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Cei, terza età come “risorsa da valorizzare”

Anziani: i vescovi italiani hanno erogato 17 milioni per 131 progetti di servizi caritativi

Cei per la terza età. “Cura il prossimo tuo come te stesso. Prenditi cura della persona che invecchia“, spiega la Cei nel progetto di sensibilizzazione sulla terza età curato da Massimo Angelelli, Mario Colombo e Luigi Tesio. “L’Italia si configura come uno dei Paesi più longevi del mondo, tra l’altro con oltre sette milioni di persone con più di 75 anni – spiega Michele Colasanto presidente dell’IRCCS Istituto Auxologico Italiano-. Per altro verso, però, ci sono forti ritardi nelle politiche che li riguardano, particolarmente nell’ambito della non autosufficienza. Sono ritardi legati in primo luogo alle carenze degli interventi di tipo domiciliare”. Allo stesso tempo, i servizi residenziali sono utilizzati da un numero molto ristretto dell’intera popolazione anziana. “Qui finiscono di fatto le politiche di sostegno per questa popolazione, con una polarizzazione tra interventi pubblici molto ridotti rispetto a soluzioni sia di residenzialità, sia di prestazioni a domicilio e un’assistenza prevalentemente informale affidata alle famiglie – aggiunge Colasanto-. Questa polarizzazione asimmetrica non è nuova. Il Covid l’ha resa più evidente nella drammaticità della malattia e delle morti che hanno colpito i più anziani ed è resa ancora più grave nei suoi effetti dalla fragilità della medicina territoriale e dai fallimenti di molti degli interventi di presa in carico laddove sono stati sperimentati. Da qui, da questa polarizzazione occorre ripartire, se si vogliono sciogliere i nodi che a tutt’oggi condizionano i tentativi di affrontare i problemi aperti”.CeiFoto di Philippe Leone su Unsplash

Cei per gli anziani

In una società che invecchia rapidamente, è fondamentale favorire l’inclusione sociale, la cura e l’accompagnamento degli anziani attraverso strutture e servizi su misura. È quanto fa la Chiesa in Italia, tramite il Servizio per gli interventi caritativi per lo sviluppo dei popoli e grazie ai fondi dell’8xmille che i cittadini destinano alla Chiesa cattolica. Dal 1991 sono stati finanziati 131 progetti rivolti agli anziani di 39 Paesi del mondo, per un totale di oltre 17 milioni di euro, riferisce il sito della Cei sotto il titolo “Anziani, una risorsa da valorizzare“. Un recente report delle Nazioni Unite (“World Social Report 2023”) stima che entro il 2050 il numero di persone di 65 anni o più in tutto il mondo sarà più che raddoppiato, passando da 761 milioni nel 2021 a 1,6 miliardi e almeno 400 milioni di persone avranno superato la soglia degli 80 anni. Si prevede che solo nell’Unione europea il numero di ultraottantenni aumenterà dell’88% e la spesa pubblica non riuscirà a tenere il passo.

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Gli aiuti agli anziani a Kiev. Foto: Comunità di Sant’Egidio

Pericoli

Paolo Benanti ha ricordato su Avvenire un’azione legale collettiva presentata presso la corte federale del Kentucky (Stati Uniti) accusa l’assicurazione sanitaria statunitense Humana di aver utilizzato un algoritmo di intelligenza artificiale (IA) che ha negato sistematicamente agli anziani le cure riabilitative raccomandate dai loro medici. Non è il primo episodio di questo tipo. Un’analoga azione collettiva è stata intentata contro UnitedHealth Group per l’uso dello stesso algoritmo, creato da NaviHealth, società controllata da UnitedHealth. “Queste cause fanno parte di un crescente controllo sul modo in cui gli assicuratori utilizzano i nuovi strumenti di intelligenza artificiale per prendere decisioni sulla copertura, mentre le autorità di regolamentazione fanno a gara per mettersi al passo- sottolinea Benanti-.Una causa ha accusato Cigna di illeciti legati all’uso del proprio algoritmo per rifiutare le richieste di rimborso. Secondo il gruppo di giornalisti investigativi di ProPublica, un medico dipendente di Cigna ha utilizzato gli strumenti dell’IA per rifiutare più di 60mila richieste di rimborso in un solo mese”. La nuova causa contro Humana alza il livello della problematica. Perché sostiene che l’azienda ha utilizzato un algoritmo al posto del giudizio dei medici “per negare erroneamente ai pazienti anziani le cure dovute nell’ambito dei piani Medicare Advantage”.

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Foto di micheile henderson su Unsplash

Copertura

L’algoritmo prevede la quantità di cure di cui un paziente anziano dovrebbe avere bisogno e i dipendenti rischiano di essere disciplinati o licenziati se si discostano dai rigidi obiettivi di performance dettati dalla compagnia. Il documento sostiene che Humana ha utilizzato l’algoritmo pur sapendo che è “altamente impreciso”. Un portavoce di Humana ha affermato che la compagnia utilizza un’ “intelligenza aumentata” che mantiene gli esseri umani nel processo decisionale quando viene utilizzata l’IA. “Le decisioni sulla copertura vengono prese in base alle esigenze di assistenza sanitaria dei pazienti, al giudizio dei medici e degli operatori sanitari e alle linee guida stabilite dai Centers for Medicare and Medicaid Service“. Invece UnitedHealth ha dichiarato di non utilizzare l’algoritmo per determinare la copertura e che l’azione collettiva intentata contro di essa “non ha alcun fondamento“. Politico, testata di informazione politica Usa, ha raccontato che un gruppo bipartisan di legislatori Usa sta indagando sulla frequenza con cui agli anziani che aderiscono ai piani Medicare Advantage viene negata l’assistenza rispetto a quelli del programma Medicare tradizionale. “Due le riflessioni- spiega Benanti-. La prima è la grande necessità di trasparenza. Non si possono applicare sistemi che possono portare a così gravi e grandi discriminazioni senza trasparenza di fondo che dica quali sono i criteri di scelta del sistema. La seconda è l’assoluta impossibilità di lasciare decisioni sulle cure delle persone a sistemi senza controllo umano. L’algoretica richiede che l’uomo sia al centro dei processi decisionali e che chi propone sistemi medici sia pronto a rendere trasparente i propri sistemi”.

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Foto di Tim Kilby su Unsplash

Progetti Cei

“Anche nei Paesi più poveri del mondo, dove la marginalizzazione dell’anziano è una piaga ricorrente e dove si riscontrano maggiormente disuguaglianze in relazione a genere, salario, educazione, etnia e contesto di residenza – riferisce il Servizio Cei -. La Chiesa in Italia continua a farsi prossima ai nonni e agli anziani, ad ogni latitudine. In Brasile, Colombia e Cuba, ad esempio, i fondi dell’8xmille hanno supportato la nascita di oltre 40 realtà progettuali”. “Significativo anche il contributo della Chiesa cattolica in Medio Oriente. Dove sono stati sostenuti progetti per più di 2 milioni e mezzo di euro. Sono state rinnovate strutture fatiscenti, offerte cure e assistenza ai malati, avviate attività di animazione e promozione, grazie anche all’aiuto di volontari”, si aggiunge. In India sono stati sostenuti 34 progetti rivolti alle persone anziane, spesso abbandonate dalle proprie famiglie e in situazione di povertà estrema indigenza o vittime di violenze fisiche e psicologiche. A Thodupuzha, nel Kerala, ad esempio, dove la popolazione è prevalentemente rurale, è stato avviato un ampio progetto di durata triennale, che ha coinvolto oltre 4 mila persone.

 

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