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Come i cristiani possono rapportarsi con la IA. Intervista a don Andrea Ciucci

don Andrea Ciucci (foto: Francesco Vitale)

Si parla ormai da tempo di Intelligenza Artificiale e delle innumerevoli prospettive e conseguenze per il futuro. E sono in molti ad avere anche dubbi e qualche timore per il cambiamento che potrà avere nelle nostre vite. “Perché parlare dei problemi e non delle incredibili opportunità che l’Intelligenza Artificiale può portare?”, è stato il primo commento di don Andrea Ciucci, Segretario della Fondazione Vaticana RenAissance, intervenuto al VI rapporto dell’Osservatorio di 4.Manager “Intelligenza Artificiale. Cambiamento culturale e organizzativo per imprese e manager: nuove traiettorie della managerialità” presentato in occasione dell’apertura dell’anno accademico della Pontificia Università Antonianum di Roma.

Don Ciucci ha voluto condividere una riflessione etica capace di coinvolgere non solo gli utilizzatori finali ma anche progettisti e costruttori. “È fondamentale promuovere un approccio transdisciplinare al tema, che tenga insieme il punto di vista tecno-scientifico e quello umanistico, per garantire che l’intelligenza artificiale sia al servizio del bene comune e dello sviluppo sostenibile“. L’etica dovrebbe nascere non dalla paura, ma per una responsabilità che nasce dallo stupore davanti a questa tecnologia. “L’Intelligenza Artificiale si può applicare alla diagnostica, all’agricoltura, alla produzione di nuovo materiale che può migliorare la vita delle persone, ai documenti tradotti… la vita sta sicuramente cambiando il nostro modo di comunicare”.

Cambia il modo di comunicare della Chiesa

“Ogni novità – riflette don Andrea Ciucci – si porta dietro anche una responsabilità per migliorare il nostro approccio. I cristiani abitano il loro tempo e quindi anche quello dell’Intelligenza Artificiale“. Come possono i cristiani cattolici, impegnati nella vita ecclesiale rapportarsi con l’Intelligenza Artificiale, senza perdere la propria individualità e personalità? “Con stupore grato – ci risponde don Andrea Ciucci – senza allarmismi ingiustificati, conoscendo n profondità il fenomeno. Così si fa seriamente”.

Francesco Vitale: