Indumenti di lana per i clochard d’Italia. L’uncinetto solidale di una comunità toscana

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Soccorso ai clochard in pandemia. L’obiettivo di Sheep Italia Onlus è quello di realizzare progetti di solidarietà. Destinati ai senza dimora. E così la comunità intreccia storie. Porta calore. Insegna a lavorare ai ferri. Supportando soggetti fragili. E coinvolgendo persone svantaggiate economicamente e socialmente. Anche mediante percorsi di avviamento al lavoro e volti all’inserimento professionale.

Calore ai clochard

La solidarietà intreccia fili di lana. E scalda il cuore per rispondere ai bisogni dei più fragili. Una piastrella dopo l’altra. Realizzata a mano. Con pazienza. Creatività. Impegno nella ricerca dei gomitoli. A casa propria. O in gruppo. Ritrovandosi con le amiche del “lavorare ai ferri”. E’ così che prende vita la coperta. In stile patchwork. Morbida. Accogliente. Opera delle abili mani delle nonne. Delle mamme. Delle cittadine di Barberino Tavarnelle. Un dono destinato a scivolare discretamente nella vita difficile. Fatta di assenze e privazioni. Di chi non possiede nulla. Neanche un tetto. I colori e le forme dei piccoli tasselli. Cuciti insieme formano un mosaico di buoni sentimenti. E mani tese verso l’altro. Una rete intessuta. Viva. Concreta. Costituita dagli indumenti caldi e avvolgenti che le volontarie realizzano. Per tenere al caldo i clochard d’Italia. E dare loro un’opportunità di sopravvivenza.

Tavolo della Pace

Trenta donne di varia età operano all’interno del Tavolo della Pace. Coordinato dall’assessore alle Politiche della Pace, Marina Baretta. Sono le protagoniste del gruppo di lavoro che si è mobilitato. Per sostenere l’associazione onlus Sheep Italia. Presieduta da Saverio Tommasi. L’amore per gli altri. Il senso di cura da offrire al prossimo. Al fratello scoperto in tempo di pandemia. Sono la molla che hanno fatto scattare il progetto di comunità. Nato nell’ambito del Tavolo che si pone l’obiettivo di promuovere i temi della pace. Attraverso incontri. Interventi. E iniziative pubbliche. le volontarie sono appassionate di uncinetto. E di lavoro a maglia. Sprigionano bellezza. Fantasia. E tanta generosità. Creando a mano decine di capi in lana. Da consegnare ai senza dimora. Coperte e non solo. Ci sono mantelle. Copricollo. Guanti. Cappelli. Sciarpe. Fasce scaldaspalle.

Sulle panchine

Ogni manufatto può diventare un alleato perfetto. Contro il freddo nelle notti invernali appena iniziate. Per tantissimi senza tetto che rischiano di morire. Dormendo per strada. Su una panchina. Nella produzione delle volontarie è racchiuso il lavoro di un anno. Pochi giorni fa si è svolta la prima consegna dei numerosi indumenti. Realizzati nel corso del 2020 all’associazione Sheep Italia onlus. In contemporanea alla sala del Circolo Arci “La Rampa” di Tavarnelle si è svolta la presentazione dell’ultimo volume di Saverio Tommasi. “In fondo basta una parola” (Feltrinelli). Il gruppo di volontarie è condotto dalla passione di Anna Brancaccio. Presidente dell’associazione “Happy Days” onlus. Alla guida della sartoria medievale Sartor Antiqua.

Stare insieme

“Stare insieme. Coltivare questa passione. Portare avanti un’attività volontaria che corre sul filo della solidarietà- osserva l’assessore Marina Baretta-. Tutto ciò ci fa sentire tutte più unite. Parti di una comunità sensibile e accogliente. Per non restare indifferenti alle fragilità. E ai bisogni dell’altro. E per prendersene cura. Con spirito aperto e inclusivo“. Nei lavori a maglia “mettiamo tutte noi stesse. Cura. Attenzione per il gusto estetico. Senso di confort da trasmettere ai beneficiari“, racconta Anna Brancaccio. E aggiunge “ogni indumento deve essere bello e avvolgente. Come se lo stessimo creando per noi. La rete delle donne che lavora a maglia è un progetto dalla forte valenza sociale. Del quale ne beneficiamo anche noi. Rendendoci utili. Mettendo la nostra piccola abilità al servizio delle persone svantaggiate. Per coloro che vivono in situazione di difficoltà ed emergenza”.

Giacomo Galeazzi: