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Ecco perché le Confraternite sono un supporto all’Italia. La fede come “lievito” sociale

Il motto del prossimo Anno Santo del 2025 è sintetizzato in due parole "Pellegrini di speranza". Alle associazioni di fedeli riunite da un quarto di secolo in confederazione, papa Francesco ha chiesto di non ripiegarsi su se stesse. ma di rinnovarsi in comunione con la Chiesa

In Italia la confraternite delle diocesi costituiscono una realtà capillare. Sono circa 3.200 quelle iscritte alla Confederazione, che in totale conta 2 milioni di membri, cui bisogna aggiungere familiari e amici che si uniscono alle diverse attività. Ma ci sono anche oltre tremila confraternite non iscritte. Alle associazioni di fedeli italiani riunite da un quarto di secolo in confederazione, papa Francesco ha chiesto di non ripiegarsi su se stesse. Ma di rinnovarsi in comunione con la Chiesa. Reinvestendo nel presente il patrimonio spirituale, economico, artistico e storico. Affinché le loro “antiche pratiche liturgiche e devozionali siano animate da una intensa vita spirituale e dall’impegno concreto della carità“. Un “lievito” nel tessuto ecclesiale e sociale italiano da mantenere vivo. Perché possa far fermentare la collettività.  La “ricchissima e variegata presenza delle confraternite” nella Chiesa italiana avrà un ruolo nel prossimo Giubileo de 2025, riferisce Vatican News. Monsignor Michele Pennisi, arcivescovo emerito di Monreale, è l’assistente nazionale della Confederazione delle Confraternite delle diocesi d’Italia. In Terris lo ha intervistato.confraternite

Missione delle confraternite

Conosciute con i nomi di compagnie, confraterie, gilde e misericordie, le confraternite sono associazioni cristiane di laici. Sorte con lo scopo di compiere opere caritatevoli e di incrementare il culto. L’invito del Papa alle confraternite è ad articolare il loro cammino secondo tre linee fondamentali. Cioè la evangelicità, l’ecclesialità e la missionarietà. Per il Pontefice le Confraternite devono essere un posto di annuncio. E quanti ne fanno parte devono avvicinarsi di più al Vangelo Il motto del prossimo Anno Santo del 2025 è sintetizzato in due parole: “Pellegrini di speranza”. Afferma a In Terris l’arcivescovo Pennisi: “La differenza fra un pellegrino e un vagabondo sta nel fatto che il pellegrino è mosso dalla speranza di arrivare ad una meta che dia senso alla sua vita. E’ alla ricerca di un perché a quello che gli accade. Anche attraverso un cammino contorto, anche tra dubbi, smarrimenti ed esitazioni. Mentre il vagabondo è uno che vaga senza sapere dove andare, ubriacato dalle fuggevoli mode del tempo. Il pellegrino non è un camminatore solitario. Ma uno che si mette in cammino insieme ad altri verso una meta comune. È questo il senso di un pellegrinaggio e di una processione, che fa parte dell’esperienza dei membri delle confraternite“.confraternite

Aprire il cuore agli altri

“Le confraternite – ha detto Benedetto XVI- non sono semplici società di mutuo soccorso oppure associazioni filantropiche. Ma un insieme di fratelli che, volendo vivere il Vangelo nella consapevolezza di essere parte viva della Chiesa, si propongono di mettere in pratica il comandamento dell’amore. E ciò spinge ad aprire il cuore agli altri, particolarmente a chi si trova in difficoltà”. Le finalità delle  Confraternite si possono riassumere in tre parole. Culto, carità, catechesi. “Hanno avuto anzitutto cura del culto di Dio, di Gesù, di Maria dei santi– sottolinea il presule siciliano-. La carità deve essere praticata secondo gli insegnamenti della Chiesa proposti nelle opere di misericordia spirituale e corporale. Essa si deve tradurre in gesti di solidarietà sociale e di fratellanza cristiana. La catechesi ha come scopo di curare la formazione e il perfezionamento morale dei propri associati. Una esperienza che dura da secoli”. E aggiunge monsignor Pennsii: “Le confraternite non nascono oggi, hanno una radice profonda e al tempo stesso viva, se mostrano una realtà così ricca e piena di fede e di iniziative – evidenzia monsignor Pennisi-. Per secoli, oltre alle pratiche religiose, i componenti delle confraternite si sono assunti i compiti di esercitare le opere di misericordia corporale e spirituale, che fanno parte della loro storia”.

Fucine di santità

Secondo papa Francesco le confraternite sono “fucine di santità”. Non un semplice ritrovarsi fra cristiani. Non un dopolavoro un po’ più pio. E neanche solo un luogo di concreta solidarietà. Ma un luogo nel quale si percorre un cammino di santità. “Fucine di santità di tanta gente che ha vissuto con semplicità un rapporto intenso con il Signore”, precisa il Pontefice. Il cammino di santità proprio delle confraternite è aperto a tutti”. Il richiamo alla “semplicità della relazione col Signore”, osserva monsignor Pennisi, “non è un invito a essere banali”. E’ al contrario “l’esortazione a un rapporto stretto, intenso, che solo la semplicità può garantire. Quell’essere con il Signore diretti e spontanei come i bambini, cui ci esorta Gesù”. E’ un compito impegnativo. Papa Francesco spiega che è qualcosa che non si improvvisa. Non viene da solo. Si realizza “curando la formazione spirituale, la preghiera personale e comunitaria, la liturgia”. Se è fucina di santità, la meta è niente meno che la santità. “Camminate con decisione verso la santità. Non accontentatevi di una vita cristiana mediocre”, esorta Jorge Mario Bergoglio.

Sinodo

“Per le confraternite il Cammino sinodale è un tempo dello Spirito, che ci offre delle opportunità di un amore creativo verso Dio e verso il prossimo – osserva l’assistente nazionale della confederazione-. Il cammino comune verso il prossimo Giubileo, scandito dagli appuntamenti sinodali, è una grande opportunità di rigenerazione della speranza che come comunità cristiana possiamo mettere in campo. Accompagnando i cercatori di luce del nostro tempo a vivere esperienze che fanno alzare gli occhi verso Gesù Cristo. La ‘Luce delle Genti’ apre ad una speranza certa sul futuro. Ogni confraternita è chiamata ad essere esperienza di fede, di speranza e di amore. Via di santità nella vita ordinaria di ogni giorno”. Prosegue l’arcivescovo: “I membri delle confraternite portano i santi per portare a Dio. Scelgono un santo come patrono per seguirne gli esempi. Partecipano alla processione per allenarsi alla processione definitiva verso la celeste Gerusalemme. Un cammino che ci indica la meta del nostro pellegrinaggio terreno. E ci aiuta a capire come anticipare la destinazione nella fraternità e nella giustizia. Operando affinché, attraverso la vittoria del bene sul male, la luce della Gerusalemme celeste dia gioia e pace a tante persone che camminano con noi”.

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