Il 15 marzo ricorre il triste e nefasto anniversario dell’inizio della guerra civile siriana che, a partire dal 2011, sta causando indicibili sofferenze e privazioni provocando 384 mila vittime, 6 milioni di persone costrette a migrazioni interne alla Siria e 5,5 milioni di persone fuggite all’estero di cui oltre 3 milioni e mezzo dei quali rifugiati in Siria.
Tanto premesso, nei giorni scorsi, l’Organizzazione delle Nazioni Unite ha pubblicato una relazione stilata da un pool internazionale di investigatori che hanno ricevuto l’incarico di indagare sulle violazioni umanitarie perpetrate in tale conflitto armato.
In particolare in questo rapporto redatto su stimolo della Commissione Internazionale Indipendente di inchiesta sulla Siria – basato su 2650 interviste e indagini correlate svolte in 100 strutture carcerarie, sia delle forze governative che delle altre frazioni in lotta – è emerso che, secondo stime autorevoli, decine di migliaia di persone sono state torturate e uccise in maniera efferata all’interno delle sopracitate strutture detentive ed in seguito sepolte in fosse comuni sovente ubicate nei sobborghi della capitale siriana Damasco.
Infine, alla luce di quanto precedentemente esemplificato, è fondamentale che le forze militari attualmente in campo cedano il passo ad un contingente militare internazionale di peace enforcement sotto l’usbergo dell’O.N.U. con l’obiettivo di far cessare in tempi rapidi la guerra civile e consentire contestualmente alle organizzazioni umanitarie di prestare aiuto alla popolazione civile inerme, stremata da un decennio di combattimenti.
Urge un’azione rapida e sinergica in nome soprattutto dei 9 mila bambini che, secondo i dati resi pubblici da U.N.I.C.E.F., hanno perso la vita in questo conflitto e per gli oltre 2,5 milioni di bambini sfollati che hanno il fondamentale ed imprescindibile diritto di vivere una infanzia serena e di realizzare i propri sogni ricordando sempre il fulgido di Martin Luther King che era solito ripetere: “Un’ingiustizia commessa in un solo luogo è una minaccia per la giustizia in ogni luogo”.