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Diplomazia culturale e “soft power” per la pace. Intervista di Interris.it al console onorario Federico Daneo

Il console onorario è spesso la figura diplomatica e solidale più vicina ai bisogni dei cittadini stranieri in Italia. Interris.it ha intervistato il console onorario di Danimarca Federico Daneo. Il segretario generale del Corpo consolare di Torino è stato correlatore di una tesi magistrale sulla diplomazia culturale. “Maturata a seguito di uno stage al Corpo consolare di Torino proprio nell’organizzazione di un evento sulla diplomazia culturale nell’era della globalizzazione”, spiega Daneo.

© UNICEF/UN0609995/Vladimir

La missione solidale di console

“Personalmente provengo dal mondo del volontariato. E continuo a operare nel Terzo Settore. Quindi per me è significativo sottolineare il ruolo gratuito e volontario del console onorario- aggiunge Daneo- Oltre alla tutela legale dei cittadini stranieri in Italia, il console onorario offre gratuitamente una pluralità di servizi. Per esempio alla relazione tra imprese e istituzioni culturali mette a disposizione un rilevante combinato disposto. Quello cioè della rappresentanza e della la profonda conoscenza del territorio in cui opera”.

Odessa 16/03/2022 – guerra in Ucraina / foto Imago/Image
nella foto: profughi ONLY ITALY

Cosa si intende per “soft power”?
“Nelle relazioni internazionali ha un peso la diplomazia culturale. Accanto a quella politica ed economica. Si configura, cioè, quella serie di comportamenti che s’identificano, come disse Joseph Nye, nel soft power. In contrapposizione all’hard power ovvero al ricorso alla violenza. Le ‘armi’ della diplomazia culturale sono le lingue. I costumi. Le tradizioni. Lo sport. E le arti in tutte le sue molteplici declinazioni. Avendo come fine ultimo quello della migliore comprensione tra i popoli. E scongiurare i conflitti. Anche nelle situazioni in cui le relazioni politiche e i contrasti sembrano insormontabili. Pure lì la cooperazione culturale è in grado di offrire l’occasione per il superamento delle controversie. Attraverso la messa a sistema delle proprie specificità”, I consoli onorari del Corpo Consolare di Torino  gratuitamente svolgono un volontariato qualificato a tutela dei cittadini e nelle relazioni culturali ed economiche con i paesi rappresentati. Può farci un esempio?
“Il Console è il rappresentante dei cittadini della comunità di riferimento sul territorio di elezione. Protegge i diritti fondamentali e tutela le comunità, è sede di anagrafe, seggio per l’esercizio del voto rilascia passaporti e altri documenti”.Cosa ispira la missione culturale e sociale del Corpo Consolare di Torino?
“Il Corpo Consolare  è l’insieme delle 50 rappresentanze di carriera ed onorarie presenti a Torino. Nell’esercizio delle sue funzioni, il Console ha tre missioni che realizza in concerto con l’ambasciata. Si occupa della tutela e della protezione dei cittadini del paese sul territorio ove opera. Favorisce le relazioni economiche e commerciali tra le imprese. E agevola la cooperazione culturale. Il Corpo Consolare intende rafforzare e dare visibilità alle attività sociali e culturali dei singoli rappresentanze. Organizzando momenti ed approfondimenti sulla figura e le prerogative dei consolati”.

Rostov 11/03/2022 – guerra in Ucraina / foto Imago/Image nella foto: profughi ONLY ITALY

La vostra associazione unisce i titolari dei 46 uffici consolari della regione Piemonte, quali attività ha realizzato e realizza per contribuire al sistema delle relazioni internazionali del territorio?
“La composizione del Corpo Consolare di Torino annovera molti consolati onorari. Ricoperti da cittadini torinesi nominati in virtù delle relazioni pregresse con il Paese e le comunità di elezione. Nel caso di Torino, molti dei rappresentanti onorari sono professionisti e  imprenditori. Che nel loro quotidiano sono già attori e soggetti di relazioni internazionali. Prima di ricoprire, in piena gratuità, il ruolo di console onorario”.Cosa si intende per diplomazia culturale? E in che modo contribuisce alla pace?
“La descrizione maggiormente accettata nella letteratura accademica prevalente è quella formulata da Milton Cummings nel 2003. Laddove definisce la diplomazia culturale come ‘lo scambio di dee, informazione, arte, e altre manifestazioni culturali tra le nazioni e le loro popolazioni. Ai fini di accrescerne la comprensione reciproca’. Queste relazioni non si interrompono anche se i rapporti politici degenerano”.

 

Giacomo Galeazzi

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