“Passeggiate al buio”. Il turismo per non vedenti nella terra di Celestino V

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Foto di Etienne Boulanger su Unsplash

Turismo inclusivo. Percorsi oltre gli ostacoli. Modelli tattili che riproducono pianta e facciata hanno permesso una visita ad ipo e non vedenti della chiesa di Santa Maria di Centurelli, nel cuore dell’altopiano dei Navelli. Oltreché della chiesa di San Benedetto e dell’attigua “congrega” nel vicino borgo di Caporciano (L’Aquila). “Caporciano a occhi chiusi” è il progetto promosso dall’associazione Tratturo Magno 101 Aps. Con il patrocinio del Comune di Caporciano ed un contributo della Fondazione Carispaq. In collaborazione con Aquilartes e l’adesione della Uic dell’Aquila. Il tour senza barriere fa tappa a Bominaco. Con la visita al complesso benedettino celebre per il suo oratorio di San Pellegrino e la chiesa di Santa Maria dell’Assunta. Sono in programma, nei prossimi mesi, altre visite disegnate e condotte da guide specializzate nel supporto a utenti non vedenti. Assieme ad eventi finalizzati a far conoscere la realtà della disabilità, come cene e passeggiate al buio.
Foto di Gabriella Clare Marino su Unsplash

Turismo senza barriere

I quattro modelli sono stati realizzati dal FablabAq, con elegante fattura il legno. E per l’occasione vengono collocati nella chiesa dei Santa Maria de’ Centurelli, come primo nucleo del previsto “museo tattile”. Nata nel 2021 l’associazione Tratturo Magno 101 ha già messo in campo una serie di progetti. Per catalizzare una trasformazione del territorio. Rendendolo più vivibile, accogliente e attrattivo per i residenti attuali e potenziali e per i visitatori. Dopo un primo soggiorno di studio nell’ottobre 2021 nel corso del semestre successivo ad esempio i ragazzi della Udk (Universitat der Kunste) di Berlino hanno sviluppato alcuni progetti per la rigenerazione urbana e la rivitalizzazione della zona. Poi nel luglio 2022 hanno condiviso progetti con la cittadinanza. Tratturo Magno 101 organizza anche il talent show “Stan-Storia, Territorio, Arte e Natura“. In cui i concorrenti si sfidano a raccontare in tre minuti un monumento, una tradizione, un oggetto della cultura del territorio. La prima edizione si è tenuta nel 2022 registrando un notevole successo. Ed è stata replicata lo scorso 16 settembre.
San Celestino V, di Giulio Cesare Bedeschini (prima metà del XVII secolo; Museo nazionale d’Abruzzo, L’Aquila) da Wikipedia

Turismo spirituale

Turismo inclusivo nella terra di Celestino V (1215-1296 Papa, santo eremita). La sacralità immemorabile delle rocce, delle acque e delle grotte abruzzesi attirò un tempo numerosi santi eremiti. Fra questi  la figura  più emblematica è sicuramente quella di Pietro Angelerio, conosciuto come Fra Pietro dal Morrone. Divenuto successivamente Papa con il nome di Celestino V. E passato alla storia per il suo rifiuto al pontificato dopo solo pochi mesi. Numerose sono le testimonianze della presenza di Celestino V in Abruzzo. Il suo nome è legato indissolubilmente alla città dell’Aquila. A lui si deve l’edificazione del monumento più importante della città, la Basilica di Collemaggio. Il santuario venne fondato a seguito di un’apparizione della Vergine all’eremita Pietro, il quale volle costruire una chiesa a lei dedicata. Il 29 agosto 1294, proprio il quel luogo, verrà incoronato Papa con il nome di Celestino V.  La Basilica rispecchia la semplicità e austerità del suo fondatore con la forte impronta cistercense.
Foto di Jametlene Reskp su Unsplash

Eremita

Nonostante siano trascorsi secoli, la vicenda di Pietro da Morrone, eletto Papa come Celestino V nel 1294, per diventare poi famoso con la sua rinuncia, è ancora uno degli episodi storici più discussi e controversi del Medioevo. Influenzato dalla profezia di Gioacchino da Fiore che prevedeva l’avvento di un Papa riformatore e l’inizio dell’età dello Spirito Santo, il già ottantenne Pietro del Morrone – che godeva di fama per il dono dei miracoli attribuiti alla sua intercessione – accettò per fede e sottomissione a Dio il ruolo da Papa. Al quale rinunciò però dopo meno di quattro mesi. Un personaggio fatto rivivere dal documentario firmato dalla regista Cinzia Th Torrini e prodotto da Cassiopea Film Production e Fondazione Pescarabruzzo. Rai Cultura ha proposto l’opera su Rai Storia per “a.C.d.C”, con l’introduzione del professor Alessandro Barbero. L’importanza del suo pontificato è ancora oggi presente nella festività della Perdonanza, il primo giubileo nella storia cristiana che si celebra da più di 700 anni nella basilica di Santa Maria di Collemaggio a L’Aquila. E che dal 2019 è iscritto dall’Unesco nella lista del “Patrimonio culturale immateriale dell’umanità”.
Foto di Jonathan Dick, OSFS su Unsplash

Nel segno di Maria

Il documentario – con la co-regia di Ralph Palka e la musica del compositore abruzzese Marco Marrone – si chiede se Pietro del Morrone, devoto mariano, fu artefice del proprio destino o strumento del potere ecclesiastico e politico. La ricostruzione narrativa della sua vita avviene attraverso dieci interviste. A storici, scrittori, giornalisti e prelati. Che, con le loro analisi, si concentrano sulle dinamiche della sua “rinuncia al potere”. E sul suo rapporto con il cardinale Caetani, il futuro Papa Bonifacio VIII. Non manca l’aspetto della profonda armonia di Celestino con la natura. L’Abruzzo con i suoi eremi, luoghi e paesaggi incontaminati diventa un set naturale. Le immagini significative provenienti da archivi storici illustrano il racconto. E avvicinano emozionalmente lo spettatore alla “leggenda” del mitico personaggio. Le scene con ricostruzioni storiche ricordano momenti cruciali e intimi della vita del santo eremita. Sono state girate proprio nei borghi di Capestrano e di Bominaco. Nella Basilica di Collemaggio all’Aquila. E in vari eremi dove ha vissuto il santo.
Giacomo Galeazzi: