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“Il cibo non si butta”. Il riscatto etico dei millennials

Il "food waste" è immorale per otto giovani su dieci. Ricerca dell’Università Lumsa: “Gli studenti sono attenti a non gettare cibo”. Quasi la metà della Generazione Z ricorre alla "doggy bag". Meno diffuse le app di sharing alimentare

E’ immorale sprecare il cibo. “Lottare contro la piaga terribile della fame vuol dire anche combattere lo spreco. Scartare cibo significa scartare persone. È scandaloso non accorgersi di quanto il cibo sia un bene prezioso. E di come tanto bene vada a finire male”, ha ammonito Papa Francesco. Il monito papale è arrivato in occasione della Giornata mondiale di consapevolezza delle perdite e degli sprechi alimentari. Contemporaneamente alla pubblicazione dei dati dell’Osservatorio internazionale sul cibo e la sostenibilità. Un confronto sulle abitudini di acquisto, gestione e fruizione del cibo a livello planetario. L’indagine, condotta in otto Paesi – Usa, Cina, Regno Unito, Canada, Italia, Russia, Germania e Spagna– ha evidenziato una maggiore attenzione degli europei rispetto ai nordamericani. Un punto di partenza per promuovere iniziative finalizzate a concretizzare gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile. L’Onu chiede di dimezzare gli sprechi alimentari entro il 2030.cibo

Sos sprechi

Intanto cresce tra i millennials la considerazione etica per il cibo. Il 44% dei giovani fra 18 e 25 anni non esita a ricorrere alla “doggy bag” quando, al ristorante, rimangono dei cibi. Il 75% ordina solo quel che può effettivamente mangiare. E il 90% preferisce “ingozzarsi” piuttosto che buttare alimenti. Sono questi i risultati più evidenti della ricerca sullo spreco alimentare fra le giovani generazioni. Lo studio è stato condotto da un team scientifico dell’Università Lumsa. A coordinare i ricercatori sue docenti dell’ateneo romano. La professoressa Laura Michelini (associato di Economia e Gestione delle Imprese). E  Massimiliano Scopelliti (ordinario di Psicologia Sociale).Cibo

Cibo da rispettare

Il 90% dei ragazzi si dichiara pronto a mangiare pur di non gettare il cibo rimasto. La percentuale scende un po’ quando si tratta di organizzare la spesa settimanale. Il 72% programma gli acquisti in maniera oculata. In modo tale da evitare l’acquisto di alimenti in eccesso. Appare meno diffuso l’utilizzo delle app per per il food sharing. 6 ragazzi su 10 dichiarano di non averle mai utilizzate. E solo l’8% confessa di adoperarle costantemente.
La GenZ dimostra ancora una volta grande sensibilità ai temi ambientali. Il 45% dichiara di compiere scelte ecologiche all’atto dell’acquisto. E l’80% ritiene semplicemente che sprecare sia immorale. I dati sono stati raccolti nei mesi di novembre e dicembre 2022 tramite Google moduli. L’elaborazione è avvenuta con tecniche di analisi multivariata tramite l’utilizzo del software SPSS. Il documento finale si intitola “Sprechi alimentari, uso della tecnologia e orientamento “green”: un focus sulla GenZ, 2023″.Cibo

Sos “food waste”

A livello globale vengono generati circa 931 milioni di tonnellate di rifiuti alimentari. Di cui il 61% dal consumatore finale. Il 26% dai servizi di ristorazione. E il 13% dalla vendita al dettaglio. Le stime evidenziano, inoltre, che l’8-10% delle emissioni globali di gas serra sono associate al cibo non consumato (Dati Unep Food Waste Index Report). “In questo scenario va considerato il peso che assume lo spreco a livello di comportamento del consumatore finale“, sottolineano i ricercatori. Il gruppo di ricerca dell’Università Lumsa ha lavorato seguendo procedure rigorose. I docenti Laura Michelini e Massimiliano Scopelliti hanno monitorato lo studio finalizzato ad indagare le abitudini di consumo. Gli atteggiamenti. I comportamenti relativi agli sprechi alimentari dei consumatori più giovani (Generazione Z).cibo

Il consumo fuori casa

Il consumo fuori casa è caratterizzato da una buona attenzione rispetto al tema degli sprechi. Il 75% degli intervistati dichiara di porre molta attenzione ad ordinare porzioni in grado di finire. Un dato che nasconde alcune differenze tra le regioni. Al Nord i il valore sale all’80%. Al Centro scende al 73%. E al Sud la percentuale arriva al 65%. Positivo il dato nazionale sull’utilizzo delle cosiddette “doggy bag”. Il 44% chiede abitualmente di poter portare via ciò che avanza. Anche in questo caso con alcune differenze territoriali. Con un dato più alto al Nord (47,5%). Rispetto al Centro (43,1%) e al Sud (37,7%). Un dato positivo che evidenzia come la GenZ sia più predisposta all’utilizzo rispetto al dato nazionale. Secondo il quale il 39% degli italiani porta a casa gli avanzi del ristorante con la “doggy bag” (Indagine Coldiretti, 2022).

 

 

 

 

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