I contadini della pace in Colombia sotto attacco: tutelare la vita e i diritti umani

L'Operazione Colomba in Colombia

“Cari fratelli e sorelle, esprimo la mia vicinanza alla Comunità San Josè de Apartado in Colombia, dove alcuni giorni fa sono stati assassinati una giovane donna e un ragazzo. Questa comunità nel 2018 era stata premiata come esempio di impegno per l’economia solidale, la pace e di diritti umani”. Con queste parole il Santo Padre Francesco ha iniziato l’Angelus della Domenica delle Palme, rivolgendo la sua preghiera alla Comunità di Pace che resiste in modo nonviolento in Colombia.

La Comunità è nata nel 1997, nel pieno del conflitto civile, dopo un enorme sfollamento di campesinos costretti ad abbandonare la propria terra. Fu ispirata anche da Mons. Cancino, il Vescovo colombiano che fu ucciso dalle Farc nel 2002. Da allora questi semplici contadini si sono uniti rifiutando ogni forma di violenza, tanto che al loro interno non ammettono nemmeno l’alcol, e dichiarandosi neutrali rispetto a tutti i gruppi armati, esercito, paramilitari e guerriglia. In 27 anni la Comunità ha pagato un prezzo di sangue altissimo: più di 300 persone assassinate. Sebbene le violazioni dei diritti umani non siano mai cessate, era dal 2005 che non avveniva un tale massacro. Dalla firma degli Accordi di Pace del 2016, la Comunità di Pace ha continuato a denunciare la forte presenza dei gruppi paramilitari nell’area.

I fatti. La mattina del 19 marzo scorso presso il villaggio La Esperanza, nel Dipartimento di Antioquia, nel nord-ovest della Colombia, sono stati uccisi una donna ed un ragazzo appartenenti alla Comunità di Pace di San José de Apartadó. Le vittime sono Nayeli Sepulveda, 30 anni ed Edison David, 15 anni. Le modalità degli omicidi fa pensare ad una vera e propria esecuzione. Gli assassini sono entrati nella proprietà delle vittime e le hanno freddate. Non sono due persone qualsiasi. Nayeli era la moglie di uno dei leader nonviolenti della comunità; lascia tre figli ancora in tenera età. Edison, minorenne, era il fratello del leader. Gli assassini hanno quindi usato il modo più cruento per colpire coloro che resistono in modo pacifico. Non hanno colpito il leader ma la moglie ed il fratello minore. Un atto che ricorda il metodo adottato dalla mafia con i pentiti. “Se ti opponi, non ammazziamo te ma i tuoi cari”. Un modo per fermare qualsiasi forma di opposizione al sistema criminale.

Era da settimane che la tensione era salita nella zona: incursioni armate all’interno dei villaggi, danni alle proprietà, minacce, calunnie. Tanto che fino al giorno prima nel piccolo villaggio de La Esperanza erano rimasti i volontari internazionali di Operazione Colomba, il corpo di pace della Comunità di don Benzi. La presenza di difensori dei diritti umani stranieri è infatti un deterrente all’uso della violenza. La Esperanza è un villaggio vicino al confine col Parco nazionale del Paramillo. Qui non esistono strade e per questo da mesi gruppi armati cercano di espropriare le terre dove vivono i campesinos per poter costruire una strada che possa portare agli enormi giacimenti della regione.

La Colombia è il sesto esportatore al mondo di carbone. Se negli ultimi anni le politiche mondiali avevano cercato di ridurne il consumo per tutelare l’ambiente, in seguito all’invasione della Russia in Ucraina e la conseguente crisi energetica si è verificato un aumento della domanda mondiale di carbone. L’Agenzia internazionale dell’energia ha dichiarato che nel 2022 la domanda globale di carbone ha raggiunto il livello più alto nella storia. Oggi il carbone rimane la principale fonte energetica per produrre elettricità, acciaio e cemento. Per queste ragioni esso mantiene ancora un ruolo centrale nell’economia mondiale. Come è noto, il carbone è la principale fonte di emissioni di anidride carbonica (CO2) provocate dall’uomo ed il contenimento dei consumi è essenziale per raggiungere gli obiettivi climatici internazionali. Tuttavia oltre alla tutela dell’ambiente è necessario garantire il rispetto dei diritti umani, a partire dal diritto alla vita delle comunità che nel mondo vivono nei pressi delle miniere.

Luca Luccitelli: