Casamica: ecco a cosa servono i percorsi di assistenza

Un milione di italiani residenti al Sud e nelle isole, negli ultimi tre anni, è stato costretto a spostarsi dalla propria regione di residenza per sottoporsi a cure mediche

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Foto di National Cancer Institute su Unsplash

Casamica come modello di assistenza. A Milano una tavola rotonda è stata dedicata ai migranti della salute nell’era digitale. Per comprendere quali siano le prospettive è stato aperto un dibattito tra terzo settore e istituzioni sul tema della migrazione sanitaria in Italia. Casamica e fondazione Roche uniscono le forze per “migliorare i percorsi di assistenza sanitaria”. Casamica ODV è una organizzazione di volontariato che dal 1986 accoglie i malati costretti a spostarsi in altre città e in altre regioni per cure e interventi chirurgici, e i loro familiari.  Attualmente gestisce sei case di accoglienza: 4 a Milano, 1 a Lecco e 1 a Roma. Una delle quattro case di Milano e un’area della casa di Roma sono dedicate all’ospitalità dei bambini malati e delle loro famiglie. Aperte 365 giorni all’anno, le strutture si trovano nei pressi di importanti centri di eccellenza ospedaliera. Come il Policlinico Universitario Campus Bio-Medico e l’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù di Roma. L’Istituto Nazionale dei Tumori di Milano, l’Istituto Neurologico Besta e l’Ospedale Manzoni di Lecco.

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In tutte le case di accoglienza gli ospiti trovano il conforto, la dedizione e il sostegno di oltre 120 volontari e degli operatori di CasAmica, nel rispetto di uno stile di accoglienza che negli anni si è fatto sempre più attento a creare un ambiente confortevole e familiare. Per rispondere al numero sempre crescente di persone che si spostano per curarsi, CasAmica sta realizzando alle porte di Milano una nuova struttura che potrà ospitare fino a 80 persone al giorno. La nuova Casa sorgerà nel comune di Segrate – nei presso di un altro importante polo ospedaliero milanese, ovvero l’Ospedale San Raffale – e rappresenterà un’importante risorsa per il 25% dei migranti della salute che, secondo il recente studio citato, ogni anno raggiungono il capoluogo lombardo per sottoporsi alle cure mediche. Da una recente indagine condotta da EMG Different per CasAmica ODV emerge che un milione di Italiani residenti al Sud e nelle isole, negli ultimi tre anni, è stato costretto a spostarsi dalla propria regione di residenza per sottoporsi a cure mediche. La Regione Lombardia è tra le principali destinazioni di questa migrazione. Un’altra questione rilevante riguarda l’innovazione tecnologica e la medicina territoriale. E cioè i pilastri per una sanità più efficiente e sostenibile. Questi i temi cardine dell’evento, su cui Fondazione Roche e Casamica intendono sensibilizzare per ridurre l’impatto economico e psicologico dei migranti della salute.

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Migrazione sanitaria, impatto della tecnologia digitale come risorsa per affrontare il fenomeno, efficienza e sostenibilità dei percorsi di assistenza sul territorio. Sono stati i temi al centro dell’evento che si è tenuto alla Società Umanitaria di Milano “Migranti della salute nell’era digitale: quali prospettive?” organizzato da Casamica ODV e Fondazione Roche, con il patrocinato di Rotary distretto 2041 di Milano. Partendo dai risultati della survey “Studio sui migranti sanitari” realizzata da EMG Different per Casamica su un campione rappresentativo di cittadini di età compresa tra i 35 e i 65 anni residenti in Calabria, Puglia, Campania, Sicilia e Sardegna. Da cui è emerso che sono un milione gli italiani residenti al Sud e nelle isole che negli ultimi tre anni sono stati costretti a spostarsi dalla propria regione di residenza per sottoporsi a cure mediche. Il forum è stato un’occasione di confronto tra terzo settore e istituzioni. Focalizzato sul presupposto che la chiave per ridurre l’impatto economico e psicologico di chi si sposta per ricevere cure risiede nelle nuove tecnologie. Occorre, infatti, un cambio di paradigma concreto che parta dall’ implementazione della digitalizzazione, in primis della telemedicina. Integrata con servizi di assistenza sanitaria territoriale. Così da permettere di ottimizzare l’equità e l’accesso ai migliori percorsi di diagnosi e cura.

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Foto di fernando zhiminaicela da Pixabay

Mappa sanitaria

“Quasi il 70% dei migranti della salute intervistati ha scelto il Lazio e la Lombardia. Le cause di questa ‘migrazione’ sono da ricercare nei motivi legati all’opportunità di ottenere una migliore offerta sanitaria (51%) e medici più preparati (39%). O addirittura nella concreta impossibilità di ricevere cure adeguate alla propria patologia nella regione di provenienza (32%) – spiega Stefano Gastaldi, direttore generale Casamica ODV –. Tutto questo ha un impatto economico notevole sulla vita dei malati e delle famiglie. Il 60% denuncia costi alti per gli spostamenti e gli alloggi e il 58% avrebbe avuto bisogno di prezzi calmierati. Oltre all’aspetto puramente economico, i migranti della salute hanno espresso anche altre esigenze come la necessità di un supporto psicologico per sé o per la propria famiglia (49%). E mezzi di trasporto per raggiungere l’ospedale (43%)”. All’evento sono intervenuti tra gli altri Giovanni Migliarese, psichiatra dell’Ospedale di Vigevano e Pasquale Ventura, chirurgo e autore di “Fare Telemedicina“. Oltreché Fulvio Matone, direttore generale PoliS Regione Lombardia. Hanno chiuso il dibattito, Marinella Vedani, consigliera e responsabile della raccolta fondi e della comunicazione Casamica e Antonio Modola, segretario generale di Fondazione Roche.

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Collaborazione

“La collaborazione tra Fondazione Roche e Casamica prosegue da tempo. Sviluppandosi su diversi fronti ed è sempre tesa a portare valore al dibattito istituzionale e un impatto positivo sulla vita delle persone – afferma Antonio Modola, segretario generale di Fondazione Roche –. Come Fondazione, siamo fortemente concentrati sul futuro della salute e sull’innovazione del settore. Con un’attenzione particolare all’uso degli strumenti digitali per creare benefici a livello di sistema e di singolo cittadino. Dalla sostenibilità economica e sociale all’ottimizzazione dei percorsi di cura. Fino ai nuovi scenari che si aprono per la ricerca“. Prosegue Modola: “Sfruttare il pieno potenziale degli strumenti digitali in sanità può essere una leva fondamentale per promuovere i principi che sono alla base del nostro Sistema sanitario nazionale. Cioè universalità, uguaglianza ed equità. Contribuendo a superare molte delle sfide sanitarie del nostro tempo. A patto che ci sia, però, un contesto pronto a recepirne i cambiamenti e in questo si inserisce anche l’incontro di oggi”. Fondazione Roche nasce in occasione della celebrazione dei 120 anni di Roche Italia come ulteriore testimonianza dell’impegno a fianco degli italiani nell’ambito più delicato della vita di tutti: la salute. La Fondazione, espressione diretta delle due divisioni del Gruppo Roche che investono costantemente nella ricerca scientifica. E collaborano con le istituzioni per realizzare iniziative a sostegno del Paese e del territorio in cui operano. Ha lo scopo di rafforzare questo impegno attraverso una voce capace di garantire indipendenza, focus e continuità di azione. In questa prospettiva, la Fondazione intende sviluppare iniziative che pongano sempre il paziente e le sue necessità al centro. per portare alla luce sia le risposte che il Servizio sanitario nazionale (Ssn) e l’ordinamento giuridico possono dare ai suoi bisogni di diagnosi, cura, assistenza e attenzione, sia le limitazioni che possono subire i diritti del cittadino in una condizione di fragilità e disabilità.