Secondo il filosofo francese Voltaire, “la civiltà di un Paese è data dalle condizioni delle sue carceri”. Sos di Antigone: nel 2022 un suicidio ogni mille detenuti. Antigone è un’associazione che si impegna da decenni per i diritti e le garanzie nel sistema penale. E’ nata alla fine degli anni ottanta nel solco della omonima rivista contro l’emergenza. Promossa, tra gli altri, da Massimo Cacciari, Stefano Rodotà e Rossana Rossanda. Vi aderiscono prevalentemente magistrati, operatori penitenziari, studiosi, parlamentari, insegnanti. E cittadini che a diverso titolo si interessano di giustizia penale.
Allarme carceri
“Un detenuto ogni mille presenti si è tolto la vita in carcere nel 2022- riferisce Antigone-. Se nel mondo libero si fossero suicidate 60.000 persone (questa la proporzione) vedremo grande attenzione. Invece verso il carcere le iniziative legislative tardano ad arrivare”. Un altro detenuto si è tolto la vita. E’ salito così a 51 il numero dei suicidi in carcere dall’inizio dell’anno Numeri così alti non ce ne sono mai stati. Nemmeno nel periodo peggiore del sovraffollamento nelle carceri. Quello che portò alla condanna dell’Italia a parte della Corte europea dei diritti dell’uomo. Dall’inizio dell’anno 51 detenuti si sono tolti la vita. Una media di più di uno ogni 5 giorni. L’anno scorso nello stesso periodo i suicidi erano stati più di una decina in meno. 34. Un allarme rilanciato dal Garante nazionale delle persone private della libertà, Mauro Palma.
Record negativo
Il record negativo è della Campania dove in 5 giorni tre detenuti si sono ammazzati. Ma è nel complesso delle carceri italiane che ci si suicida molto di più di quanto accade nel mondo esterno. Oltre 16 volte volte di più. La drammatica contabilità dell’associazione Antigone richiama l’attenzione anche su un altro dato. A togliersi la vita sono sempre di più detenuti giovani. La maggior parte di chi lo ha fatto quest’anno aveva tra i 20 e i 30 anni. Un’emergenza che allarma e preoccupa anche i vertici dell’amministrazione penitenziaria. Nei giorni scorsi il Dap ha varato linee guida per contrastare il dramma dei suicidi in carcere. Si punta a rafforzare il carattere permanente delle attività di prevenzione. Con un approccio multidisciplinare.
Valore simbolico e concreto
E’ poi arrivata un’altra iniziativa che ha insieme un valore simbolico e concreto. Per la prima volta i vertici del Dap, anche a Ferragosto, hanno visitato una ventina di istituti penitenziari. Tra gli altri l’Ucciardone, Poggioreale, Marassi, il carcere di Santamaria Capua Vetere. L’intento è portare in questo difficile periodo un segnale di vicinanza all’intera comunità penitenziaria. E ribadire riconoscenza al personale in servizio. Il dipartimento dell’amministrazione penitenziaria (Dap) è uno dei quattro dipartimenti in cui si divide il ministero della Giustizia. Da esso dipende il corpo di polizia penitenziaria. Ad annunciare l’iniziativa è stato il capo del Dap Carlo Renoldi, che si è recato in visita Rebibbia. Mentre il suo vice Carmelo Cantone si è recato a Viterbo.
Le condizioni nelle carceri
Il Garante nazionale Palma è stato invece a Ferragosto a Sollicciano. Con il vicepresidente del Csm, David Ermini e il sindaco di Firenze, Dario Nardella. Si sono, inoltre, concluse ieri le visite di parlamentari nelle carceri. Per verificare le condizioni dei detenuti. Spiega Carlo Renoldi: “L’estate, come spesso accade, si dimostra il momento più critico dell’anno per gli istituti penitenziari. In questo 2022 è reso ancora più doloroso dal drammatico incremento dei suicidi. Ciascun episodio interroga le nostre coscienze di uomini e di operatori del sistema penitenziario. Dobbiamo chiederci quanto è stato fatto finora. E quanto sia ancora necessario fare”.