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In Burkina Faso una casa “speciale” per i bimbi oncologici

E' partito il progetto per una Casa d’accoglienza in Burkina Faso per i bambini malati di cancro e i loro genitori gestito dalla Fondazione Soleterre

E’ partito il progetto per una Casa d’accoglienza in Burkina Faso per i bambini malati di cancro e i loro genitori. La Fondazione Soleterre, grazie al partenariato di lunghissima data con il GFAOP (Groupe Franco-Africain d’Oncologie Pédiatrique), ha messo a disposizione a Ouagadougou, la capitale del Burkina Faso, una casa di accoglienza per bambini affetti da cancro e loro familiari. In un momento storico in cui la tendenza a chiudersi e correre ai ripari è dilagante, Soleterre e i suoi collaboratori hanno deciso di percorrere la strada dell’accoglienza, non solo portando avanti ciò che già esiste, ma creando nuove opportunità progettuali in un altro Paese. Anche la CEI ha recentemente aiutato con cospicue donazioni la onlus.

La casa d’accoglienza

La Casa d’accoglienza, attrezzata di tutto punto e messa a disposizione a tempo potenzialmente indeterminato dal GFAOP, è composta da sei camere da letto, un grande soggiorno, una cucina, tre bagni, un magazzino, un ufficio e il giardino, e potrà ospitare 12 famiglie composte da un bambino e un genitore ciascuna. Il personale previsto per l’inizio del progetto comprende un coordinatore, uno psicologo, un’educatrice specializzata, un assistente contabile e uno amministrativo, un autista. Le attività, tra cui iniziative didattiche, giochi, workshop per le mamme e le importantissime sedute psicologiche, saranno definite con l’educatrice e lo psicologo. Sono previste anche gite turistiche nella zona per favorire la coesione tra i bimbi e le famiglie.

Luogo sicuro

“L’acquisto della Casa è un risultato incredibile perché rappresenta un posto sicuro in cui i bambini e i loro genitori possono alloggiare – spiega il responsabile di Soleterre in Burkina Faso, Parfait Tiemtore -. I due ospedali della capitale Ouagadougou, lo CHU – Centre Hospitalier Universitaire Yalgado e la struttura pediatrica Charles De Gaulle accolgono più di 220 bambini all’anno che non sono sufficienti a rispondere al bisogno, costringendo la maggior parte delle famiglie a dormire per terra nei corridoi. Grazie alla nuova Casa, prevediamo di riuscire a ospitarne più delle metà”.

Distanze mortali

“In secondo luogo – prosegue Tiemtore – la Casa è una soluzione al problema della distanza: con i pochi mezzi finanziari di cui dispongono, le famiglie non possono permettersi di trovare un luogo di permanenza vicino all’ospedale e, allo stesso tempo, non si possono permettere di fare 50 o più km di tragitto ogni mese dal loro villaggio rurale all’ospedale. Anche la durata delle cure per il cancro, che possono arrivare fino a sei/otto mesi, rappresenta una problematica, perché le famiglie non possono rimanere per un lungo periodo in ospedale senza ritornare a lavorare nei campi o nei villaggi”.

Diritto alla salute

Queste difficoltà oggettive portano tante famiglie a dover abbandonare le cure necessarie a salvare la vita ai propri Bambini. E’ uno degli aspetti più drammatici della povertà: il non-diritto alla salute. Un diritto sancito dalla carta dei diritti universali dell’uomo, ma che poi – come dimostrano la storia delle famiglie incontrate da Tiemtore – rimane solo sulla carta naufragando dinanzi all’impossibilità oggettiva di scegliere tra il salvare un figlio o il morire tutti di fame. Una situazione drammaticamente presente anche in Italia, come ci raccontò tempo fa don Maurizio Patriciello, parroco di San Paolo Apostolo a Caivano, un comune nel napoletano situato proprio nella tristemente nota – e iper-inquinata – Terra dei Fuochi.

Guarigione facilitata

Con la Casa del progetto Fondazione Soleterre, spiega Tiemtore, “Le famiglie si sentiranno molto più al sicuro e questo aumenterà la fiducia verso la guarigione dei bambini nonché le possibilità di successo delle cure grazie alla continuità di trattamento e al benessere psicologico garantito da una casa accogliente e protetta. Questo anche perché in Burkina Faso la vita in comunità ha un grande valore: i bambini potranno sentirsi in famiglia, i livelli di stress e depressione calano e al contempo aumentano i sentimenti di ottimismo e positività, che giocano un ruolo cruciale nella risposta alle cure”.

L’intervista a Parfait Tiemtore

1) Dott. Tiemtore, come opera Soleterre onlus in Africa?
“La strategia di sviluppo in Marocco e Africa Francofona ha, dal 2018, un unico rappresentante regionale Soleterre. Questo facilita la visione di insieme. Direi che il partenariato di lungo termine (già attivo in Costa d’Avorio, per questa area) con il GFAOP (Groupe Franco-Africain d’Oncologie Pédiatrique) é stato alla base della prima identificazione della progettualità in Burkina Faso, iniziata nel 2019. Durante una missione congiunta GFAOP/Soleterre nel 2020 a settembre é stata identificata la struttura da mettere a disposizione delle famiglie, così da dare alle nostre idee di intervento nel Paese delle “fondamenta stabili”, nel senso letterale del termine”.

2) Qual è la situazione politica in Burkina Faso?
“La situazione politica in Burkina è stabile, ma bisogna sottolineare gli attacchi dovuto al terrorismo nell’Est e nel Nord del Paese iniziati nel 2015. Purtroppo, questi attacchi contro i militari e a volte anche contro i civili non sono mai stati rivendicati. Inoltre, abbiamo quasi un milione di rifugiati che scappano da quelle zone a rischio”.

3) Cosa fa il governo per i poveri del Burkina Faso?
“Dal 2015, il governo – tramite il ministero dell’assistenza sociale – lavora molto per migliorare la vita dei poveri. E questo lo fa anche tramite delle cooperative e attraverso la formazione, in primis delle donne che vogliono iniziare un’attività lavorativa. Inoltre, i giovani alla ricerca di lavoro ricevono dei fondi per avviare piccole imprese. Il governo costruisce anche delle case popolari per chi non ha un tetto nella capitale a un costo più basso di quello di mercato”.

4) Che tipo di assistenza sanitaria esiste in Burkina Faso?
“Purtroppo la sanità è ancora molto lontana dal modello italiano o statunitense, perché il sistema assicurativo non è stato ancora sviluppato sufficientemente per coprire le esigenze di tutta la popolazione, anche quella delle fasce economiche più basse. Però, si stanno facendo passi importanti. Per esempio, il governo dal 2015 ha consentito la gratuità delle cure alle donne incita e ai bambini al di sotto dei 6 anni”.

5) Può raccontarmi l’esperienza più toccante vissuta finora?

6) Come è proseguita la storia di Benjamine? Cosa l’ha spinta a collaborare con Soleterre? 

 

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