Tra i suoi parrocchiani c’è il “paziente uno” da cui è partita l’emergenza-coronavirus che ha indotto le autorità a racchiudere Cologno in un cordone sanitario presidiato dall’esercito. La chiesa di San Biagio, come le altre tre parrocchie affidate a don Igino Passerini, è nell’epicentro dell’epidemia. “Oggi compio 72 anni ma c’è poco da festeggiare, sembra di stare in una zona di guerra, con strade deserte e il coprifuoco appena tramonta il sole”.
Don Passerini, innanzi tutto, come sta?
“La salute fisica è buona, non ho sintomi, non ho dovuto fare il tampone e potrei anche uscire da casa. Sono nella zona rossa, ma personalmente non ho bisogno di restare in quarantena. Certo, però che è triste non poter andare nelle case dei miei parrocchiani, soprattutto in quelle degli anziani, per portare una parola di vicinanza e di supporto”.
Qual è ora la situazione a Codogno?
“Dopo un’iniziale fase di smarrimento, adesso la macchina dei soccorsi sta funzionando bene grazie al maggior coordinamento istituzionale tra le forze in campo: comune, esercito, protezione civile. Ed è smpre più fondamentale l’apporto del volontariato”.
In questa emergenza come riescono ad operare i volontari?
“La loro presenza è utilissima come presenza materiale nel rifornire anziani e disabili di generi di prima necessità. Ma lo è, ancora di più, per sconfiggere il senso di isolamento e di ansia che opprime una parte rilevante della popolazione di Codogno. Un contributo prezioso, soprattutto dal punto di vista comunicativo, attraverso Radio Codogno, la nostra emittente parrocchiale”.
Quali sono le principali esigenze dei suoi parrocchiani?
“Nel nostro territorio c’è una notevole incidenza di anziani. Abbiamo tre case di riposo e l’età media qui è molto elevata. Siamo dentro il cordone sanitario, nella zona rossa e l’allarme crea insicurezza e preoccupazioni collettive”
Come si fa a fare il parroco in questa situazione d’emergenza?
“Ho dovuto scoprire in me una creatività pastorale che non sospettavo di avere. Non possiamo fare messe e riunioni in parrocchia. Facciamo ricorso a incontri via skype, sperimentiamo nuovi modo di restare comunità. La parrocchia rimane un punto di riferimento per tutta la cittadinanza, specialmente per chi ha più bisogno. Cerchiamo di fare rete tra persone sole, soprattutto tra gli anziani. Telefoniamo per sentire come stanno, se hanno necessità di generi alimentari o medicinali. L’assistenza non è solo materiale, ma anche spirituale, psicologica. Un contatto telefonico o un messaggio su whatsapp servono asentirsi meno soli e a vivere con minore apprensione questa situazione così insolita”.
Quali notizie avete di vostri parrocchiani?
“C’è chi risulta positivo al tampone poi guarisce. Complessivamente viviamo una condizione di attesa. La nostra gratitudine va ai medici che all’ospedale di Codogno si alternano con turni massacranti in terapia intensiva. La gente fuori li sostiene, anche con la preghiera”.
Come si svolge l’attività religiosa in quarantena?
“Attraverso la radio parrocchiale Radio Codogno trasmettiamo la messa e il rosario. Le intenzioni della messa invocano la protezione divina contro il coronavirus. In radio leggiamo anche i comunicati della protezione civile. Abbiamo l’esercito che presidia i varchi: non si può entrare e uscire dal paese senza un permesso specifico del prefetto di Lodi. Tra noi ci aiutiamo con fattiva e sincera solidarietà. La gente dimostra un ammirevole senso di responsabilità”.
Oggi è un giorno speciale per lei?
“Non avrei mai pensato di festeggiare così il mio 72esimo compleanno. Sono parroco a Codogno da quattro anni, sono sereno, non ho eccessive preoccupazioni. Dalla rianimazione si esce quasi sempre guariti. Non bisogna mai abbandonarsi ad una sterile disperazione. Ogni sera alla fine del rosario recitiamo questa preghiera. “Signore Dio nostro, che hai mandato nel mondo il tuo Figlio a portare il peso dei nostri dolori e delle nostre infermità, ascolta la preghiera che sale a te nell’ora della prova, per intercessione della Vergine Maria: sperimentiamo i limiti della nostra condizione umana, e prendiamo il coraggio di ricorrere a Te che, Solo, puoi liberarci da ogni male; fa' che fortificati nella pazienza dalla tua benedizione, superato il rischio del contagio e debellata ogni infermità, possiamo lodare con cuore memore e grato il tuo santo nome e riconoscere la tua onnipotente misericordia. Per Cristo nostro Signore”.
Zona di sorveglianza a Codogno