Un tentativo globale che testimonia, ancora una volta, l’impegno dell’Italia nel contribuire a rendere più forte lo stato di diritto. Al di là di barriere e confini. In un’area difficile ma cruciale per la stabilità del continente africano e dell’Europa.

Progetto di formazione

Cooperazione Italia-Africa, quindi. Al via una serie di corsi di formazione a favore della magistratura africana. Si stratta di percorsi formativi per toghe del continente organizzati dalla Scuola Sant’Anna. Con il supporto della Farnesina e la collaborazione delle controparti locali. “Si sta svolgendo in questi giorni in Ciad il primo dei nove corsi di formazione”, spiegano i promotori. Le lezioni sono destinate alla magistratura di Ciad, Camerun, Niger, Mali e Mauritania. E vengono promosse nell’ambito di un progetto di formazione e assistenza. Finanziato dal ministero degli Affari Esteri italiano. E coordinato dalla Scuola Superiore Sant’Anna. Con la collaborazione di istituzioni ed enti delle singole nazioni destinatarie dell’iniziativa.

Cooperazione per la giustizia

La Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa si avvale, dunque, del determinante supporto del della Farnesina. Ne deriva un piano di formazione a tutto campo. In questi giorni in Ciad si raccolgono i primi della collaborazione italo-africana. Un ponte solidale di formazione che  si concretizza nella realizzazione del primo di una serie di corsi diretti ai magistrati dei Paesi del continente. Il corso si intitola “Tecniche di gestione di progetti internazionali”. E ha l’obiettivo di rafforzare varie competenze dei magistrati locali. Ossia gli “skills” relativi all’elaborazione. Al monitoraggio. Alla valutazione. E al reporting dei progetti. Le iniziative vengono finanziate dall’Unione Europea. E da altri “donors” internazionali nel settore giudiziario. Il programma formativo si propone di migliorare la capacità degli attori locali. Ed in modo speciale del dicastero della Giustizia del Paese. Il fine è quello di gestire correttamente i sempre più numerosi progetti di cooperazione internazionale. E le collaborazioni a favore della magistratura locale.

Formazione e capacity-building

L’organizzazione dei corsi di formazione rientra nel progetto “Rafforzare i sistemi giudiziari dei Paesi africani attraverso la formazione”. Finanziato appunto dal MAECI. E coordinato da Andrea de Guttry, professore ordinario di diritto internazionale presso DIRPOLIS. L’Istituto di Diritto, Politica, Sviluppo della Scuola Superiore Sant’Anna. La nuova edizione del progetto 2023 si pone in continuità con le attività di formazione e capacity-building a favore della magistratura dei Paesi saheliani. Attività già intraprese nel corso dei progetti finanziati dal MAECI negli anni precedenti (2018-2022). Prevede diversi approfondimenti su specifiche tematiche con la partecipazione di esperti e docenti universitari italiani e africani.

Programma di cooperazione

Le prossime attività di formazione si svolgeranno a metà marzo (Camerun). Maggio (Niger, Mali, Camerun). Giugno (Niger, Mali, Ciad). E in modalità a distanza ad ottobre. I Paesi coinvolti nel progetto rappresentano aree prioritarie per la cooperazione italiana. “Questo progetto intende potenziare le capacità e le competenze dei magistrati locali. Rafforzando le conoscenze relative, tra le altre cose, al quadro normativo nazionale, regionale ed internazionale. In materia di lotta al terrorismo. E contrasto alla criminalità organizzata e al traffico di esseri umani. Cooperazione giudiziaria internazionale. Criminalità cibernetica. Protezione dei dati personali”, precisa il professor Andrea de Guttry.

 

 

Giacomo Galeazzi: