Durante lo stato Pontificio era chiamata la porta a nord di Roma. Papa Gregorio V le diede il nome di “civitas” (città-cittadinanza), e Castellana poiché dominava su tutti i castelli circostanti. Situata su una rupe tufacea, da Civita Castellana si può osservare il Monte Soratte (riserva naturale e con tata storia, che al suo interno ha un bunker antiatomico). Il carnevale di Civita Castellana (riconosciuto quale carnevale storico) è uno degli eventi più importanti di questa città. Uno dei suoi biglietti da visita. La gente si prepara tutto l’anno in attesa di questa festa. L’organizzazione, la scelta delle stoffe, la stilista, i dettagli, e solo chi lo vive veramente e intensamente sa cosa significa. A Civita Castellana c’è un forte sentimento musicale legato al territorio carnevalesco dove si raccolgono tutti i folklori locali.
Civita Castellana è città della ceramica con la sua tradizione. Proseguendo il mio viaggio alla scoperta di ogni angolo nascosto di Civita, entro in una bottega e conosco Mastro Cencio, un grande artista che crea vasi e piatti simili a quelli antichi, dal falisco al greco al corinzio. Mi spiega la tecnica del colore, in realtà il nero che vediamo sui vasi è all’origine un’argilla rossa che messa in un forno a 980 gradi con del fumo all’interno si trasforma fino a che tutto quello che è stato dipinto con l’argilla rossa diventa nero. Mastro Cencio scava proprio lui l’argilla dai terreni circostanti, per poi realizzare le sue creazioni. Molto bella è la fortezza del San Gallo che è stata residenza dei Borgia. A Civita proprio per questo si rievocano i Ludi Borgiani, ovvero i giochi dei Borgia, poiché Civita è famosa per la famiglia del Papa Borgia, che venne nel 1502 e in questi giochi viene rievocata la storia del Papa. Dentro la fortezza si passa prima per il cortile minore, e poi il maggiore con la sua magnificenza. E sopra le scale si accede al museo agro falisco. Presenta una mostra sul Vignale curata da una scuola di Civita. Dove c’è anche la ricostruzione del tempio di celle.
Passeggiando mi fanno conoscere l’architetto Racioppa, che sa tantissimi segreti di questa cittadina. Mi porta a vedere un’opera molto simbolica, in ceramica creata da un’artista da poco scomparso, che aveva passato la sua infanzia a Civita Castellana, Alessio Paternesi. Un’ opera che rappresenta una mamma e al suo fianco un bambino che sta cadendo e si regge al cordone ombelicale. La mamma non lo degna neanche di uno sguardo come a dire “stai tranquillo, non avere paura ci sono qua io”. Il Duomo di Civita Castellana, sede vescovile, al suo interno ha l’organo suonato da Mozart quando venne nel 700. Il pavimento del Duomo fatto dalla famiglia Cosmati è ancora originale, fatto di tante piccole pietre colorate. L’immagine più antica della Cattedrale è il Salvatore che sta benedicendo una greca, e faceva parte di un trittico. Civita Castellana fa rete con tutti i comuni limitrofi per valorizzare tutta la storia del territorio.
Le quattro porte storiche della città sono ancora il baluardo del centro storico. Civita Festival è un festival multidisciplinare e un grande attrattore culturale con particolare attenzione alle giovani generazioni. Molte le associazioni di ragazzi che si adoperano per realizzare eventi culturali. Perché a Civita c’è un grande fermento di giovani che hanno voglia di fare e creare. Il ponte clementino è uno dei monumenti simbolici di Civita Castellana. Tra i vicoli anche il “bacia femmine”, una via stretta stretta e particolarissima. Per chiunque passasse per la via flaminia, Civita Castellana è una di quelle tappe che vi lascerà stupiti!