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Il clima impazzito devasta i raccolti. Quali conseguenze per i consumatori?

Il clima impazzito di quest’estate ha causato non pochi danni all’agricoltura e, conseguentemente, agli agricoltori e ai consumatori. La minor disponibilitĆ  di frutta e verdura potrebbe inoltre far lievitare i prezzi dei mercati. Questi cibi diventerebbero cosƬ appannaggio per pochi: i piĆ¹ poveri potrebbero permettersi di mangiare al fast-food ma, paradossalmente, non di acquistare le piĆ¹ salutari verdure nĆ© la frutta di stagione. Con ricadute anche sulla salute.

Danni per milioni di euro

I danni causati dal maltempo nel mese di agosto sono stati devastanti. Lo denuncia Coldiretti. “E’ calamitĆ  nelle campagne devastate dal maltempo con alberi da frutta divelti, filari di vigneti abbattuti, serre distrutte e coltivazioni sott’acqua dal Nord al Centro Italia dove la perturbazione ha colpito ulivi, sorgo e girasole”, evidenzia la Confederazione Nazionale Coltivatori Diretti.

“La tempesta di agosto che ha investito a macchia di leopardo l’Italia ha fatto scattare la richiesta di verifica dello stato di calamitĆ  per l’agricoltura. Con milioni di euro di danni nelle Regioni colpite, dal Veneto al Piemonte, dalla Lombardia al Trentino Alto Adige fino a Marche, Toscana e Lazio”.

L’organizzazione agricola sottolinea che ĆØ stato “un mese di agosto pazzo segnato da quasi 10 tempeste al giorno lungo tutta la Penisola tra bombe d’acqua, nubifragi e grandine dalle dimensioni anomale che hanno devastato i raccolti”. Questo, secondo l’elaborazione di Coldiretti su dati dell’European Severe Weather Database (Eswd).

Coldiretti ricorda inoltre che “in questa fase stagionale la grandine ĆØ la piĆ¹ temuta dagli agricoltori per i danni irreversibili che provoca ai raccolti. Ma in molte aziende anche le reti stese a protezione di viti, kiwi, mele e pere sono state devastate dalla furia del clima“.

“Molte aziende – sottolinea l’organizzazione – hanno perso in pochi attimi un intero anno di lavoro. Ma si contano anche danni strutturali con gli impianti che non potranno piĆ¹ produrre per molto tempo”.

Il dottor Lorenzo Bazzana, responsabile economico Coldiretti

Il commento esclusivo

La giornalista Milena Castigli ha chiesto un commento esclusivo per In Terris al dottor Lorenzo Bazzana, responsabile economico Coldiretti.

“I cambiamenti climatici giĆ  da diversi anni stanno facendo molti danni all’agricoltura – esordisce il dottor Bazzana -. Sono necessari mutamenti collettivi sia a livello economico sia a livello sociale per contenere l’aumento delle temperature, come richiesto dall’Accordo di Parigi sul clima del 2015. Inoltre, come Coldiretti stiamo cercando di mettere in grado gli agricoltori di difendersi in modo attivo e passivo dagli eventi climatici estremi quali maxi grandinate, bombe d’acqua o lunghi periodi di siccitĆ ”.

“In modo attivo – spiega il dottor Bazzana – con l’utilizzo di teli antigrandine o l’uso di invasi per raccogliere l’eccedenza dell’acqua piovana. Metodi perĆ² che aiutano ma non difendono del tutto da eventi estremi come le trombe d’aria o le bombe d’acqua. La difesa passiva riguarda l’accesso e il ricorso alle assicurazioni e a fondi mutualistici che possano contenere le perdite economiche e i danni strutturali derivati dal clima e dalle calamitĆ  naturali”.

Danni nel lungo periodo

Il clima impazzito infatti non solo devasta i raccolti, ma ha danni anche nel lungo periodo. “Pensiamo alle trombe d’aria. Non solo sradicano frutteti e vigneti – che impiegano anni per ricrescere – ma scoperchiano capannoni e distruggono strutture e mezzi. Il rimettere tutto a posto richiede un forte investimento sia nell’immediato sia nel lungo periodo, perchĆ© le colture vengono perse per anni, non solo per una stagione”.

Grandine in un vigneto

La grandine e la pioggia non sono meno pericolose. “La grandine ha la capacitĆ  di triturare e devastare qualsiasi cosa cosa tocchi, dalle colture a terra agli alberi da frutto. Un’intera stagione rovinata in pochi minuti di furia. Le bombe d’acqua sono pericolose sia nel momento in cui arrivano, perchĆ© allagano tutto, sia nei giorni successivi. L’eccessiva umiditĆ  del suolo favorisce infatti la nascita e il proliferate di funghi e muffe che rovinano il raccolto”.

Fenomeni estremi in aumento?

Negli ultimi 15 anni c’ĆØ stato un aumento dei cambiamenti climatici estremi. Ne ĆØ convinto anche il responsabile economico Coldiretti. “Basta guardare i dati statistici delle precipitazioni”, evidenzia Bazzana. “La quantitĆ  di acqua annuale ĆØ sempre la stessa. Ma in questi ultimi anni ĆØ distribuita diversamente. Oggi emerge una maggior concentrazione di precipitazioni in poche ore: una grandissima quantitĆ  di acqua piovana che precipita in pochi minuti, intervallata da lunghi periodi di siccitĆ . In passato, le precipitazioni erano piĆ¹ frequenti e di minore portata. Erano inoltre molto meno violente di adesso che sono accompagnate da forti venti e trombe d’aria. Questo perchĆ© ora, in tre ore, cade la stessa quantitĆ  di acqua che prima cadeva in tre mesi!“.

Le precipitazioni estive sono dunque diventate un rebus: necessarie ma potenzialmente devastanti. Tra l’altro, intervallate la lunghi periodi di siccitĆ . “Le analisi scientifiche sul clima vanno svolte su archi temporali piĆ¹ lunghi. CiĆ² nonostante, secondo la nostra percezione ed esperienza sul campo, il clima in pochi anni si ĆØ modificato. E’ chiaro che le grandinate, le bombe d’acqua, le trombe d’aria e i periodi di siccitĆ  ci sono sempre stati. Ma – guardando a dati attendibili come i danni in agricoltura anno per anno – ĆØ evidente che i fenomeni estremi climatici siano in aumento nella frequenza e nell’intensitĆ  rispetto al recente passato”.

Clima estremo

In sintesi, subiamo un clima piĆ¹ estremo – con troppa acqua o troppa poca – che provoca gravi danni alle coltivazioni di ogni tipo. “Con questo tipo di clima, ĆØ difficile fare agricoltura in qualsiasi contesto, non solo in Italia. Relativamente al Belpaese, il clima pazzo di agosto si ĆØ aggiunto alle altre complicazioni quali le guerre commerciali, gli embarghi, i dazi, i danni apportati dalle specie aliene e – non ultimo – il coronavirus, con il crollo dei consumi”.

Cosa fare per salvare le colture

Per venire incontro alle difficoltĆ  del settore ĆØ necessario l’impegno anche del Governo. “Come Coldiretti al Governo chiediamo due ordini di intervento. Il primo ĆØ risarcire le aziende dai danni prodotti dalle calamitĆ  naturale. Il secondo non riguarda l’immediato, ma il lungo periodo. Il Governo deve attuare delle modifiche strutturali del territorio – tipo gli invasi – per contenere la furia delle piogge e della grandine. Misure che limitino il danno”.

Prevenire ĆØ meglio che curare?

Parliamo dunque di limitare i danni, ma non di evitarli del tutto. “SƬ: non possiamo solo prevenire o solo curare. Ma prevenire e curare al contempo, per quanto possibile”.

“In conclusione, dinanzi ai mutamenti climatici, possiamo solo lavorare insieme per limitare i danni. Nessuno pensa infatti che il cosiddetto ‘clima impazzito‘ – i fenomeni estremi degli ultimi anni – finiranno in breve tempo”. Con tutte le conseguenze del caso.

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