Rotta Balcanica, la Caritas in prima linea a sostegno dei migranti

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In Bosnia ed Erzegovina, nel fulcro della cosiddetta Rotta Balcanica dei migranti – ed in particolare nella regione di Bihac – situata nei pressi del confine croato in questi giorni si sta vivendo una tragedia umanitaria di immani proporzioni dovuta all’inadeguatezza dei campi di transito ed al maltempo che in questi giorni, con temperature oltremodo rigide, sta mettendo in grave pericolo l’incolumità degli oltre 8000 migranti presenti nel paese.

Tanto premesso, è utile sottolineare che, la recente chiusura del campo di transito di Lipa a causa di un incendio ha portato oltre 1200 migranti a vivere all’aperto con temperature improponibili e senza alcun riparo, benché a tal proposito, bisogna ricordare che, essendo lo stesso un campo di transito situato in una zona montagnosa impervia, non disponeva delle adeguate infrastrutture.

L’operato della Caritas

In seconda istanza, alla luce di quanto precedentemente esemplificato è fondamentale ricordare che, anche in quest’anno funesto connotato dalla pandemia da Covid-19, la Rotta Balcanica che inizia in Grecia e termina in Italia, precisamente a Trieste, è stata percorsa da moltissime persone ed ha causato moltissime tragedie, una su tutte la distruzione del Campo di Moria ubicato nell’isola di Lesbo nello scorso settembre al culmine di una difficile situazione di tensione con la comunità locale.

In questa difficile situazione – dal 2015 – la Caritas Italiana in proficua sinergia con le Caritas locali, ha dato avvio a servizi di accoglienza e sostegno per migranti, a titolo informativo si pensi che – nella sola Bosnia Erzegovina tra il maggio 2018 ed il maggio 2020 – è stato fornito supporto ad oltre 41 mila migranti.

Caritas, sforzi costanti

Successivamente, in ossequio a quanto sopra detto, è fondamentale che le istituzioni sovranazionali preposte coadiuvino gli stati nazionali su cui passa la Rotta Balcanica affinché si forniscano ai migranti strutture di accoglienza decorose e degne ed oltre a ciò si fornisca adeguato supporto alle forze dell’ordine locali – mediante ad esempio l’impiego di personale altamente specializzato dell’Europol – per far sì che la verifica dei requisiti per la permanenza nell’Unione Europea siano svolti con maggior accuratezza e celerità e la contestuale permanenza all’interno delle strutture di accoglienza temporanea sia più breve.

In conclusione è imprescindibile che ognuno di noi coadiuvi, in base alle proprie possibilità, la Caritas in questa encomiabile opera di sostegno ai migranti nella Rotta Balcanica per far sì che tragedie come quella del Campo di Transito di Lipa non si ripetano più e la dignità delle persone sia sempre rispettata in ossequio al fulgido pensiero di Don Bosco: “Fare il bene senza comparire. La violetta sta nascosta ma si conosce e si trova grazie al suo profumo”.

Christian Cabello: