La condivisione è la più alta forma di dialogo”. I campi estivi dell’Apg23

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L’estate, nell’immaginario comune, evoca un periodo di vacanze, svago e riposo. Ma non è solo questo, anzi c’è di più. L’estate, le vacanze, possono essere un momento di vera e forte condivisione che porta a conoscere e legare persone diverse, anche quelle segnate da maggiori fragilità nel corpo o nella vita.

Una di queste esperienze di condivisione nasce sessant’anni fa, nel 1961, con la “Casa Madonna delle Vette” in Val di Fassa, un posto spazioso e accogliente pensato e voluto da don Oreste Benzi per far incontrare ragazzi e giovani, anche diversamente abili. Questa prima esperienza che voleva portare i più giovani ad avere un “incontro simpatico con Cristo” ha aperto la strada alla nascita dell’Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII che oggi d’estate organizza campi di condivisione e campi di lavoro. “Si tratta di trascorrere il proprio momento di vacanza con persone in condizioni svantaggiate, in difficoltà, con disabilità o ferite profonde, nell’ottica di andare con il passo di chi è più lento“, testimonia Matteo Santini, animatore generale del Servizio Educazione e formazione della Papa Giovanni XXIII.

I campi dell’Apg23

I campi di condivisione, spiega Santini, “sono assimilabili a un campo estivo” vissuto come un momento di scambio tra i giovani partecipanti, mentre i secondi – illustra ancora Santini – hanno una missione ben precisa sul fare, sono a supporto di una struttura o di una situazione dov’è necessaria una ristrutturazione o ci si impegna in un’opera di pulizia ecologica”. In entrambi i casi, si tratta di un’occasione data ai ragazzi per fare un pezzo del proprio percorso di vita insieme ai chi è più piccolo e più fragile, immergendosi in diverse attività.

Foto di Matteo Santini

Attività “green”

Il periodo che i preadolescenti e gli adolescenti vivono insieme nei campi estivi è fatto di incontro, relazione, gite e anche partecipazione alle attività calate nel territorio, che affiancano la pastorale giovanile. “Negli ultimi due anni il focus delle attività è stato l’ecologia integrale promossa da Papa Francesco nella sua enciclica Laudato Si’, quindi si è scelto di sostenere opere di agricoltura inclusiva o di pulizia ecologica delle aree extraurbane”, racconta Santini.

Ispirato dalle parole del Santo Padre sulla cura della casa comune, è nato il progetto The Green Diary. Un diaro online contenente estratti della Laudato Si’, preghiere, testimonianze sul tema dell’impegno ecologico, riflessioni e spunti di azione, tenute insieme dal filo rosso teso da dieci parole scelte dai giovani della Comunità in occasione dell’incontro tenutosi ad Assisi nel 2020 Economy of Francesco: responsabilità; sostenibilità; felicità; gratuità; famiglia; educazione; ricchezza; lavoro; giustizia; pace. “E’ la nostra “cassetta degli attrezzi”, la guida delle esperienze educative”, precisa Santini.

Foto di Matteo Santini

La “chiave”

Nei campi “si respira un clima di ascolto profondo, dinamico“, continua l’animatore. Il quale racconta le dinamiche di quei giorni. “Ospitiamo persone con forti fragilità, anche bambini. L’ultimo e la persona più fragile sono l’elemento che genera ascolto, con loro le persone sanno tirar fuori dolcezza e umanità“. “Nei contesti educativi le persone con disabilità sono soggetti attivi e la “chiave” dei campi è la partecipazione. Il fare insieme è la più alta forma di dialogo” continua Santini. “Stare in camera con una persona diversamente abile è qualcosa che nasce direttamente dalla vita dentro di te, dall’ascolto e dalla piccole cose. La sfida è scoprire Gesù in quella presenza concreta”.

In contesti come questi, si crea un rapporto con il territorio ospitante: “Si cerca di lasciare un segno“, dice Santini. Un’occasione più “incisive” è la festa della fine delle attività estive. “Il “Congrosso” è un’esperienza di due o tre giorni in cui ci si ritrova ad esempio per pulire insieme un lungofiume o fare dell’animazione di piazza”, racconta l’animatore generale.

Foto di Matteo Santini

Purtroppo dal 2020 c’è l’ostacolo della pandemia. “Oggi viviamo un tempo difficile. Per rispetto dell’emergenza sanitaria, l’anno scorso c’è stato un arresto delle attività, ne sono state fatte pochissime”, dice Santini. “Quest’anno – prosegue – si riparte con protocolli di sicurezza per la tutela dell’associazione e delle persone, in termini sanitari e di responsabilità”.

Apg23 e i giovani

Condivisione e giovani sono per l’Associazione un tema importante, profondo”, afferma Santini. “L’Apg23 incontra i giovani in tanti modi. Nelle case di accoglienza. Con il servizio civile, con il volontariato“, spiega. “Il progetto “Vieni e vivi”, si rivolge alle singole persone, giovani e anche adulti, e ai gruppi e alle realtà locali di un territorio – come possono essere gruppi parrocchiali o scout – di venire a conoscere l’Associazione e vivere delle esperienze”, conclude Santini.

Lorenzo Cipolla: