Omaggio postumo al clochard ignoto. La misericordia in un nome

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Clochard nella morsa del Covid. Per misurare il disagio che percorre la Penisola, basta contare il numero, triplicato, di pacchi alimentari distribuiti dall’inizio della pandemia. Circa 500mila. Oppure quello dei pasti serviti nelle mense e in strada, più che raddoppiato a quota un milione. Sono sorti nuovi centri per la distribuzione di cibo in 30 città. E solo nella capitale il numero delle strutture è passato da 3 a 28. “Le ferite del Covid sono ancora aperte, la stagione di emergenza non si è conclusa. E si può affrontare soltanto insieme”, spiega il presidente della comunità di Sant’Egidio, Marco Impagliazzo. Si stima siano oltre 50mila i senza fissa dimora nel nostro Paese. Per loro, ma anche per gli anziani soli e per le persone con disabilità fisica e psichica, Sant’Egidio ha messo in campo risposte basate sulla convivenza come antidoto alla solitudine. Solo a Roma usufruiscono di questa rete abitativa oltre 900 persone. Più altre in diverse città italiane.

Clochard invisibili

C’è una povertà invisibile ma inarrestabile che dilaga trasversalmente dai piccoli centri alle città, dalle borgate al cuore delle metropoli. Un milione di nuovi poveri in più. E’ una delle conseguenze indirette ma non meno devastanti della pandemia. Si tratta di famiglie monoreddito, lavoratori precari, madri sole, anziani. Uomini e donne, in prevalenza italiani con un’età compresa fra i 36 e i 50 anni, costretti per la prima volta a bussare alle porte della Comunità di Sant’Egidio per chiedere aiuto. Una storia tra molte. A Sesto San Giovanni, intorno alla stazione, ci sono dei palazzi molto alti, edilizia popolare anni Settanta, tante abitazioni strette le une alle altre. Qualcuno che abita più vicino al cielo verso le nove una mattina si è affacciato e ha visto un uomo vestito di scuro. Accartocciato tra i binari. In un punto dove ci si arriva solo scavalcando una recinzione alta due metri. I soccorritori e le forze di polizia hanno trovato all’altezza di piazza della Repubblica un uomo senza niente. Senza il volto, sfigurato dal passaggio del treno della linea Milano-Lecco che l’ha investito. Senza i documenti. Senza uno zaino. All’inizio hanno pensato che fosse stato appena schiacciato da un convoglio. Ma poi, dai rilievi, è emerso che il clochard senza un’identità conosciuta era finito sotto a un treno. Alle prime luci del giorno.

Senza identità

Forse è morto subito, forse un po’ dopo. In una delle notti più ghiacciate dell’inverno. Troppo pure per la neve. Hanno abbozzato un’identità. Sui 50 anni, probabilmente cingalese per il colore della pelle. “Di notte non ci dorme nessuno nella stazione di Sesto San Giovanni, I senzatetto trovano riparo nella vicina Greco Pirelli – spiega il sindaco Roberto Di Stefano-.Quello è un punto dove scavalchi la recinzione o non ci entri. Non ci possono essere testimoni“. Polizia scientifica e locale e la procura hanno compiuto i loro accertamenti. Il fatto ha colpito molto i cittadini che si sono interrogati. Sui social e dal vivo. Sulla quantità di disperazione racchiusa in quel corpo. “A noi preme molto restituire un’identità a questa persona che si trovava ai margini più estremi– aggiunge Di Stefano-. Speriamo che qualche familiare si faccia poi avanti per dare dignità alla sua sepoltura“. Nelle foto scattate dalle forze dell’ordine si vede un telo rosso davanti al corpo. Un segnale di attenzione postumo.

Sos clochard

Una storia tragica. E la desolazione non è limitata a poche aree. Soltanto dall’inizio della pandemia sono sorti a Roma 43 nuovi cohousing per senza fissa dimora sottratti dalla strada o anziani soli che hanno evitato l’istituto. Giunta alla 32° edizione, anche quest’anno torna la guida “Dove mangiare, dormire, lavarsi”, distribuita gratuitamente dalla Comunità di Sant’Egidio. E rivolta alle persone senza fissa dimora. E a chiunque abbia bisogno: poveri, cittadini stranieri, anziani. Una bussola utile per orientarsi nel mondo della solidarietà. 274 pagine di luoghi e servizi per chi cerca aiuto e accoglienza. Mense. dormitori. Distribuzioni alimentari itineranti. Centri di ascolto.

Giacomo Galeazzi: